giovedì 30 marzo 2017

SETTANTESETTESIMO SOLILOQUIO

L'utilità della centralizzazione. Da tale riscontro, il mio ricorso all'utilizzo dello schema, introdotto da Piaget, ripeto, per capire e in esso capirmi e non prostituirmi testo.

La motivazione dell'adozione...in propensione di suggerimento...trova il suo incentivo nella svolta di Kant, distorta poi nel trascendentale, in linea con quell'orizzonte di significatività...in memoria nell'interprete (cfr., Böckh, in Vitiello, già cit.)..., in cui il dato è portato <alla trasparenza del concetto>, divenuto l'<ideale della scienza>: la relazione io-esistente che delinea temporaneamente esistenza-connessione diviene oggettiva, realtà della connessione.
Siamo oltre l'ideazione dell'uomo sociale di una società, come afferma Adorno, mai esistita / dà al <naturalmente dato> di Rousseau la conversione del sistema contrattuale, sufficientemente orientato, in organizzazione umana del rapporto relazionale in corrispondenza ad un equilibrio acquisito dalla connessione stimoli/risposte.
Il <concetto di schema>, in adesione alle motivazioni esposte da Oléron, si rileva utile al come le attività intellettuali sia nelle nostre azioni quotidiane sia a livello concettuale, nelle connessioni che si stabiliscono fra stimoli e risposte, rispondono nel tradurle, a differenza di linguaggio in sintonia al registro del genere del discorso / Quell'interconnessione, estrinsecazione, ribadisco, della naturalezza del nostro stato di individui in relazione, viene a costituirsi la condizione base formativa della conformazione del “come pensiamo”: lo schema – schema, da non considerare un modello meccanico artificiale, ma l'intelaiatura di <un processo causale di equilibrazione...(attraverso) un gioco di correzioni o di compensazioni progressive che sfociano in una organizzazione sempre più ampia e più stabile> (M. Reuchlin, La misura in psicologia, in Trattato vol.1°).

In tale naturalezza...genialità della mobilità della nostra intelligenza, nell'urto provocatorio...: l'operatività del nostro agire pensante nello ristabilire un nuovo equilibrio. In tale naturalezza, dispiegatura di orizzonti di significatività possibile, si innesta, genealogicamente, il criterio del <corretto giudicare>...matrice del nucleo logico della nostra cultura...per il quale <bisogni e tendenze delle coscienza pensante si rispecchiano in quell'ordine: (in epoca classica): nel primato del logo apofantico / (in epoca moderna): nella estensione universale della ragione / (nella modernità): nell'assunto della logica, trasformando...in continuità disgiuntive...la riduzione all'uno della prima in normalizzazione (Adorno, Metacritica) / (oggi) nelle molteplici e variopinte pratiche discorsive, che, nel rendere orizzontali i livelli, conia parola con verità ogni singola espressione.

In parentesi le mediazioni <verbali> e <codificati> e la loro funzione nella attività del nostro agire pensante / ciò su cui si dirige insistentemente la mia attenzione è su quel monitoraggio formativo della nostra mentalità che rende obiettivi e vincolanti le nostre creazioni logiche, i nostri processi di razionalizzazione e di proiezione...
...si limita, pertanto, a un volere sollevare l'attenzione su quei circuiti, attraverso i quali l'interferenza di fattori, interni ed esterni, all'organizzazione datasi dall'uomo, liberatosi dagli dei, e ad essa affidando il vivere l'esperienza della sua mondanità da individuo in relazione, introducendo elementi nuovi, si regolarizza in ripristino di quell'orizzonte di significatività, costituitosi memoria culturale...
...in conseguenza, la mia soglia di esplorazione si restringe a quel rapporto tra coscienza, appropriandomi del linguaggio di Piaget del primo volume del Tattato, <coscienza elementare centrata su un “io” e la coscienza decentrata che il pensiero operativo e la scienza si sforzano di costruire> / prelievi, carpiti da quel lavoro espresso nel libro Lo sviluppo mentale del bambino dello Piaget, poiché lo sviluppo di quelle costruite coordinate generali su quel criterio dell'assunto...in memoria culturale...del discorso “corretto” della nostra mente interviene su quelle coordinate elementari che appaiono a partire da sei/sette anni e si sviluppano, attraverso la scuola e la partecipazione a un gruppo, nel periodo adolescenziale (cfr. Piaget, vol 7° del Trattato).

