CINQUANTANOVESIMO
SOLILOQUIO
Inquadratura
territoriale, all'interno della quale, le conseguenze della
fattualità nelle sue non univoche circostanze si
compongono input...lungo una complessa trafila nei cardini di
un tempo che si estende in disgiunte configurazioni di
esperienze...di una mutazione culturale: la provenienza.
Un
rivolgimento totale: introduce nell'ambiente, culturalmente figurato,
una lacerazione al nucleo del suo simbolico equilibrio, in cui
- <”tutto è come è, e tutto avviene come avviene”> (in M.
Cacciari Kiris, la riflessione di Wittgenstein>; <tutto
è già compiuto> (G. Deleuze, Lezioni su Kant) – si
attua in corso un situarsi degli uomini <al limite estremo
(di quella) lacerazione (che li) separa da Dio (e li colloca) tutti
interi all'interno del momento> (F. Hölderlin,
Note a Sofocle).
Tutto si
fa umano, e <l'uomo non è più che cesura del tempo>
(Deleuze)...
...e il
suo agire pensante, in forza della sua intelligenza, si
fa radicale con la diffusione del linguaggio alfabetizzato, offrendo
ad ogni uomo <quadri di riferimento per le condotte>, mediante
la codificazione simbolica / coinvolge in ogni individuo la
percezione e la memoria, promuovendo, da un lato. lo sviluppo delle
funzioni cognitive; dall'altro, sensibilizza l'individuo a disporsi
<soggetto come ricettore e trasformatore “modificatore”
dell'informazione> che l'ambiente produce (P. Olèron, Le
attività intellettuali, in Trattato, cit.)...
...e il
dato di fatto si compone in cultura.
VII-VI
sec. data quel <campo di determinazione storica> che rende
conto, nel propositivo di Foucault, della <comparsa> della
nostra cultura / periodo, geograficamente delineato, in cui
l'accidentalità della manifestazione, nei suoi elementi variegati,
mette in evidenza l'uomo in quella specificità di agente
pensante, prima ancora di diventare centralità teorica di
una sua ermeneutica, differenziata nei suoi strumenti
logico-formali.
Il dato
di fatto: in quei lunghi travagliati anni, situazioni interne,
interconnessi in frapposti eventi esterni alle colonie greche
e alla stessa Atene, rinvigoriscono le trasformazioni, già iniziate
nel precedente secolo, della vita rurale e patriarcale primitiva,
attraverso una economia più ampia e più varia che “presagisce”
quella che diventerà una discussa teoria dello scambio, qui
in contenuto empirico, cioè svincolato da ogni ordine fissato / a
tale trasformazione economica si connette una sostituzione di regime
monarchico di tipo omerico, inizialmente, con un regime oligarchico
e, successivamente, in regime, cosiddetto dai testi, “democratico”.
Ciò rese
possibile un vasto movimento di espansione delle colonie greche,
mosso, non dall'intento di nuove terre da sfruttare, ma dalla ricerca
di nuovi mercati, finalizzati al commercio / si concatena a tale
nuovo percorso di processo, l'alfabetizzazione siro-fenicia,
introdotta nel secolo precedente, segnando il passaggio da una
mentalità orale a una mentalità scritta.
Tale
concomitanza di fattori portò alla fondazione di città greche
nel mediterraneo e in Atene, e, con l'introduzione della scrittura
alfabetica, ad una lunga maturazione di una civiltà della
scrittura, che segnò l'epoca classica della nostra
cultura / maturazione, fertilizzata a partire da quei secoli
che segnarono l'apostasia della cultura di origine (epoca
mitologica) e l'emergere l'intelligenza degli uomini a
congegnare l'esperienza del vivere la loro mondanità / cesura,
quindi, dal mito, che provocò, secondo gli ellenici, una
mutazione mentale nei greci del loro agire pensante
figurativo (epoca mitologica) verso un diverso
atteggiamento mentale / atteggiamento che realizzò nei secoli
479-431, dopo le guerre persiane e i conflitti fra gli stati
greci, la Confederazione delio-attica, promossa da Aristide,
e il primato culturale di Atene, esternatosi, oltre lo
splendore monumentale, sul piano politico da Pericle e sul piano
conoscitivo da un fertilità intellettuale che canalizzerà
quell'atteggiamento mentale in agire pensante per
astrazione: la formalizzazione razionale di un
pensare impersonale in grado di <afferrare la totalità della
realtà> (Adorno) in ogni variante epocale, trasformando la
riduzione all'uno (genere formativo di un pensare a regime
filosofico), nel ribaltamento, in un pensare a regime
scientifico formalmente normativo: discontinuità di
configurazioni di <esperienze di verità> (Lacan) in filo rosso
di un prolungarsi cognitivo, integrativo di una variegata
esperienza nell'unità del Nome (Nancy).
