CINQUANTUNESIMO SOLILOQUIO
Mi muovo, riallacciandomi a
quella relazione di
pertinenza,
segnaletica della chiusura del precedente sol.,
su un campo franoso, quale è il processo
mentale del nostro pensare,
dischiuso, ancora oggi, ad approfondimenti, in particolar modo nel
rapporto intelligenza
e sviluppo /
terreno complesso:
investe problemi di ordine genetico; condensa l’esercizio
dell’attività di ogni uomo in quanto si pratica
<sia su oggetti concreti, elementi
dell’ambiente fisico,
sia su simboli, incarnati sugli oggetti, ma di cui contano le leggi
di produzione, di combinazione…le forme intermedie di
rappresentazirone> (Oléron, già cit).
La
rilevazione dei segnali
di individuazione di rilievi del nostro agire
pensante nel vivere
la nostra mondanità,
tenendo fermo il non pregiudicare l’evoluzione analitica del domani
– segnali
che prelievo dal Trattato
di psicologia sperimentale
– non passano inosservati alla mia attenzione dalla consapevolezza
della “parzialità”del mio taglio
angolato / La
multiforme conformazione del corpo
vivente che
singolarizza ogni singolo individuo
non
può
essere integrata in un esclusiva disciplina scientifica, e,
maggiormente. nell’intenzionato
dell’interprete
/ Per quanto considerevole possa essere la misura
di
conoscenza di una disciplina e alto l'ingegno dell'interprete, quella
misura è
sempre un assimilare quel corpo
vivente
ad una realtà
formale,
per un verso; dall'altro, lo sviluppo di nuovi paradigmi che aprono
nuove frontiere, e, per dirla con Lévy <lo zampillo sfuggente del
divenire>.
In
tale consapevolezza, la mia arbitraria
scelta
del prelievo di indici
ragguaglio di pertinenza di discipline e autori diversi si pone come
lavoro di elucidazione
e
non di risoluzione
del come
pensiamo.
Prelievi
di pertinenze scientifiche
da
me intessuti
in quella svolta
francofortese
e in particolar modo da Adorno / svolta
che
trova salto in quel suo avvertimento
di slittare la polemica tra immanenza
e trascendenza
(Prismi)
/ Polemica, accesa
dal taglio di
Kant del rovesciamento del rapporto essenza/apparenza
nelle condizioni
sotto le quali
ogni manifestazione
<si manifesta ad ogni soggetto empirico> (argomento già da me
trattato attraverso la lettura della Lezione
su Kant del 14 marzo
1978).
Proprio
in tale frase, è la mia spinta a pensare la congiunzione disgiuntiva
che fraternizza Adorno, Foucault, Piaget sul punto base, da me in
precedenza citato, il baricentro della critica:
dalla forma della
centralizzazione allo
stato di determinazione storica, movimentato dall'operosità
degli uomini (Foucault, Sull'archeologia delle scienze);
che agiscono pesante con quel pensare
<ut sic...radice
pulsionale la sua e che trova la sua spinta promozionale
nel processo vitale della società> (Adorno, Metacritica);
nel bambino, in quanto <le origini delle operazioni intellettuali
va cercata nelle (sue) azioni e nelle esperienze che egli fa>
(Piaget, Le
operazioni intellettuali,
in Trattato, vol- 7°).
Non è un tentativo
di maneggiare una
congiunzione
di generi di
disgiunti
saperi: è un collaudare a fertilizzare una relazione
di pertinenze,
promozionale di una circolazione
di idee, maturate da
pensatori,
impegnati nei loro settori, appunto, di pertinenza / circolazione
che può costituire quel nerbo
prestante di un
risveglio di attenzione
intorno all’
individuo,
non in quanto corpo
vivente <chiuso>,
ma in quanto corpo
vivente che si aziona
con il far tutt’uno col divenire dell’esperienza sociale /
caratteristica, che ogni uomo possiede nella sua singolarità,
e si manifesta dato di
fatto sin dalla sua
nascita, nel suo percorso dalla crescita alla sua fase di decadimento
/ si sottrae ad ogni forma di umanesimo
e ad ogni scienza del
comportamento: si dischiude superficie
di descrizione delle sue manifestazioni, nel caso specifico
dell’esercizio delle
facoltà mentali,
attraverso le sue basi organiche (cfr. J. Paillard, L’uso
degli indici fisiologici in psicologia,
vol. III° del <Trattato>, cit.).