<Il lattante non ha innato lo schema dell'oggetto permanente...ed è obbligato a costruirlo passo passo secondo un certo numero di tappe (ibidem)...
...e subentra l'esperienza / il trabiccolo della nostra memoria culturale: oggettivazione dell'astrazione da portare, per uscire dal circolo vizioso dell'apriori e del posteriore, al frangente che stimola l'azione di risposta: la circostanza attraverso la quale la condizione relazionale, attualizza la compresenza connettiva tra il dato di fatto, qualunque sia la sagoma che lo configura dato...il quale è sempre il risultato <dall'azione del soggetto applicate all'oggetto> (ibidem)...e l'azione di risposta dell'io: bambino, adolescente, adulto: sia nella sua prestazione quotidiana sia intellettuale sia filosofo, scienziato, poeta...
...circuiti di interazioni diversi e specifici che comprendono al tempo stesso e l'ambiente esterno e la conformazione mentale dell'individuo / circuiti in aperture di orientamenti in grado di mutamento e dell'azione dell'individuo e dell'organizzazione dell'ambiente: l'evoluzione ne è testimone...
...e proprio in tale processo...complesso per l'insorgenza di nuovi problemi...il risveglio della nostra memoria culturale: il criterio del <corretto giudicare> del pensare impersonale, simbolizzante...nelle distinte fasi della nostra storia: la verità pura / la verità razionale / la verità scientifica / la verità “neutra” logica / la verità della <newOnto(techno)logy> (Duque)...<le nuovi fonti di potere dell'uomo sulla natura, sull'industria (oggi sul mercato finanziario), e sul progresso umano, nelle quali (un tempo) si (riconoscevano) tanto il borghese inveterato che il socialista (oggi i rottamatori sia di centro che di sinistra, destra, ecologisti, navigatori in rete, dietologi)> (M. Veuille, Selezione naturale, in Concetti nomadi).e°

Quel <sortilegio> (Adorno), che acquisisce legittimità del realisticamente accreditabile (Dialettica negativa), non sorge ex abrupto: si innesta genealogicamente nelle operazioni concrete dell'<uomo vivente, parlante e lavorante> (Foucault), industriando la mobilità dell'intelligenza a connettere quelle diversità esecutive in una stessa organizzazione formale, il cui grado combinatorio attiva una funzionale applicazione su gli oggetti, sulle idee, sui i giudizi (Piaget, vol. 7°).

Innesto, il quale si materializza in trasposizione di quelle diversità esecutive a quel criterio che determina nell'interconnessione tra stimoli e risposte un <ordine di scelta> (cfr. P. Gréco, Apprendimento e strutture intellettuali, in Trattato, vol. 7°)...
...e la trasposizione si fa pedagogica più che logico-linguistica: si costituisce schema mentale delle nostre intelligenze / si solidifica nelle diversità stagionali, rendendo più sottilizzati, anche nella forma del virtuale, i meccanismi di generalizzazione del nostro schema mentale...
...e quel processo di determinazione storica si costituisce processo di <assimilazione e di accomodamento>, in ogni situazione in atto, <agli schemi anteriori> (Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino)e il riequilibrio socio-economico-politico diviene di fatto il fattore di originalità di ogni determinazione storica.

Chiudo il lungo e travagliato ciclo su cultura/intelligenza.

