OTTANTASETTESIMO SOLILOQUIO
Status situazionale, <posto
prima in un contesto oggettivamente definito, poi in un altro, che si
impadronisce di un problema ugualmente oggettivo e si applica o meno
a questa o quella operazione creatrice>
(D. Andler, Problema. Una chiave universale?
In Concetti nomadi, cit.).
In
tale fotogramma Duque del L'età
è mobile...cit. - il mio
referente - incontra
Popper – il punto di riferimento di Andler - attualizzando le
costante mutuazioni delle situazioni
in un oggi in cui tale
instabilità si
configura <assemblaggio riflettente mobile che si sgrana
in una sequenza indefinita di situazioni, dato che è la
partecipazione sociale alla comunicazione a definire che cosa stia
avendo luogo, che cosa sia pertinente fare o non fare in tale
situazione, e come si svilupperanno gli eventi situazionali>...
...e al nostro vivere quotidiano
si apre <uno spazio indefinito e indeterminato non ancora
visitato, inesplorato e non tracciato> (Z. Bauman, Stato di
crisi, già cit.) / un vivere in preoccupazioni di varia
natura, - un vivere, direi in “dilemma”; per di più,
impensieriti intorno ai <vecchi e fidati strumenti (stimandoli)
inadatti ad affrontare (la nuova situazione)> (ibidem)
/ diffidenza, la quale rivela <una crisi di rappresentanza>
(ibidem), messa in radice da una <crisi di natura
finanziaria (diversa da) quella del '29> (C. Bordoni,
Stato di crisi, cit.).
Crisi,
messa in moto da quella varibile dipendente
che delinea la linea rossa del capitalismo nell'attuale svolta
virtuale del capitale
investito, non più <sulla fabbrica>,
ma <sulla banca>
(ibidem) - e, la cui
conseguenza sul piano socio-politico è la climatizzazione di un
neoliberismo promozionale
di <una cultura
dell'immediato (la
quale) è la naturale conseguenza del crollo delle certezze
di fronte ai problemi del nostro tempo>
(ibidem)...
...variabile,
la quale, in concomitante interconnessione con la variabile
indipendente della tecnologia
mobile, si
omogeneizza con quelle sue <procedure in permanente
modifica e alterazione>
(Duque), messe in atto nelle incoative situazioni,
per le quali basta una <indecizione, una sincope
per modificarli> (J.I. Nancy, Le discours de la syncope)
/ il lupo perde il pelo, ma non il vizio,
- omogeneizzazione, in quanto fruizione per la riproduttività del
suo capitale virtuale, rendendolo
incontrollabile, lasciando ogni uomo al suo destino, senza garanzia
sociale, salvaguardandolo nella libertà della parola
delle nuove procedure linguistiche <altamente
fomalizzat(e) (softare)>
(Duque)...
….procedure,
le quali isolano <l'individuo dalla situazione fisica,
locale, in cui si trova faccia a faccia con i suoi prossimi o in
contiguità con essi, e lo immerge in una telepresenza uditiva
e sempre più immaginifica che stabilisce un situarsi puramente
virtuale, ma che risulta tuttavia intimior intimo meo>
(Duque)...
...procedure,
la cui conseguenza: sul piano economico, è il costituirsi di <una
sovraclasse globale che prende tutte le principali decisioni
economiche, e le rende del tutto indipendente dai legislatori e, a
fortiori, dalla volontà degli elettori di un dato paese>
( R. Rorty, in Stato di crisi)
{un
mio esplicito su quel fotogramma: non riecheggia la procedura del
distacco dal “dato di fatto”, espresso dal disfarsi dalle
“decisioni” della politica, assumendosi quel potere, appartenente
alla politica? Uno schiaffo alla democrazia?}
/
sul piano politico-sociale, un distanziato rimuovere il dato
di fatto in discorso televirtualizzato...
...e
ogni fatto, ogni
avvenimento di varia natura diviene
spettacolo: ogni
scenario manifattura una <ipercomunicativa
(la quale ricalca) la procedura astratta del
discorrere...riportando la sorgività dell'evento tutto ciò che si
è depositato
e acquietato come discorso a partire da un discorso, in
funzione del quale la comunicazione del comunicabile
viene totalmente appiattit(a)
sul piano della determinazione dell'essenza di ciò che, di
volta in volta, viene portata al linguaggio>
(R. Gasparotti, Che cosa fa la poesia? In
<Anterem, vol, 92)...
...di
faccia, noi, credenti ascoltatori, introiettiamo...assimilando in
emotività aggrovigliata da impulsi misti di amarezza, rabbia che
danno sfogo ad una giustizia imperativa...<una
povertà d'esperienza>: la
denuncia di Walter Benjamin del 1933, mi ricorda Gasparotti.
