sabato 31 dicembre 2016

SESSANTESIMO SOLILOQUIO

Riattivare il propositivo di sollevare rilievi a fisiologia del mutarsi dell'atteggiamento mentale, che rinverdisce dal giogo del fato l'intelligenza dei pionieri nel fondativo posizionare storico di quella piantagione che fertilizzerà quella che è la mia, la nostra cultura / sollevarli alla riflessione - in una perdita...oggi...in ognuno di noi...quella consapevolezza storica che ha trasformato la geografia territoriale dell'occidente in quel pronunciato di Isocrate: <Atene aveva fatto si che il nome Ellade non distinguesse più la razza ma l'intelletto, e il titolo di ellenico fosse un indice di educazione anziché di discendenza comune> (captato in una mia lettura sull'Evoluzione della specie di Dobzhansky, vol.10° del Trattato, cit.) / quel riattivare è il mio tentativo maldestro di riportare quel nome ellade...che canalizzò quell'atteggiamento mentale in un <processo astrattivo (il quale) imprime a ogni formazione concettuale l'illusione della grandezza, ma conserva un antidoto nella distanza dall'oggetto dell'azione, nella riflessione e nella trasparenza> (Adorno, Minima moralia)...all'agire pensante di quei pionieri che hanno risvegliato in noi quel naturalmente in atto, per dirla con Rousseau (Emilio), che ci designa appartenenti alla terra: la connessione tra stimoli, provocati dalle situazioni, e le nostre risposte / connessione che si traducono in esperienza del vivere la nostra mondanità.

La provenienza, nel costituirsi cesura dal natio orizzonte significativo, trasfigurando l'ideazione in voga di un tempo ciclico, in cui tutto ritorna come prima, ha avviato il prendere storia della nostra cultura, nel dischiudere un nuovo, ma irresoluto orizzonte di significatività, dando, appunto, storia alla nostra cultura.

Anno zero che si ripeterà nella trafila dell'equilibrazione oscillante in ogni esperienza di verità, direbbe Lacan?
L'interrogativo diviene...per me... pregiudiziale, e mi stimola a sollevare l'attenzione su quell'anno zero / osservarne il taglio, interrogandolo per capacitarmi se il suo significato letterale - nascita dal nulla – coincida con il dato di fatto che...nel farsi problema a quegli uomini...prende storia, e si fa cultura o possa leggersi da una diversa angolazione, per la quale lo zero esprimerebbe la radicalizzazione di una svolta dal didentro di una territorialità organica negli elementi che la configuravano esperienza di verità (Lacan).

Nulla nasce dal nulla, e la nostra appartenenza alla terra, della quale prendiamo esperienza del vivere lo spessore di ciò che viene a delinearsi la nostra mondanità, è lo spazio dove esercitiamo la nostra attività <su una combinazione (di fattori, quali) oggetti concreti, elementi dell'ambiente fisico...simboli incarnati sugli oggetti> (Oléron, Le attività intellettuali, vol 7° del Trattato, cit.) / azione che si consolida, particolarmente, attraverso l'assiduità ad <un gruppo (il quale diviene la) condizione di possibilità> (della crescita della nostra individualità) (Stengers, Complessità, in Concetti nomadi, cit.) / in tale concomitanza di fattori...che si delinea all'interno di un sincronismo di accidentalità rapsodica e circoscritta territorialità, il cui perimetro è segnato dall'identità del Nome...il linguaggio assume una particolare funzione mediatrice: <interviene e si mescola ad ogni azione esercitata sugli oggetti dal momento in cui, soprattutto, questi pongono un problema e non comportano un adattamento automatico> (Oléron).

Sollevare alla riflessione lo spessore – indice di quella consistenza territoriale, su cui si spiega il decorso dell'esercizio del nostro quotidiano vivere, e che l'acquisizione negli uomini di una forma mentale, educata da una cultura della cattura, ha variegato in geografie territoriali – è un tentativo di chiamare in causa quel dato di fatto, il quale dà luce all'osservatore / ideazione indotta da quello stimolo che si impianta problema / connessione naturalmente in atto...mi suggerisce Rousseau (Emilio)...che i massimi sistemi hanno proscritto.

In tale angolazione, quell'anno zero, in cui si pratica la cesura con la tradizione, si sviluppa – per fatti interni, concomitanti a fatti esterni – all'interno della tradizione, traendone i fattori esistenti, mutandone le condizioni d'uso, funzionali ad una intelligenza figurativa, indirizzandoli verso una nuova identità:
<il mito è già illuminismo e l'illuminismo torna a rovesciarsi in mitologia> (Adorno/Horkheimer, Dialettica dell'illuminismo)...
...un contro-senso che risalta una logica nei fatti, proprio nel loro trasformarsi in cultura che si fa storia...
...e, <in quanto storia (è) “conoscenza del conosciuto”, dacché col “passato”, al quale apparteniamo, abbiamo sempre qualche familiarità> (V. Vitiello, Augusto Böckh, (uno dei padri fondatori della moderna filologia) Hermes o della contraddizione, “Anterem”, n.89).

<Il già dato è pre-dato, (il quale) implica pre-ponderanza> (ibidem) / tutto comincia con una ripetizione di <qualcosa che già c'è> (Derrida, Memoires d'Aveugle) / e quel <gjà è si fa <condizionamento (del desiderio) dell'incondizionato> (Adorno, Minima moralia) / poiché il nuovo orizzonte di significatività <attinge a qualcosa che già è> (Hölderlin, Sul tragico) / si ,istituisce < il vero a priori. Il primo che regola il dopo. Ed esso sta fermo come salda roccia nel fiume delle interpretazioni...segna la linea che l'interprete deve seguire nel futuro. Il passato – l' a priori, il pre-dato è , nell'interpretazione, il futuro del futuro> (Vitiello).

La provenienza...smembrandone con la cesura la totalità organica...non ne dissolve l'esperienza originaria / matura un diverso atteggiamento mentale, ma ne attinge, in modo negativo, cioè critico, la necessità di racchiudere il nuovo orizzonte sotto l'unità del Nome, a calco differenziato...
...si predispone allo sviluppo delle sue capacità intellettive, sorretto dalla persuasione <dell'origine esclusivamente umana di tutto ciò che umano... solleva i macigni...e cammina...> (A. Camus, Il mito di Sisifo)...
...e nel cammino, ingenera, sotto la spinta del mutarsi delle condizioni di esperienza, una fondata attendibilità cognitiva, in forza della quale può sollevare <il macigno che rotola> (ibidem): si stabilizza memoria...
...quella memoria culturale si fa iter di una rete di inserimenti di orizzonti di significatività integrati nella loro unità del Nome, provocando ad un tempo lo smembramento della loro strutturazione e una ricomposizione in linea di un nuovo orizzonte che ripristina, in un montaggio di segni diversi, l'integrazione del nuovo equilibrio nell'unità cangiante del Nome...
...il ritmo sincronico di un processo culturale che si fa storia di un <già è>, come si è evidenziato, il quale, nel mutarsi della tradizione, proprio nella sua abiura, si ripristina un <non identico (<già è>) sotto l'aspetto dell'identità> (Adorno, Dialettica negativa)...
...e il macigno rotola ai miei piedi...
...e io...come ogni uomo...mi ritrovo <corda annodata fra l'animale e il superuomo, una corda tesa sopra un abisso> (Nietzsche, Così parlò Zarathustra) in un anno travagliato che si dilegua per schiudersi nell'incognita del nuovo...

al prossimo anno il mio continuo issare il macigno.





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