sabato 11 novembre 2017

NOVANTADUESIMO SOLILOQUIO
<Porsi dal punto di vista del successo del virus, il risalto della Stengers, è sintomaticamente indicativo per una svolta esplorativa del movente di una ripetizione, in forza della quale, nella temporalità estensiva dell'acquisire in noi esperienza del nuovo, tutto ritorna allo stesso posto.
Rilevante, a tal proposito, è il mettere in evidenza un rilievo...esito sperimentale, quindi, non filosofico..di Oléron (in Trattato di psicologia sperimentale, già da me citato): nei <modelli che introducono elementi nuovi e diversi nel ciclo stimolo-risposta...(la) diversità non è anarchica; vi si trovano al contrario delle regolarità>: osservanza di una procedura sperimentata, al di là di ogni nuova teoria semantico-linguistica.
Il modello <insegna – scriveva Nietsche in Umano troppo umano -, attraverso se stess(o) l'ingranaggio di folle umane (oggi, in <assemblaggio riflettente mobile che si sgrana in una sequenza indefinita di situazioni (Duque, già citato), in azioni in cui ognuno ha una sola cosa da fare> / modello, qualunque sia la spinta genealogica che dà “forma” all'organizzazione ordinativa del tutto: sia essa la confezione dell'architettonica di un sistema gerarchico, <in cui uno dei due termini comanda l'altro> (J- Derrida, Posizioni), sistema, che trova la sua compiutezza nella sua stessa costruzione; si essa il ritaglio dell'invenzione dell'uomo: la, macchina, ieri, per pervenire ad un oggi, segnato dall'<espansione planetaria della tecnologia mobile> (Duque, già citato); coinvolge <la sovranità individuale (poiché) fa di ogni individuo uno strumento per un solo fine> (Umano....); pregiudica la critica, ossia: il negativo; il sovvertitore del mantenimento di un comportamento in usura temporale; ciò, poiché <la perfetta negatività, non appena fissata in volto, si converte nella cifra del suo opposto> (Adorno); delinea la variante della regolarità di un equilibrio di un insieme configurativo di quella che Lacan definisce esperienza di Verità, in quanto esperienza di parola e che Nancy (già citato) ne rileva la metodica, che io, in arbitrio, definirei di un equilibrio che assume in sé il “rapsodico” sotto l'unità del nome; regolarità, che si fa “norma normalizzante, imbrigliata nella radice di quello stesso meccanismo, già allineato a omogeneizzare il contegno del nostro agire pensante e parlante a <prendere come camportamento “normale”, da imporre a tutti, un comportamento spiegato e giustificato razionalmente> (P. Livet,in Concetti nomadi, cit.), sia pure nella nuova esegesi.

Orientamento di <una riproduzione di invarianza - “espropriante”, nella condivisa opinione di Adorno - una delle proprietà fondamentali caratteristiche di tutti i viventi, nessuno escluso: quella di essere oggetti dotati di un progetto, rappresentato nelle proprie strutture e al tempo stesso realizzato mediante la prestazione> (J. Monod, Il caso e la necessità>.

Orientamento, effetto solvente di ogni modello, il quale non viene in luce dal nulla, ma, in quanto <in quanto storia , conoscenza del conosciuto, dacché col <passato> abbiamo qualche familiarità>. Per tale movente, il <già dato (consequenzialmente non può che essere assunto) come presupposto dell'interpretazione>, dal momento in cui l'interprete, in forza della connessione stimolo-risposta (Oléron), entra in relazione col pre-dato, <inserito in una rete di significati che lo comprend(ono) e che <segna la linea che l'interprete deve seguire nel futuro> (Böckh, in Vitiello, già citato).
Linea da seguire, input a un rifletterla comunitario / linea rilevata su circuiti lunghi, come già esternato / traiettorie, tracciate da situazioni minate dalle interruzioni attinenti alle varie climatiche di intelligibilità, incentivati <dall'equilibrio mobile> dell'intelligenza dell'uomo, in concatenazione di sviluppo tra operatività pratica e operatività intellettuale, mediante <astrazioni riflettenti> (Piaget/ Inhlder, Le operazioni intellettuali. In Trattato di psicologia sperimentale, già da me citato).
Mobilità, la quale dà sviluppo ad una situazione d'ordine in perenne riassetto intorno alla parola e allo scambio simbolo, come significato della sua oggettualità / <cammino – mi suggerisce Matteo Bonazzi, in un suo saggio <Io, La Verità, Parlo> di Lacan – esperienza di parola che è immediatamente anche esperienza politica, perché parte dalla constatazione che il soggetto non è un individuo, non è un atomo slegato dal resto del mondo> (in “Anterem” 89).
Condividibilità in un oggi, quotidiano esercizio dell'esistere all'interno di un brusio pubblicitario e in un <virtuale...in intimior intimo meo> (Duque)
degli scambi comunicativi e delle retoriche istituzionali / un'associarmi, tuttavia, con un esplicativo che, a mio avviso, lo mette al punto: il modello sigilla l'azione dell'uomo nel testo, per mezzo del quale si fa istruttivo dello schema mentale del nostro agire pensante e parlante: - un esplicito, spronato da un balenio nel leggere Le discours de la syncope di Nancy: quindi un mio tentativo dimostrativo di una riproduzione nel testo della riedizione nel modello del mondo reale...un insieme di fenomeni, comprese le nostre idee (Kant, Critica della Ragion pura)...e, in quanto tale, incomprensivo in sé...e lo rende intelligibile e comunicabile.

Senza entrare nel merito dell'intento di Nancy, quel “lume” mi aiuta a rendere comprensibile...senza titolo dell'ultima parola...la procedura evolutiva della nostra cultura, segnata della linea intepretativa che <l'interprete deve eseguire nel futuro>, sollevata dal filologo Böckh (citato in Vitiello) / adottando, nella lettura del lavoro di Nancy, il termine <propagazione>, prospettato dalla Stengers in Concetti nomadi, <in quanto problema (insorgente) all'interno delle problematiche scientifiche / termine (che) ha il grande vantaggio di indicare un fenomeno naturale, ma anche un fenomeno sociale>.

La prolissità di quanto esternato e lo spessore del “taglio” di riflessione sulla nostra cultura, in oggi in composito assetto di crisi nella crisi finanziaria, mi obbligano il proseguire nel prossimo blog.