Filo rosso
di una ricostruzione di quell'atteggiamento mentale aperto al
futuro, generatosi all'interno del natio orizzonte di
significatività configurante una totalità organica, internante la
connessione uomo e realtà oggettuale alla legge del destino,
decretata dagli dei: il dato di fatto, la cui
consequenzialità immaginativa si pone condizione immanente alla
connessione di quello che costituirà...nel taglio del
moderno...il rapporto fra soggetto e oggetto
(natura/società): <la ricostruzione immanente al
soggetto del mondo oggettuale (sia nella sua manifestazione in quanto
natura sia nella figurazione del sociale – la
problematica variegata del discorso di genere filosofico –
alla quale) a sua volta soggiace (il genere del discorso
scientifico, il quale, in funzione di quell'adeguarsi) ne
diventa il metro di giudizio (per il quale) la scienza viene in certo
modo ontologizzata> (Adorno, Dialettica negativa).
In un mio
pensoso rimeditare la trafila composita della provenienza della
cultura della nostra società, il rimuginare dei rilievi
colloquiali, presumibilmente, potrebbero potenziare quella
consapevolezza storica di essa, oggi in oblio.
Quel
processo cognitivo, nel suo profilarsi speculativo,
si fa verità del fatto: si costituisce mondo in
sé – e, in quella autosufficienza si “auto-genera”
matrice logica del pensare...
...e
quella intelligibilità senza corpo seduce la nostra vita
mentale / l'assiomatizzazione delle sue coordinazione si fa
regola delle nostre azioni / si costituisce legge del
pensare, e, in quanto tale, si fa condizione attraverso la
quale e mediante la quale ogni versione discorsiva acquisti
autorità egemonica, garantendole la trasparenza della sua
astrazione e l'opacità delle operazioni concrete,
lacerando l'integrità dell'uomo attraverso l'uomo – di quell'uomo,
corpo vivente che di quella trasparenza è il
produttore e il trasformatore, in virtù di quel talento,
naturalmente attivo, l'intelligenza / il suo maturarsi,
attraverso il vivere la sua esperienza mondana, rende le varie
articolazioni di pensieri soggettivi in grado di operare,
attraverso <combinazioni possibili...una generalizzazione delle
operazioni acquisite allo stadio delle operazioni
concrete...applicata alle idee e giudizi come gli oggetti o ai
fattori> (Piaget/Inhelder, Le operazioni intellettuali e il
loro sviluppo, in Trattato, vol. 7°) - il che palesa la
capacità di ogni uomo di esercitare operazioni intellettuali <sia
su oggetti concreti, elementi sull'ambiente fisico, sia su simboli,
incarnati anche negli oggetti> (P. Oléron, La attività
intellettuali, vol 7° del Trattato).
Il
processo cognitivo, nelle sue variate forme, <in sé
ipostatizza la propria forma rispetto al contenuto, prima di ogni
contenuto, Così però ipostatizza già il principio d'identità, per
cui una fattispecie è in sé, come qualcosa di solido e durevole,
mentre è stata soltanto postulata dal pensiero pratico> (Adorno,
Dialettica negativa)...
...in tale
ipostatizzazione...nelle versioni in cui la sua forma prende
storia – riduzione all'uno (classicità) / normativa
(moderno) / logica (neopositivismo logico) /
newonto(techno)logy (oggi: <l'ultima manifestazione
dell'essere dell'ente> *Duque, già cit.*) - <si
rispecchiano bisogni e tendenze della coscienza pensante>
(Adorno, Metacritica)...
...e nel
dominio di ogni forma a modello unico, il nostro vivere la
quotidianità si inabissa tale da allignare alla radice della
nostra intelligenza...
...interrompo
per riattivare nel successivo ulteriori rilievi.
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