venerdì 28 luglio 2017

OTTANTANOVESIMO SOLILOQUIO

Insolvibilità dall'intensa profondità, che va, forse, oltre l'intento di Adorno / il suo indirizzarsi verso la relazione conoscenza/società...in marginale sospensione del concetto di cultura, - tema trattato nei Prismi...
sia il voler dare risalto alla condizione correlata da indagare come motore genealogico della cultura del genere umano in generale e in particolare della nostra cultura, nella cui genealogica dei dispositivi, attraverso i quali prende storia, esprime...sin dalle origini...una linea interpretativa singolare di quella correlazione: condizione irriducibile / irriducibile, in quanto in essa le istanze della vita individuale e sociale si trovano direttamente implicate con la formazione dei vari saperi, costituendo, appunto, la condizione di formazione della cultura di un popolo: la nostra, la quale va oltre lo sviluppo del suo concetto sia in senso antropologico sia in senso sociologico: <nessuna opera d'arte e nessuna vera filosofia si è mai esaurita in se stessa secondo il suo essere in sé. Sempre esse sono state in rapporto con il reale processo della vita della società, da cui si separavano> (Adorno, Prismi).

Un'esteriorità critica che lascia insorgere il problema su cui centrare la nostra attenzione, proprio oggi, in cui la confusione delle idee e dei linguaggi si è venuta a costituire problema centrale / problema che si manifesta all'interno della produzione interpretativa filosofica, scientifica, sociologica, politica e la cui risonanza investe i nostri comportamenti, poiché quel taglio si è...genealogicamente...consolidato nervatura della nostra cultura tramite il <fenomeno della propagazione (il quale rigenera) l'origine nella misura in cui si produce> (I. Stengers, in Concetti nomadi, già cit.): segna la linea interpretativa dell'interprete, pur nel suo taglio critico / <i diversi ambiti di produzione (impresa), riproduzione (scuola, famiglia), gruppo / divertimento (hobby): - cito Duque, L'età è mobile...poiché la tecnologia mobile riproduce l'origine attraverso un taglio dissociato dalla nostra tradizione culturale.

Un problema con il quale dobbiamo oggi, in piena evoluzione, dobbiamo fare i conti, in quanto quella linea interpretativa scandisce tempi ripetitivi...i quali non sono ritorni, ma attualizzazione con schemi diversi dell'origine, la quale ha dissociato i campi di appartenenza tra le due istanze, costituendo, nella separazione, appunto, la nervatura della nostra cultura, vigente, ribadisco, anche oggi, <espansione planetaria della tecnologia mobile> (Duque): separazione nella vita dell'uomo tra attività pensante, in funzione della quale si <assegnano forme di scientificità> ai vari saperi e attestati di verità all'assiomatica del chiacchiericcio del suo agire pensante, che va oltre il gossip / il risultato di quel taglio condizionale ha fatto: del <sapere...la scienza...nello spostamento successivi delle sue strutture interne (disgiungendolo da quel) campo di determinazazione storica (determinante) la loro comparsa, persistenza e la loro trasformazione> (Foucault, Sull'archeologia delle scienze); del chiacchiericcio lo specchio dei bisogni degli uomini: separazione che apre il problema in Adorno della condizione che ha reso possibile la dissociazione, in quanto quella condizione è stata sempre indagata (Tylor in, Il concetto di cultura, a cura di P. Rossi, già cit.) <sulla scorta di principi generalì (in quanto) si prestano allo studio delle leggi del pensiero e dell'agire umano>.

Lo slittare quella connessione cultura/società in conoscenza/società mi esorta, in conseguenza, a sostenere <l'origine esclusivamente umana di tutto ciò che è umano>, messa in “scena”, appunto, da un atteggiamento mentale “perspicace”, non determinato dalla “storia”, ma, all'opposto, dal “prendere storia”, traslando la “storia” in “cultura”: -
atteggiamento mentale, valvola della nostra intelligenza pratica in evoluzione speculativa...il naturalmente in atto dalla corteccia del nostro cervello..., esercitata dall'interessere a comprendere la sua appartenenza in una terra sconosciuta: <cieco che desidera vedere e che sa che la notte non ha fine, egli è sempre in cammino: solleva il macigno, che rotola ancora> - un periodo dal Mito di Sisifo di Camus in riproposizione, poiché mi fa capire in profondità la necessità di riflettere...proprio oggi...sul rapporto conoscenza/società...più dell'erudito filosofo, scienziato, teologo.

