SESSANTATREESIMO
SOLILOQUIO
Sono
trascorsi appena pochi mesi, una voce autorevole, oggi zittita
per la gara al voto: il Presidente della repubblica – e, il
trasudare di una sua pensosa considerazione...nel marasma delle
dicerie sulla crisi economica...mette alle strette i
commentatori politici, economici, sociologici e noi, uomini di
strada: il processo soggiacente la crisi in atto è di ordine
culturale, strutturalmente legato con l'economia
finanziaria.
Quella
voce...in
una acclamata coralità di consensi...sorrise alla mia speranza / Il
trambusto di una dialettica politica senza idee
lasciava
trapelare un concepire...in
quella voce
in
estensione unanime...un
ordine di pensare,
slittante la tradizionale separazione tra struttura
e
sovrastruttura:
un oltre
Marx
e un avvicinarsi – per
me
–
alla scuola dei francofortesi / esaltazione...in quella coralità.../
attimo fuggente, immemore di quella convinzione...maturata per
educazione
e
per contagio...della
non
pertinenza di
un discorso sulla cultura
nei nostri travagli giornalieri.
In
un baleno...la nebbia del linguaggio abbuiò, e abbuia ancora oggi,
quell'avviare
inaugurale / il mio pensare si fa pesante
/
quella voce...
azzittita,
oggi,
dalla
controversia del come farci votare...da pregiudiziale
a qualsiasi analisi, ripristinava nei
fatti
la convinzione di sempre: la cultura
è
lontana dal mondo del lavoro, dell'economia, della politica / regno a
sé, si esprime nella poesia, nell'arte: limbo della fantasia –
Aristotele, giudice istruttore d'appello.
Quel
dire
autorevole, un momentaneo raptus:
<esaltare
astrattamente la cultura e farne una norma o come si suol dire un
valore, (tali) asserzioni di simile tenore (,) tagliano il rapporto
di tutto ciò che è culturale con la creazione di una vita degna
dell'uomo da parte di una coscienza padrona di sé>
(Adorno/Horkheimer, Sociologia II)...
...ciò mi
sospinge verso un acquitrinoso stagno: - il mio interrogativo,
impervio, dovrà imbattersi in tale intralcio.
Autarchia
di un concetto - maturazione di uno sviluppo delle nostre
operazioni intellettuali in acclimatazione, che nel prendere
storia, si fa concepimento di un redigere in sé la
relazione inestinguibile uomo/dato di fatto: relazione,
- intuizione di un Kant (Critica della Ragion pura) infettato
da quella climatizzazione attestatasi memoria culturale
del nostro essere occidentali.
Io, in
contagio...frontale a quella memoria...in rivisitata ponderazione,
coinvolgente il mio orientato interrogativo...
...e
la storia mi riporta a
quell'atteggiamento mentale
che data la presa di diritto dell'<esclusivamente
umana di tutto ciò che è umano> (Camus) / il riconsiderarlo,
oggi, in correlazione tra...storia dei fatti e
progressi della biologia molecolare, di una psicologia sperimentale
del comportamento, delle elaborazioni, provenienti dai vari campi del
sapere...è un prendere coscienza storica della
nostra cultura / intenderci
per operare, attraverso riforme,
nelle quali la necessità immediata sia,
pari tempo, proiettata verso l'incerto domani.
Abbiamo
bisogno del risveglio in ciascuno di noi di quella coscienza
/ in essa, e con essa,
è il rinvenire...attraverso la
fluttuante trafila della provenienza della
nostra cultura...quel
suo orientare...che oggi...nella
copiosa informazione senza sapere...ci
fa sovrani fideisti...le
attività di un agire pensante a
concepire le risposte
ai problemi emergenti, in forza di un rinvenire in
quel comportamento mentale la
soluzione / un rinvenire in sé - l'elemento strategico da
porre a problema - il cui
effetto solvente nell'agire pensante di
ogni azione degli uomini e nella loro reciproca interrelazione
veniva...in quel nostro passato...a
costituirsi condizione di vita / oggi,
tortuosamente persistente e ridotto a slogan pubblicitario che ci
condanna a spettatori passivi delle controversie degli addetti della
politica e degli stessi detentori dei poteri dello Stato –
un tempo di diritto – e
chiamati al bisogno: e
grazie alla norma costituzionale...confusi
dai rispettivi tracciati di un si e
di un no...per un
decimo di secondo, diventiamo, da appendici,
soggetti potestativi.
Io
– inutile Sisifo – vi ricordo la
storia della trafila della provenienza della nostra
cultura: in una prima
fase...quel punto nevralgico
da mettere in questione...è esemplificato nella <scultura,
efflorescenza dell'arte greca e nella tragedia, efflorescenza della
società greca> (giudizio di Nietzsche, La nascita della
tragedia, riportato da Weber,
già cit.) / una
seconda fase di quella prosecuzione
lascia tralucere un modo di pensare
“razionale”, ma
“informe” nel costrutto: ciò è fotografabile a partire del 430
a.C.: quel rinvenire in sé le
relazioni duali io/tu e
io/fuori – per dirla
con Lacan – nella parola,
sostenuta dal desiderio,
viene affermata
esperienza di verità / la
terza fase...in scenario in mutata trasformazione (300 a.C. - in
memoria) – siamo in epoca
ellenistica, quindi nuovi orizzonti
/ imperialismo macedone e il mutamento del <significato della
polis> (Weber) – segna di quella prosecuzione
una problematica più elaborata, per l'attivarsi di influenti scuole,
quali: epicureismo/stoicismo/accademia di Platone
e che, nella scuola peripatetica di
Aristotele, assurge a fonte di un pensare quelle
relazioni duali nel ritaglio operativo della gerarchia
delle sue forme...
...e
le condizioni
dell'esistenza si tramutano in argomentazioni / la loro
formalizzazione prende storia: si fa cultura, e la storia si fa
cultura...
...mi interrompo
/ un prorogare, il quale è un vigilare il mio esternare...al
prossimo
Nessun commento:
Posta un commento