Una
scenografica esibizione non “periferica” / ogni aspetto del
nostro vivere...sia ambiente naturale
che sociale; sia logico che genetico; sia grammatica della lingua
che condiziona le applicazioni dei concetti...è inserito in un
contesto che si presenzia fluttuante per la dinamica della
connessione di stimoli e
risposte
/ contesto, <attraverso
il quale la vita si perpetua modificandosi>,
vitalizzando nuovi problemi
<con (i quali) ogni
ciclo inizia e finisce (col
vivere) in un
mondo dove non si dà altro che problemi e soluzioni>
(D. Andler, Problema
/ una chiave universale?
In Concetti nomadi,
testo già cit.).
Il
problema è certamente al centro <della
vita pratica della gente>
(ibidem)
/
è antico da quando l'uomo ha dovuto organizzare il modo di vivere in
comunità, trovandosi situato in un contesto preformato e ripetitivo
di ricorrenza del processo di causazione regolare che produce i
fenomeni della vita umana / problema,
tuttavia, dissolto nell'invenzione
figurativa
di un orizzonte di significatività designante
la
condizione di sopravvivenza di quegli uomini nell'accettazione
dell'inevitabilmente
dei
<processi, di
costumi, di opinioni, ecc. (dei
quali) rimangono
prove
ed esempi di una
condizione precedente della cultura da cui se n'è sviluppata una
nuova>
(E. Burnett Tylor, Primitive
culture,
in Il concetto di
cultura,
già cit.):
la nostra
cultura...
...e
quei processi,
indotti da nuovi stimoli,
richiedenti risposte
assestativi, insorgono accesi da una nuova prospettiva:
l'inevitabilmente
si
fa rimedio,
sviluppo,
radicandosi <nella
nostra mente
(la prospettiva del loro evolversi) facendo
affidamento sulla conoscenza generale dei principî
del pensiero
e dell'agire umano come guida per sistemare i fatti nell'ordine
appropriato>
(ibidem).
Affidamento...sistemare
i fatti nell'ordine appropriato,
il problema per
me:
l'origine di quella infezione
in propagazione che
ancora oggi – era dei “misteri” svelati del nostro universo e
dell'informazione
divulgata e reclamizzata che ci rende eruditi,
senza “sapere”
del
nostro corpo / epoca di una democrazia “conquistata” e delle pari
opportunità fra maschio
e
femmina -
ripristina l'ineluttabile
condizioni di <appendici...delle
decisioni e dei compiti stabiliti dall'alto>
(Adorno), inquadrati <servi
volontari>
(Bordoni)...
...e
il trascorso,
respinto
dai suoi disposivi dal dettame
del vivere quella esperienza
mondana,
si
riverbera attualizzato nell'<ordine
del vivente in comunicazione (con
lo sviluppo delle forme logiche del pensare, che figurano i vari
saperi, e con l'organizzazione politico-sociale delle “città-stato”)>
(Stengers/Bailly)...
...e
in tale comunicazione ha “origine” <il
focolaio dell'epidemia
(in forza del quale i nostri comportamenti e quello) delle
scienze e delle tecniche, e (di)
ogni descrizione che si vuole scientifica (politica)
di un aspetto
della realtà umana, ne (sono)
un vettore potenziale>
(Andler).
Ma
tali vettori
potenziali non
sorgono ex nihilo,
poiché
la variabilità del loro momento del presentarsi si
dà <inserit(a)
in una rete di significati che
li
comprendon(o),
(coniugante il) contesto
normativo d'appartenenza>,
dacché,
col “passato”, al quale apparteniamo, abbiamo sempre una qualche
familiarità>
(Böckh,
in Vitiello, già cit.)
/ altresi, rivela sintomaticamente una sua motivazione nel <fattore
dell'equilibrazione>
/ fattore
delineato dalla giunzione dell'<intelligenza
mobile (di
ogni uomo posta) di
fronte alle perturbazioni esterne>
(Piaget/Inhelder,
Le operazioni intellettuali,
in Trattato,
vol. 7°, già cit.);
- quindi, dettato dall'esigenza di costruire un recupero
dell'equilibrio, causato, appunto, dagli <stimoli
(perturbanti
di varia natura, attraverso) uno
schema di risposte che si adatti ad essi>
(P. Oléron, Le
attività intellettuali,
in Trattato,
vol. 7°).
Un
nuovo anello della catena, poiché quei vettori
potenziali
<agiscono
sul mondo quindi
su esperienze vive...s'impongono
soltanto in caso di problemi, di lacune,
di
conflitti, insomma di squilibri, e la soluzione operatoria consiste
nel reagire ristabilendo l'equilibrio>
(Piaget/Inhelder).
Prorogazione
cagionata per la complessità del problema che pongo all'attenzione,
non come denuncia, ma come riflessione in un clima che avvolge il
culmine della confusione.
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