Un arrivederci attraverso le mie prossime elucubrazioni
SETTANTASEIESIMO SOLILOQUIO


La canalizzazione del nostro pensare / da qui il mio interrogativo sull'ingabbiarsi della nostra intelligenza, la cui inventività plastica e multiforme non è descrivibile da <schemi elaborati da una teoria del comportamento o (dalle) teorie che utilizzano i concetti e gli algoritmi della logica o delle matematiche> (Oléron).
Da qui il mio movente ricorso alla nozione di schema, elaborata da Piaget / elaborazione di fattori “motivati” che mi chiariscono la dinamica dell'ingabbiamento: la macchia untuosa, su cui scivola la nostra civiltà e che oggi ci impone l'interrogativo insoluto dalla critica e dallo stesso progresso tecnologico. Fattori su cui riflettere, anche se i loro chiarimenti lasciano insolubile la questione di fondo, la quale esige nuove categorie di intelligibilità per un necessario rivolgimento totale della matrice logica della nostra cultura, oggi necessitata dall'immediato / tuttavia, il metterli in luce in questo momento, in cui la confusione delle idee e dei linguaggi si aggroviglia con la miseria nel mondo, può scuoterci dal sonno dogmatico della reificazione delle nostre coscienze / oggi, nello splendore dell'intelligenza dell'uomo in apertura di nuovi circuiti di vitalità, ma impantanati dalla fanghiglia della morbosità del possesso, la reificazione di sempre si riproduce, in rinnovata inoculazione, tramite i nuovi propagandisti della nostra redenzione, in forza di un “educato” dottrinario mentale, condizionante una selezione controllata statisticamente dei bisogni dell'agire mentale degli individui.

Oggi, la lunga elaborata trafila della provenienza della nostra cultura... genealogia di un atteggiamento mentale laico, aperto all'insolito (VII/VI secolo a.C. melle colonie greche)...confluisce nella virtualità della mobile tecnologia, mantenendo viva l'istanza di quella che è il criterio logico della nostra cultura: il connettere nelle sue procedure l'esistente, il quale <si sgrana in una sequenza indefinita di situazioni> (Duque, L'età è mobile, già cit.) / l'insolito situazionale...indefinibile sia nel suo manifestarsi che nei suoi sviluppi...viene catturato e tramutato in positiva oggettivazione dei pensieri soggettivi, rinnovando ad imprimere alle nostre attività intellettuali, sia nella forma dell'opinione che in quella concettuale, la regola tradizionale che rende assertorio l'enunciato, espresso anche nella forma della critica / regola sedimentata <legge del pensiero> (Adorno, Metacritica) / “pensiero” da non identificare in senso psicologico né da quello <espresso dal linguaggio>, ma come logo apofantico...in forma differenziata per la costante mobilità...in quanto assesta il “discorso”, promosso dall'interprete: il pertinente, singolare nel suo campo, specchio del quotidiano nostro “mestiere” del vivere (Pavese) / assesto, in quanto il discorso, il quale può essere riconosciuto vero o falso (Aristotele) diviene <Io, la verità, parlo> (Lacan): dinamica cognitiva, sia autorevole che influente; dinamica, indirizzante le variabili mobili dell'intelligenza di ogni azione pensante dell'individuo, legata alle sue basi organiche e psicologiche nell'urto con le alterazione delle contingenze, a tralucere in oggettive le manifestazioni soggettive della sua coscienza, costituendosi, quella dinamica, esercizio delle sue facoltà mentali.
Dinamica mentale assunta come <legge del pensiero>: il punto da sollevare all'attenzione: posizione dell'interprete (Böckh, in Vitiello) nell'atto dell'esegesi interpretativa del dato di fatto / posizione trasmessa attraverso una regola che ne legittima la validità dell'applicazione.
Dinamica, che si era rinnovata storia: nel taglio critico del moderno con l'Io trascendentale di Kant / nella modernizzazione con la neutralità della logica, attualizzandosi con Frege come <senso di un enunciato> salvaguardia dei <pensieri oggettivi> (cfr. C. Penco, Frege, tra logica e poesia, “Anterem”, n.83) / in Wittgenstein, nel riportare il discorso al quotidiano vivere, in quanto quel riportare rinviene il suo riconoscimento nella forma logica della proposizione che ne rileva <la forma del fatto rappresentato> (cfr, J.R. Weinberg, Introduzione al positivismo logico). Ma il mio mescolare le carte...facendo mio il suggerimento di Deleuze... ha “pescato” una frase, nelle sue Lezioni e conversazioni, già da me citato e che ripropongo, poiché lascia sfuggire una perplessità sull'interpretazione dell'interprete che ci riporta ad Adorno (la regola come legge del pensiero): <Qualcosa ci induce a dire: “Sì, certo, dev'essere così”. Una mitologia che ha molto potere>. Quel “qualcosa” <ha come contenuto un divieto: non distrarti dal pensare, non ti far distogliere dalla natura inarticolata, ma trattiene salda come un possesso l'unità dell'intenzionato> (Metacritica) / oggi, <negli attuali apparati mobili (configuranti) un reticolo...disposto a farla finita (con la tradizione e) con tutti i media...in cui l'accumulazione e l'interazione dei diversi media sta producendo un vero salto di qualità sia in ambito sociale (qui metterei il mio interrogativo) sia in ambito semantico> (Duque). Ciò in quanto le prestazioni individuali, proprio nell'interazione reticolare, si esercitano in quella operatività mentale, che <fa di molti (<non la sovranità individuale>) una sola macchina, e di ogni individuo uno strumento per un solo fine. Il suo effetto più generale è di insegnare l'utilità diella centralizzazione> (Nietzsche, Umano troppo umano).

