SETTANTANTACINQUESIMO
SOLILOQUIO
rientro
in tema
L'ingabbiarsi
dell'intelligenza: il
mio interrogativo / genetica
spontaneità operativa in ogni essere vivente, l'intelligenza
si rinnova costantemente <(nell')agire, (nel) pensare e perfino
nel sentire...(e) si esercita su gli oggetti e su elementi
dell'ambiente fisico...,in forza di una connessione fra stimoli
e risposte>
(Oléron, Le attività intellettuali,
in Trattato, v. 7°,
cit.).
La
naturalità dinamica della sua istantaneità...nell'urto con
l'esterno, che provoca
l'azione e si
stabilisce matrice nelle
esperienze che ogni individuo,
assimila e
si adatta...a
partire dalla fase <sensorio-motoria>... schemando
mentalmente il <rapporto tra l'aspetto
esterno o materiale del processo in atto e il suo rapporto interno
(l'individuo bambino o adulto), nella misura in cui questo
interviene> (Piaget, La spiegazione in psicologia e il
parallelismo psicofisiologico,
in Trattato, v- 1°).
Una
spiegazione di rilevanza ragguardevole: rischiara la mia
mente, offuscata dalla letteratura / mi persuade a sollevare
nocciolo dell'ingabbiarsi della nostra intelligenza proprio
nella connessione tra stimoli e risposte / mi esorta a vederne
il meccanismo mediatore, il quale...nella varietà delle
risposte, nel loro manifestarsi sia individuali sia nelle
diverse e datate configurazioni di esperienze
socio-economico-politiche...sviluppa una regolarizzazione delle
risposte, catturando con i suoi schemi mentali
l'insolito, operando un nuovo equilibrio, il
quale riproduce l'equilibrio di sempre.
Connessione
che leggo in chiave genealogica, il cui taglio recupera da Kant
(Critica della Ragione pura) l'elemento relazionale che
circoscrive la comune appartenenza dei due elementi del rapporto
esterno/interno, sollevato da Piaget, ma li caratterizza
dalla medesima natura fenomenica, in qualsiasi loro
manifestazione: idee e organizzazione del rapporto
interrelazionale / in tale qualità...secondo il mio taglio di
lettura... quella relazione è sollevabile a base ontica
della loro interdipendenza in azione reciproca, assestandosi
nella connessione stimoli e risposte, configurandone
temporaneamente la relativa tipicità di esperienza /
indubbia proprietà specifica dello psichismo nello stato
attuale della quotidianità, e rilevabile in <modo chiaro nel caso
delle attività intellettuali> (Oléron, in Trattato, già
cit.); quindi, anche nelle operazioni intellettuali delle
formulazioni teoriche: operazioni intellettuali nelle quali
ogni operatore si svincola <dalla sua devoluzione
all'amorfo, all'instabile, al multivico, imprimendo come forma
dell'esperienza se stesso...lasciando valere delle affermazioni
(sull'esperienza naturale e sociale) solo quel tanto che può essere
captato dall'identità delle sue forme> (Adorno, Metacritica,
cit.): il problema...
...derivazione
indotta da una “educata” pratica assimilatrice, sin dalla
fase senso-motoria delle coordinazione d'azione (Piaget, Trattato,
vol. 7°) che canalizza le risposte, nella loro plasticità e
multiformità, in un'istanza unica, la quale integra le interazioni
tra i processi psichici degli individui e i vincoli di un ambiente
già normato, trasformando quella che è una caratteristica
dello psichismo, appunto, in operazione culturale...
...e
ciò è reso possibile attraverso tre dinamiche, di cui: una è
individuabile negli indici fisiologici e organici che accompagnano le
manifestazioni soggettive della nostra intelligenza
nell'esercizio formativo delle nostre facoltà mentali (la
loro elaborazione è documentata dagli Autori del vol. 3°,
Psicofisiologia del comportamento, del Trattato);
un'altra, nella funzione di simulazione, la quale caratterizza
<le proprietà davvero uniche del cervello umano>, per il suo
impiego <al livello più profonde delle funzioni conoscitive> /
funzione soggettiva, la quale nel bimbo si manifesta nel
gioco, <nell'uomo essa diventa la funzione superiore per
eccellenza, la funzione creatrice, e viene riflessa dal simbolismo
del linguaggio il quale la esprime trasponendo e riassumendo le sue
operazioni> (J. Monod, Il caso e la necessità); il
concetto di schema, il quale fornisce il modello mentale
operativo delle coordinate del come pensiamo, esercitato
sia a livello del comune agire sia nella formazione dei
vari saperi.
Aspetti,
su cui si accentra il mio riflettere pensoso, incoraggiato da alcune
considerazioni, sollevate alla mia attenzione da quella mia
arbitraria comparazione
disgiuntiva tra generi diversi
del sapere: <il
cervello non contiene soltanto connessioni ereditarie ma anche un
numero sempre crescente e considerevoli di connessioni acquisite che
non dipendono più dalla sola maturazione> (ibidem);
e ciò può trovare una spiegazione dal rilievo di Monod, in quanto
attribuibile <alle funzioni superiori della corteccia, di cui il
linguaggio costituisce l'espressione, (sfuggendo alla analogia tra
macchine cibernetiche e il sistema nervoso> (Il caso e
la necessità).
Ma
il cervello a che fare col <corpo..e con tutto ciò che ha a che
fare (con esso, e in quanto tale, si situa) superficie (articolata)
di iscrizioni (della scansione storica) degli avvenimenti>
(Foucault, Microfisica del potere)
/ il che riafferma la nostra caratterizzazione di fenomeni
fra fenomeni,
passeggeri, vincolati
alle nostre strutture genetiche, sociali, alle circostanze del
quotidiano vivere: il nostro limite;
limite che ha in sé una qualità di valore: l'intelligenza,
legata al naturalmente dato (il legame relazionale),
poiché quei vincoli non
sono determinanti / ci
condizionano, e,
pertanto, manifestano la nostra possibilità di
troncare quella canalizzazione
che ci riconosce,
ancora oggi, appendici delle
varie egemonie.
Interruzione
vincolata alla complessità della questione
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