SESSANTESIMO
SOLILOQUIO
Riattivare
il propositivo di sollevare rilievi a fisiologia del
mutarsi dell'atteggiamento mentale, che rinverdisce
dal giogo del fato l'intelligenza dei pionieri nel
fondativo posizionare storico di quella piantagione che
fertilizzerà quella che è la mia, la nostra cultura /
sollevarli alla riflessione - in una perdita...oggi...in
ognuno di noi...quella consapevolezza storica che ha trasformato
la geografia territoriale dell'occidente in quel pronunciato
di Isocrate: <Atene aveva fatto si che il nome Ellade non
distinguesse più la razza ma l'intelletto, e il titolo di ellenico
fosse un indice di educazione anziché di discendenza comune>
(captato in una mia lettura sull'Evoluzione della specie di
Dobzhansky, vol.10° del Trattato, cit.) / quel
riattivare è il mio tentativo maldestro di riportare quel nome
ellade...che canalizzò quell'atteggiamento mentale in un
<processo astrattivo (il quale) imprime a ogni formazione
concettuale l'illusione della grandezza, ma conserva un antidoto
nella distanza dall'oggetto dell'azione, nella riflessione e nella
trasparenza> (Adorno, Minima moralia)...all'agire
pensante di quei pionieri che hanno risvegliato in noi
quel naturalmente in atto, per dirla con Rousseau (Emilio),
che ci designa appartenenti alla terra: la connessione tra
stimoli, provocati dalle situazioni, e le nostre
risposte / connessione che si traducono in esperienza
del vivere la nostra mondanità.
La
provenienza, nel costituirsi
cesura dal natio
orizzonte significativo, trasfigurando l'ideazione in voga di un
tempo ciclico, in cui tutto ritorna come prima,
ha avviato il prendere storia della
nostra cultura, nel
dischiudere un nuovo, ma irresoluto orizzonte di
significatività, dando,
appunto, storia alla
nostra cultura.
Anno
zero che si ripeterà
nella trafila dell'equilibrazione oscillante
in ogni esperienza di verità,
direbbe Lacan?
L'interrogativo
diviene...per me...
pregiudiziale, e mi stimola a sollevare l'attenzione su quell'anno
zero / osservarne il taglio,
interrogandolo per capacitarmi se il suo significato letterale -
nascita dal nulla – coincida
con il dato di fatto
che...nel farsi problema
a quegli uomini...prende storia,
e si fa cultura o
possa leggersi da una diversa angolazione, per la quale lo zero
esprimerebbe la radicalizzazione
di una svolta dal
didentro di una territorialità organica negli elementi che
la configuravano esperienza di verità (Lacan).
Nulla
nasce dal nulla, e la nostra appartenenza alla terra,
della quale prendiamo esperienza del vivere lo spessore di ciò
che viene a delinearsi la nostra mondanità, è lo spazio
dove esercitiamo la nostra attività <su una combinazione (di
fattori, quali) oggetti concreti, elementi dell'ambiente
fisico...simboli incarnati sugli oggetti> (Oléron, Le attività
intellettuali, vol 7° del Trattato, cit.) / azione
che si consolida, particolarmente, attraverso l'assiduità ad <un
gruppo (il quale diviene la) condizione di possibilità> (della
crescita della nostra individualità) (Stengers, Complessità, in
Concetti nomadi, cit.) / in tale concomitanza di
fattori...che si delinea all'interno di un sincronismo di
accidentalità rapsodica e circoscritta territorialità, il cui
perimetro è segnato dall'identità del Nome...il linguaggio
assume una particolare funzione mediatrice: <interviene e si
mescola ad ogni azione esercitata sugli oggetti dal momento in cui,
soprattutto, questi pongono un problema e non comportano un
adattamento automatico> (Oléron).