Ulterione necessaria interruzione
SETTANTANTACINQUESIMO SOLILOQUIO

rientro in tema


L'ingabbiarsi dell'intelligenza: il mio interrogativo / genetica spontaneità operativa in ogni essere vivente, l'intelligenza si rinnova costantemente <(nell')agire, (nel) pensare e perfino nel sentire...(e) si esercita su gli oggetti e su elementi dell'ambiente fisico...,in forza di una connessione fra stimoli e risposte> (Oléron, Le attività intellettuali, in Trattato, v. 7°, cit.).

La naturalità dinamica della sua istantaneità...nell'urto con l'esterno, che provoca l'azione e si stabilisce matrice nelle esperienze che ogni individuo, assimila e si adatta...a partire dalla fase <sensorio-motoria>... schemando mentalmente il <rapporto tra l'aspetto esterno o materiale del processo in atto e il suo rapporto interno (l'individuo bambino o adulto), nella misura in cui questo interviene> (Piaget, La spiegazione in psicologia e il parallelismo psicofisiologico, in Trattato, v- 1°).

Una spiegazione di rilevanza ragguardevole: rischiara la mia mente, offuscata dalla letteratura / mi persuade a sollevare nocciolo dell'ingabbiarsi della nostra intelligenza proprio nella connessione tra stimoli e risposte / mi esorta a vederne il meccanismo mediatore, il quale...nella varietà delle risposte, nel loro manifestarsi sia individuali sia nelle diverse e datate configurazioni di esperienze socio-economico-politiche...sviluppa una regolarizzazione delle risposte, catturando con i suoi schemi mentali l'insolito, operando un nuovo equilibrio, il quale riproduce l'equilibrio di sempre.

Connessione che leggo in chiave genealogica, il cui taglio recupera da Kant (Critica della Ragione pura) l'elemento relazionale che circoscrive la comune appartenenza dei due elementi del rapporto esterno/interno, sollevato da Piaget, ma li caratterizza dalla medesima natura fenomenica, in qualsiasi loro manifestazione: idee e organizzazione del rapporto interrelazionale / in tale qualità...secondo il mio taglio di lettura... quella relazione è sollevabile a base ontica della loro interdipendenza in azione reciproca, assestandosi nella connessione stimoli e risposte, configurandone temporaneamente la relativa tipicità di esperienza / indubbia proprietà specifica dello psichismo nello stato attuale della quotidianità, e rilevabile in <modo chiaro nel caso delle attività intellettuali> (Oléron, in Trattato, già cit.); quindi, anche nelle operazioni intellettuali delle formulazioni teoriche: operazioni intellettuali nelle quali ogni operatore si svincola <dalla sua devoluzione all'amorfo, all'instabile, al multivico, imprimendo come forma dell'esperienza se stesso...lasciando valere delle affermazioni (sull'esperienza naturale e sociale) solo quel tanto che può essere captato dall'identità delle sue forme> (Adorno, Metacritica, cit.): il problema...
...derivazione indotta da una “educata” pratica assimilatrice, sin dalla fase senso-motoria delle coordinazione d'azione (Piaget, Trattato, vol. 7°) che canalizza le risposte, nella loro plasticità e multiformità, in un'istanza unica, la quale integra le interazioni tra i processi psichici degli individui e i vincoli di un ambiente già normato, trasformando quella che è una caratteristica dello psichismo, appunto, in operazione culturale...
...e ciò è reso possibile attraverso tre dinamiche, di cui: una è individuabile negli indici fisiologici e organici che accompagnano le manifestazioni soggettive della nostra intelligenza nell'esercizio formativo delle nostre facoltà mentali (la loro elaborazione è documentata dagli Autori del vol. 3°, Psicofisiologia del comportamento, del Trattato); un'altra, nella funzione di simulazione, la quale caratterizza <le proprietà davvero uniche del cervello umano>, per il suo impiego <al livello più profonde delle funzioni conoscitive> / funzione soggettiva, la quale nel bimbo si manifesta nel gioco, <nell'uomo essa diventa la funzione superiore per eccellenza, la funzione creatrice, e viene riflessa dal simbolismo del linguaggio il quale la esprime trasponendo e riassumendo le sue operazioni> (J. Monod, Il caso e la necessità); il concetto di schema, il quale fornisce il modello mentale operativo delle coordinate del come pensiamo, esercitato sia a livello del comune agire sia nella formazione dei vari saperi.