Il carattere evocatore
dell’attenzione della circolazione
di idee, può
fomentare idee
che
prima erano assenti; accuratezza
alle modificazioni dell’ambiente esterno; fattori,
rispondenti ai requisiti di una critica
sferzante la linea seguita da ogni interprete
nell’interpretare
una configurazione
di esperienza di verità;
schermo
contro lo spettro <dell’impotentemente isolato in base al
criterio del concetto superiore che…sussume…i minimi tratti
intramondani (, i quali) sarebbero rilevanti> (Adorno, Dialettica
negativa): il
tentativo possibile per aprire nuovi orizzonti…
…possibilità decodificabile,
pertanto quel criterio
normativo che genera
quella “logica”,
indifferente nella matrice
(razionale o
il diversamente),
attivante, in relativa attualizzazione,
una normalità
a senso unico: il <già è> di Hölderlin, che
la svolta
dei francofortesi
erige a problema
pregiudiziale
e che riscontro…apprendendolo da Vincenzo Vitiello…in Augusto
Böckh, <uno dei padri fondatori della moderna filologia>, nel
<pre-dato>, in quanto <è nell’interpretazione il futuro
del futuro…segno (che) rinvia (all’origine)> (Hermes,
o della contraddizione,
in “Anterem”,
riv. n. 89).
<Il
vero a
priori (che) sta
fermo come una salda roccia nel fiume delle interpretazioni>,
ancora oggi, è quel <prima
che regola il dopo>
(ibidem)
/ un oggi
quasi impossibile di essere pensato all’interno di un
sistema / un oggi
dilemmatico. il quale
situa in tilt i
nostri schemi mentali, in quanto posti di fronte allo svincolarsi di
situazioni
contingenziali
(rimando alla lettura del saggio di F. Duque L’età
è mobile, qual cella al vento,
in ”Anterem”, riv.,
già cit.)
/ situazioni,
incagliati, in circuiti lunghi o brevi in due situazioni
irrelate, per la
diversità delle loro matrici
in temporanea
coincidenza –
il filo rosso di un capitalismo in metamorfosi finanziario e la
<mobilizzazione della tecnologia>, configuranti un
<reticolo…new
medium, in cui
l’accumulazione e interazione
dei diversi media>
(ibidem)
incrementano eventi situazionali sul piano etico,
politico,
sociale,
e, per quanto riguarda la seconda,
in <ambito semantico> (ibidem)
/ il vivere della nostra mondanità è connesso a questo orizzonte
di intelligibilità che ravviva un neo
liberalismo
promozionale di una cultura
dell’immediato, in
quanto ci delega ad
affrontare singolarmente
i problemi del nostro tempo, senza certezza del futuro,
spronandoci a conseguire i nostri
interessi (ho
approfondito questo tema, che oggi si colorisce di un pietismo
mistico,
nel ciclo riguardante
la crisi).
Una intelaiatura
diversificata dell’organizzazione umana del nostro vivere da
individui-in-relazione segna il divario dell’oggi dal passato
remoto e prossimo / provoca conseguenze decisive sulla cultura, sul
rapporto fra gli uomini, <sul
destino stesso del mondo in cui viviamo (per
il fatto) che separa
il passato conosciuto da un futuro pieno di incognite (Bordoni, Stato
di crisi, già cit.
/ reintroduce,
direi a Duque, in quel
suo configurato, non un <reattivamente
nichilista>, ma un
egotismo prominente, condividendo,
per contro, quel suo
<impadronirsi oggi
di corpi, spazi
e tempi disgiunti
attraverso reti e operatori transnazionali> (ibidem).