Sollevare
alla riflessione lo spessore – indice di quella consistenza
territoriale, su cui si spiega il decorso dell'esercizio del
nostro quotidiano vivere, e che l'acquisizione negli uomini di una
forma mentale, educata da una cultura della cattura,
ha variegato in geografie territoriali – è un tentativo di
chiamare in causa quel dato di fatto, il quale dà luce
all'osservatore / ideazione indotta da quello stimolo che
si impianta problema / connessione naturalmente in
atto...mi suggerisce Rousseau (Emilio)...che i massimi
sistemi hanno proscritto.
In tale
angolazione, quell'anno zero, in cui si pratica la cesura
con la tradizione, si sviluppa – per fatti
interni, concomitanti a fatti esterni – all'interno
della tradizione, traendone i fattori esistenti,
mutandone le condizioni d'uso, funzionali ad una intelligenza
figurativa, indirizzandoli verso una nuova identità:
<il
mito è già illuminismo e l'illuminismo torna a rovesciarsi in
mitologia> (Adorno/Horkheimer, Dialettica dell'illuminismo)...
...un
contro-senso che risalta una logica nei fatti, proprio
nel loro trasformarsi in cultura che si fa storia...
...e, <in
quanto storia (è) “conoscenza del conosciuto”, dacché
col “passato”, al quale apparteniamo, abbiamo sempre qualche
familiarità> (V. Vitiello, Augusto Böckh,
(uno dei padri
fondatori della moderna filologia) Hermes
o della
contraddizione,
“Anterem”, n.89).
<Il
già dato è pre-dato, (il quale) implica pre-ponderanza> (ibidem)
/ tutto comincia con una ripetizione di <qualcosa che già c'è>
(Derrida, Memoires
d'Aveugle) / e quel
<gjà è si fa <condizionamento (del desiderio)
dell'incondizionato> (Adorno, Minima
moralia) / poiché il
nuovo orizzonte di significatività <attinge a qualcosa che già
è> (Hölderlin, Sul
tragico) / si
,istituisce < il vero a priori. Il primo che regola
il dopo. Ed esso sta fermo come salda roccia nel fiume delle
interpretazioni...segna la linea che l'interprete deve seguire nel
futuro. Il passato – l' a priori, il pre-dato è ,
nell'interpretazione, il futuro del futuro> (Vitiello).
La
provenienza...smembrandone con la cesura la totalità
organica...non ne dissolve l'esperienza originaria / matura un
diverso atteggiamento mentale, ma ne attinge, in modo
negativo, cioè critico, la necessità di racchiudere il
nuovo orizzonte sotto l'unità del Nome, a calco differenziato...
...si
predispone allo sviluppo delle sue capacità intellettive, sorretto
dalla persuasione <dell'origine esclusivamente umana di tutto ciò
che umano... solleva i macigni...e cammina...> (A. Camus, Il
mito di Sisifo)...
...e nel
cammino, ingenera, sotto la spinta del mutarsi delle condizioni di
esperienza, una fondata attendibilità cognitiva, in forza della
quale può sollevare <il macigno che rotola> (ibidem):
si stabilizza memoria...
...quella
memoria culturale si fa iter di una rete di
inserimenti di orizzonti di significatività integrati nella loro
unità del Nome, provocando ad un tempo lo smembramento della
loro strutturazione e una ricomposizione in linea di un nuovo
orizzonte che ripristina, in un montaggio di segni diversi,
l'integrazione del nuovo equilibrio nell'unità cangiante del
Nome...
...il
ritmo sincronico di un processo culturale che si fa storia di un <già
è>, come si è evidenziato,
il quale, nel mutarsi della tradizione, proprio nella sua
abiura, si ripristina un <non identico (<già è>)
sotto l'aspetto dell'identità> (Adorno, Dialettica
negativa)...
...e il
macigno rotola ai miei piedi...
...e
io...come ogni uomo...mi ritrovo <corda annodata fra l'animale
e il superuomo, una corda tesa sopra un abisso> (Nietzsche, Così
parlò Zarathustra) in un anno travagliato che si dilegua per
schiudersi nell'incognita del nuovo...
…al
prossimo anno il mio continuo issare il macigno.