Aspetti, su cui si accentra il mio riflettere pensoso, incoraggiato da alcune considerazioni, sollevate alla mia attenzione da quella mia arbitraria comparazione disgiuntiva tra generi diversi del sapere: <il cervello non contiene soltanto connessioni ereditarie ma anche un numero sempre crescente e considerevoli di connessioni acquisite che non dipendono più dalla sola maturazione> (ibidem); e ciò può trovare una spiegazione dal rilievo di Monod, in quanto attribuibile <alle funzioni superiori della corteccia, di cui il linguaggio costituisce l'espressione, (sfuggendo alla analogia tra macchine cibernetiche e il sistema nervoso> (Il caso e la necessità).
Ma il cervello a che fare col <corpo..e con tutto ciò che ha a che fare (con esso, e in quanto tale, si situa) superficie (articolata) di iscrizioni (della scansione storica) degli avvenimenti> (Foucault, Microfisica del potere) / il che riafferma la nostra caratterizzazione di fenomeni fra fenomeni, passeggeri, vincolati alle nostre strutture genetiche, sociali, alle circostanze del quotidiano vivere: il nostro limite; limite che ha in sé una qualità di valore: l'intelligenza, legata al naturalmente dato (il legame relazionale), poiché quei vincoli non sono determinanti / ci condizionano, e, pertanto, manifestano la nostra possibilità di troncare quella canalizzazione che ci riconosce, ancora oggi, appendici delle varie egemonie.

Interruzione vincolata alla complessità della questione
SETTANTAQUATTRESIMO SOLILOQUIO

fuori tema

non abbiamo bisogno di un leader / a maggior ragione di un Papa che <parla da leader europeo>: il titolo di un articolo di un vaticanista, apparso sulle pagine del Giornale di Sicilia del 25 marzo...

..un dicibile elemento di equivoco nel quale si addensa la confusione in atto delle idee e del linguaggio, in amalgama all'infatuazione, ed essa si fa pericolosa, per la sua qualificazione ideologica – Francesco parla da Papa – assunta a fondamento della società...
...democrazia organica: umanesimo integrale - mi ricorda Maritain.

In data 26 marzo, sulle stesse pagini, un commento sul dibattito interno ai preti della diocesi...sul quale non entro in merito come dovuto rispetto per l'autonomia degli interessati...ha dato risalto ad una asserzione del sacerdote Cosimo Scordato / asserzione che ha dato alla mia coscienza, il giorno prima, espopriata, un sollievo di speranza: una riforma della chiesa passa attraverso Francesco d'Assisi: il suo gesto ingravidato di una dimensione dell'umano che è in noi e che noi abbiamo soffocato, istituendo sulla sua asfissia la società, per dirla con Adorno, che <non è mai esistita> / la chiesa è parte integrante della nostra società: interreattiva con le sue trasformazioni / vive di quell'umano asfittico: una presenza al di là di chi crede o non crede: Cristo è figlio dell'uomo / il risveglio di quell'umano passa attraverso quel gesto: si nudò degli abiti civili – un gesto su cui riflettere credenti o atei...