Evidenza di un oggi fuori dai
cardini di quel taglio culturale che ci ha maturati moderni e che,
nel quotidiano, ci impone il confrontarci con l’immediato
/ risalto di
un vincolo, il quale
pone il nostro cervello, educato, in problematica discrepanza con
quel taglio / lo costringe a cercare in se stesso la condizione che
gli permetta il capire l’esperienza che sta vivendo / lo sprofonda
in una confusione, la quale, pur rivelandosi linguistica
nell’inversione continua dei termini, è educativa / risveglia in
esso quella linea interpretativa, salda nella tradizione che muta ed
accede ad una interpretazione in cui la confusione ritorna e si fa
pericolosa.
Una
vicissitudine che l’attuale
clima, nel
dischiuderci, in forza della nostra
intelligenza,
percorsi possibili,
rispecchia in ciascuno di noi un <Sisifo felice>: immagine di
Albert Camus (Il mito
di Sisifo): il <nuovo
Sisifo… torna al suo macigno…persuaso dell’origine
esclusivamente umana di tutto ciò che è umano, cieco che
desidera vedere e che
sa che la notte non ha fine, egli è sempre in cammino…Ma Sisifo
insegna la fedeltà superiore, che nega gli dei e solleva i macigni>:
riparte / si
incammina attraverso quel sentiero ammaliato da quella fedeltà
superiore verso la cima
nella quale <riempie il (suo) cuore>…
…quel
richiamo in attualità
si scatena in
divario: dissomiglianza nei nostri comportamenti,
nell’accettare il cambiamento e le nuove esigenze, grazie,
soprattutto l’informazione
/ non entro nel merito del divario,
sul quale si sono appuntate le mie riflessioni precedenti / il Sisifo
insegna…: la
trasmissione del suo messaggio, in un fuorviare Camus in quella
<lotta (dell’uomo) verso la cima (che gli) basta a riempire il
(suo) cuore> (ibidem),
per sollevare in quella lotta
il <codice…(che la) rende significante…(; codice) più
antico
dell’interprete e dell’interpretato> (Vitello)…
…codice,
comune appartenenza
che io riscontro nei nostri comportamenti nella loro diversità di
lotta per raggiunge quella cima:
l’equilibrio comunitario attraverso il “buon governo” /
eterogeneità di
azioni nel medesimo
iter
al cospetto della rassegnazione dei molti:
sorda e confusa protesta; rottamatori; antipolitici, anche loro, come
gli altri, legati all’organizzazione dei rapporti sociali
centralizzata nello Stato: <la “governance” gestisce la
comunità> (Bordoni, Stato
di crisi, cit.)…
…e
il <macigno rotola> ancora oggi / un oggi, in cui l’evoluzione
culturale ha
raggiunto quella <cima> in cui lo splendore della sua
superiorità sul mondo
fisico esercita, in
autonomia, quella pressione selettiva sul genoma, trasformando il
comportamento <automatico> dell’uomo in comportamento
<culturale> (J. Monod, Il
caso e la necessità)…
…e il nostra oggi si rivela in
una dissociazione totale da richiedere <categorie
d’intelligibilità che presuppongono proprietà intrinseche>
(Stengers) diverse da quelle strutture preesistenti, trasmesse da
quella fedeltà
superiore, la quale
si esplica in quel pensiero
astrattivo che
<imprime a ogni forma concettuale l’illusione della grandezza>
(Adorno, Minima
moralia).
La
fedeltà superiore:
“nega gli dei e solleva i macigni”: intelligenza dell’uomo in
genealogica esplicazione
di una
deregolamentazione di quell’<universo, ormai senza padrone>
(ibidem)
attraverso l’utilizzazione di quella <centralizzazione>, la
quale dà il <modello dell’organizzazione> dell’<ingranaggio
di folle umane in azione>, affinché ogni individuo possa
raggiungere quell’unico fine (Nietzsche, Umano
troppo umano, cit.)
che <basta e riempie il cuore di un uomo> (Camus): equilibrio
mobile dell’organizzazione sociale
nella salda roccia della normalizzazione
di sempre…
…bisogna
parlarne sul <serio> (Horkheimer, La
nostalgia del totalmente Altro)...
...al
prossimo