OTTANTOTTESIMO
SOLILOQUIO
prolungamento
del precedente
<Se
cultura dice storia>
(Böckh,
in Vitiello), la letteratura sull'eterno ritorno nella diversità va
riletta con diverso impianto così come ogni descrizione sinconica o
diacronica dei vari saperi.
Dire
“storia” è il rilevare il “fatto” come “verità” / altro
peso, importanza indicativa in quel dire:
sposta le basi sociologiche da quel suo centro di gravità che
delineava una esperienza
della mondanità sottratta
al mutamento del tempo: il “fatto” ritorna nella stessa posizione
di prima / dischiude uno spostamento delle prospettive dell'esistenza
e dell'esistente dei loro centri di orientamento / quel “dire”
esprime “il prendere storia”; il che notifica <ciò
che è prima della storia e che lo storico mai non attinge>
(ibidem):
<considerevole componente di livello, socio-culturale, presente
nei materiali della storia intellettuale – (la pertinenza dello
storico risiede nel rilevare le cause) minute e immediate> (A.
L.Kroeber, The
concept of Culture in Science,
in Il
concetto di cultura,
a cura di P. Rossi).
Un
“prima”, già in <conoscenza
del conosciuto> (Böckh,
in Vitiello) – il mito
–
all'interno del quale è un ravvivarsi dell'intelligenza dell'uomo,
<posta
a stimoli (nuovi)
cui è chiamata a reagire, non in maniera riflessa o abituale, ma in
maniera intellettuale>
(Oléron): nuovi luoghi di vita, non più fattori destinati a
racchiudere ogni elemento dell'esperienza che l'uomo che ha della
propria mondanità, attraverso un pensare “figurativo” (il mito).
Prende
storia un nuovo atteggiamento mentale
richiedente prosposte
qualitativamente nuove che “riproducono” quel reale
scoperto,
rendendolo comunicabile
e
comprensivo
in sé:
in quanto tale si fa “storia”, e, viceversa, “la storia” si
fa “cultura”...
...e
tutto ciò che prende
storia
nella terra che ci ospita ha origine umane, dando <identità
alla Norma, all'Atto, alla Parola...nel fiume delle interpretazioni>
(Böckh,
in Vitiello)
/ <salda
roccia>
in quel fiume, l'origine
ricostruita
linguisticamente della nostra cultura
/
e se...lungo il cammino ogni suo granello si sgretola e <ogni
nuovo anello della catena rende diversa l'intera catena>,
l'origine
si
acclima, suffragando – in “memoria” - il <già
è>
(Hõlderlin,
Sul
tragico):
il <pre-dato:
il
vero a priori...il primo che regola il dopo (segnando)
la linea che l'interprete deve seguire nel futuro>
(Bõckh,
in Vitiello): attualizzazione della conformità immagine
ed esperienza della mondanità in
formalizzazione
logico-liinguistica.
VII-VI
secolo a.C., alfabetizzazione dell'alfabeto siro-fenicio ed
espansione economica, basata sul commercio, su tutte le coste del
Mediterraneo delle colonie greche segnarono una nuova costellazione
sociologica della vita individuale e comunitaria, pervasa dal nuovo
atteggiamento mentale / schema di un pensare non più
influenzato dalla “fede”, ma animato: da un piano di
<costruzione a scacchiera> delle città stato,
che allignerà il periodo aureo della polis di Pericle; da una
argomentazione per astrazione e universalizzazione – aurora della
nostra cultura:
<il
legame tra uomo, Stato e cosmo (viene così riedificato) non
più attraverso la fantasia...ma...in (uno stile) di
riflessione cosciente e capace di stabilire norme>...
...uno
stile che si costituirà, lungo la trafila della provenienza
della nostra cultura, l'elaborazione e lo sviluppo di
quell'atteggiamento mentale...indice della svolta...in
formazione discorsiva, costituendo <la
forma...espressione di un modo di concepire la vita, e la
distruzione della forma era la distruzione dell'esistenza
medesima>...
...forma,
il modello che con Aristotele (si veda De Interpretation)...in
periodo di dominazione macedone...troverà <il cosciente
formatore dell'apparato intellettuale e dell'autocontrollo della
conoscenza / quelle forme (ordinate in strutture
gerarchiche) nei confronti del mondo materiale non si comportano
come concetti vuoti che non hanno relazione concreta col mondo, ma
come il suo originario dover essere, dal quale le forme visibili
deducono e soprattutto, e solo così, esistono veramente> (A.
Weber, Storia della cultura come sociologia della cultura).
<Ciò
che conta è ln'universalità di queste esperienze...: non
l'ente ma la forma, l'eidos, in cui l'ente giunge a
trasparenza...all'identità pura del suo essere liberato da ogni
accidentalità> (Böckh,
in Vitiello)...
...l'accidente,
il perturbante
<coinvolgente
il nostro rapporto con la Realtà>
(T. Salari, Percorsi
del perturbate, in
“Anterem”, vol. 65): quelle forme
di intelligibilità,
sotto il cui dominio l'esperienza della mondanità si fa
<esperienza di verità> (Lacan), si costruiscono
<attraverso bisogni e tendenze della coscienza pensante che si
rispecchiano nell'ordine logico> (Adorno, Metacritica)...
...e
la contingenza si mostra <il luogo instabile in
cui si allacciano e si intrecciano le relazioni tra campi
scientifici> e organizzazione socio-economico-politica del
nostro quotidiano vivere da individui in relazione (la
“società”) in funzione di un equilibrio che pacifichi entrambi
(il domimio dell'intelligibilità dei primi e della seconda)
<come una riduzione dell'arbitrio> (Stengers/Bailly,
L'ordine, in Concetti nomadi, già cit.)....
...e
tale riduzione si riproduce vettore potenziale di
propagazione di quel “filo di Arianna”, formalizzato <in
ordine gerarchico>, reso <indispensabile
nell'operazioni degli intricati processi...(sia) nell'ordine
dei saperi (sia) nella forma tecnico-politica> (ibidem).
Funzionalità:
- dal
lato delle scienze, delle tecniche e di ogni descrizione di aspetti
della realtà umana (individuale/associata) per salvare l'oggettività
dei pensieri
soggettivi
dei veri protagonisti, cioè i pertinenti
dei vari saperi,
attraverso quella forma
che
la rende tale, cioè, “oggettiva”:
<siamo
concettualmente radicati in una tradizione che ci ha dato accesso a
un modello semplice, e che ha definito degli strumenti convenienti a
sistemi di questa natura>
(Stengers, Complessità>;
- da quello tecnico-politico, indicando <sia
l'essere vivente come totalità, sia la città vista in termini di
divisione del lavoro e di responsabilità>
(Stangers/Bailly).
La
loro stretta comunicazione fin dall'antichità affida la conclusione
non conclusiva di questo blog
ad
Adorno <La
critica della società è critica della conoscenza, e viceversa>
(Parole chiave).
il problema insolvibile...
...una ragione in più per
sollecitare l'attenzione sulla natura del fenomeno,
al prossimo
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