...grazie, padre Scordato

martedì 28 marzo 2017

SETTANTATRENTESIMO SOLILOQUIO

...il comporsi dell'esperire dell'individuo della propria mondanità in uniformità di atteggiamento mentale <riflettente> / atteggiamento riflettente, che <ricostruisce la struttura elementare contenuta nell'azione, allargandola e arricchendola> (Piaget/Inhlder, in Trattato) / atteggiamento, non solo riscontrabile nell'azione speculativa, ma in quella operativa di quello che Foucault definisce l'<uomo che vive, parla, produce...(sulla cui misura) si rivolgono le scienze umane> (Le parole e le cose); l'uomo, il cui corpo è <impresso di storia> (Microfisica del potere); l'uomo <campo di determinazione storica delle formazione discorsive, delle positività e il sapere che loro corrisponde> (Sull'archeologia delle scienze) / atteggiamento palese nella ricerca degli indici fisiologici delle cause organiche, funzionali nelle grandi formazioni mentali (al fine del prelievo di) segni oggettivi suscettibili di elaborazione scientifica> (J. Paillard, L'uso degl'indici fisiologici in psicologia, in Trattato, v. 3°) / atteggiamento orientato verso un realismo burocratico/amministrativo, tale da provocare una sfaldatura irriducibile in quella interrelazione comunitaria – quel <naturalmente attivo> di Rousseau (Emilio) – disestandolo da quel naturalmente per traformarlo in vincolo sociale.

In forza di quell'operare mentale...il vero apriori storico...si è costituito il nostro sapere...epico nei risultati, da non perdere, anzi da mettere a frutto..., ma i cui effetti solventi, nella normalizzazione dei nostri comportamenti e nell'organizzazione umana della società, hanno reso incontrovertibile la reificazione di sempre...
... e la base, sia a livello dell'apprendimento sia a livello associativo, rispettivamente: offusca sempre più <il vuoto dell(e) coscienz(e) espropriat(e)> (Adorno, Prismi) / si costituisce, a qualsiasi strato dell'esperire dell'individuo, processo di <assimilazione del reale alle strutture del soggetto> (P. Gréco, Apprendimento e strutture intellettuali, in Trattato, v. 7°) / oggi sempre più egotico: recrudescenza del <cancro che erode dall'interno la modernità. Ne mina le basi e la rende fragile, preparando il terreno alla “liquefazione” della società> (Bordoni, Stato di crisi, cit.); <distorsioni che questa assimilazione può implicare, ivi compresa la retroazione che si inserisce talora in queste strutture stesse> (Gréco)...
...e <la storia individuale dell'intelligenza si presenta come una costruzione e non come una successione di emergenze / costruzioni, le quali sollevano nuovi problemi, insorgenti di ulteriori problemi, durante il nostro percorso mondano.

La ripetuta lettura dell'esperienza non è sufficiente a costituirla / le operazioni delle sue categorie d'intelligibilità (in modifica dell'associare di Greco categorie e operazioni) non sono preformate e pronte ad apparire, mediante, mediante un semplice dinamismo interno o mediante le inibizioni, attraverso l'esperienza delle “false convinzioni”> (Gréco)...ma dalla nostra intelligenza...
...intelligenza costruita, la quale, tuttavia, non riesce <a distogliere (la coscienza espropriata) dal segreto di Pulcinella> (Adorno, Prismi)...

...e ogni variabile indipendente, focolaio di sviluppo...si ribalta in genesi culturale / valica ogni speculativo normativo dell'antropologia e delle stesse scienze sociali / rivela la sua formazione in quell'equilibrio mobile dell'intelligenza, che ogni uomo possiede, a partire dalla sua fase <sensorio-motoria, posto di fronte alle perturbazione esterne / forza trainante dell'azione dell'uomo e dei suoi sviluppi, ha reso l'uomo creatore di <un regno intermedio tra sé e la natura> (G. Gusdorf, Le scienze umane nel secolo dei lumi).