In ripercussione, circoscriverò la mia riflessione nei limiti dell'agire pensante dell'uomo erudito nell'operosità culturale dell'organizzazione umana del rapporto di convivenza fra i suoi simili / cercarne...prendendo atto del contributo delle loro analisi innovative in ogni settore del nostro esistente... le motivazioni che hanno separato di fatto, soprattutto con una tecnologia in rivoluzionaria trasformazione, staccionato l'operatività dell'agire pensante dell'intellettuale dall'uomo comune, che similmente opera pensando / staccato, che alimenta, in entrambi i <meccanismi di propagazione all'interno di quel corpo vivente che chiamiamo società......dalla quale tutto diparte.../ meccanismi di propagazione, i quali, se assegnano al loro taglio formativo forma di scientificità, i loro effetti solventi in entrambi, si verificano condizionanti la formazion, per vie diverse, del nostro schema mentale: interscientifica a livello delle idee (nei primi) nel ricorso a dei prestiti...multipli, permanenti, carichi di senso e di conseguenze (: dal biologico all'economico, dall'industria meccanica a quella tecnologica); nella mente della gente (nel) pathos (dei comportamentnei> (M. Herland/M. Gutsatz, Selezione/Concorrenza, in Concetti nomadi, cit.).

<Com'è possile separare la forma dei nostri ragionamenti dalla natura delle nostre facoltà intellettuali?> (Moravia, Il pensiero degli idéologues).

Trasmissione di un comunicabile spinoso che ci divide in maiuscolo Io e in minuscolo io / l'enigma che ci trapassa, mettendoci in un cammino di esperienza di un ricalcare la processualità di un <processo astrattivo (il quale) imprime a ogni forma concettuale l'illusione della grandezza> (Adorno, Minima moralia) e il cui effetto solvente è formativo dell'esperienza individuale e della pratica politica, organizzativa del nostro legame sociale.

L'enigma, erigersi del muro della spartizione che stabilisce <un sistema di comunicazione simbolica (a) vantaggio (di individui) più abili nel servirsene (dirigendo la loro intelligenza) a sfruttare quella prestazione specifica> (J. Monod, Il caso e la necessità) / “vantaggio”, dovuto allo sviluppo delle loro attività intellettuali e attraverso il <linguaggio (il quale) offre quadri di riferimento per l'organizzazione della condotta e secondo un'espressione ripetuta, uno strumento> (P. Oléron. La attività intellettuali, in Trattato, vol. 7°, cit.) / sviluppo...per quella linea interpretativa...occultato, in quanto trova la sue condizione di possibilità <nelle operazioni concrete (di ogni individuo, a partire dalla sua adolescenza, in forza di una) intelligenza pratica (che trova il suo movente nell'urto con gli “stimoli” esterni, utilizzando le varie combinazioni di “risposte” attraverso il <linguaggio spontaneo e naturalmente senza riferimento alla logica...conferendo loro un ruolo indispensabile nei ragionamenti (ordinari)> (Piaget/Inhelder, Le operazioni intellettuali, in Trattato, vol. 7°).

Certamente questo distacco non sorge dal nulla, e l'enigmatico dell'interrogativo evidenzia alla mia memoria un dato di fatto: VII/VI sec. a.C., la provenienza genealogica della nostra cultura, - materiale del mio lavoro riflessivo / materale spigoloso per la controversia interpretativa, non sul dato, ma sulla mutuazione mentale che quel dato determina nelle colonie greche.
L'orientamento della letteratura al riguardo, pur nella diversità delle interpretazioni, è indirizzato a rinvenire in esso l'origine di un pensiero razionale costitutivo dell'integrazione di quegli elementi essenziali, liberatori dall'egemonia del mito / elementi che modificano radicalmente la forma dell'organizzazione e del comportamento associato.

Tronco l'esternazione, rinviandola al prossimo blog per esigenza di riflessione