Regno intermedio che riproduce tempi ripetitivi, nel linguaggio della Stengers, contravvenendo, fin dalla quella cesura genealogica...che dava agli uomini la gestione del costruire l'esperienza della spettanza della propria mondanità...a quella presa di diritto / prevarica l'uomo, che agisce e produce pensando nella precarietà delle condizioni dell'esistente da lui stesso determinate, in forza dell'astrazione di un principio unico, variante nelle forme: nell'epoca classica: l'essere come struttura della molteplicità del reale, attualizzato da Heidegger in parousìa, presenza / nella modernità: in un <soggetto, irriducibile ad alcun soggetto empirico...soggetto trascendentale, in quanto...unità di tutte le condizioni sotto cui qualcosa si manifesta a ciascun soggetto empirico> (G. Deleuze, Lezione del 14 marzo 1978 su Kant, già cit.) / tralascio Hegel, Marx e il positivismo, su cui vi è tanta letteratura, per ritrovare la sua attualizzazione: nel recente ieri, nella logica, la quale <formalizza i limiti della proposizione, mostra la forma necessaria e costante delle proposizioni dotate di senso (nella cui coerenza) è il suo accordo col fatto> (M. Cacciari, Krisis, già cit. - si veda la critica di Adorno in Metacritica); oggi, nella <Mobile ontology (la quale) si propone tacitamente come meta asintotica (cioè retta tangente ad ua linea curva in un punto improprio di questa) l'Unità di comunicazione di base – ontologico-categoriale – attraverso la e per mezzo della proliferazione di procedure in permanente modifica e alterazione> (Duque, già cit.)...
...processo culturale lineare in successione disgiuntive di configurate esperienze di verità / processo culturale, il quale registra e addita il prendere storia del <nucleo logico>, per dirla con Frege, della nostra cultura / processo, mosso da quel nuovo atteggiamento mentale degli uomini, produttori della cesura dal mito e che, per arginare l'arbitrio, il pericolo di un “comunismo” tendenziale nelle scuole socratiche e del relativismo sofista, si trasfigura nell'assunto aristotelico del discorso vero/falso – il distinguo dal discorso poetico, regno della fantasia –, attraverso l'oggettivazione dei pensieri soggettivi, subordinati alle apparenze / assunto di un riduzione all'uno della molteplicità differenziata, con cui si dà l'esperienza naturale e sociale e che il moderno tradurrà in normalizzazione dei comportamenti...
...assunto, effetto solvente sulla configurazione del come pensiamo ancora oggi, il cui parlare è tanto per parlare, ed ogni parlare è verità...

...il frenetico e convulso continuo
SETTANTADUEESIMO SOLILOQUIO


..il differenziato reiterarsi del percorso della nostra cultura da noi obliato / noi tramortiti dall'<introvertito architetto del pensiero (che) abita dietro la luna> (Adorno, Dialettica negativa) / oggi ammaliati dal software - <la tendenza generale> / la normalità che conforma la nostra quotidianità / il legame virtualmente condiviso da tutti dello scambio delle nostre esperienze vissute, in una amalgama di privato e pubblico / tendenza, che si integra in: <interconnessione onnimoda di tutte le procedure in una rete comune, costitutiva proprio da differenze in costante mobilità> (Duque, L'età è mobile …,già cit.)...
...oblio che rimanda al processo soggiacente di una schematizzazione mentale indotta, mascherante...nell'autarchia della cultura e della formazione dei saperi che ad essa corrispondono...un impregnamento politico: un legittimare il circoscrivere le diversità e ogni variabile indipendente in una icona: forma della verità, all'origine / successivamente, di scientificità, quindi di virtualità: l'effetto solvente: il riattivarsi di una induzione del nostro comportamento pensante individuale e sociale, in funzione di una equilibrazione integrata dell'organizzazione della società...
...in tale impregnamento, la presa di posizione della coscienza critica, sia a livello speculativo che pratico, nel suo potere di decisione, rispettivamente teorica/politica, viene a trovarsi...in simultaneità...in posizione dilemmatica tra alterazione del sistema attraverso un nuovo equilibrio che ne ripristina la centralità strutturante una normativa, integrante le differenze o dissolverlo in una decostruzione dell'unità significante di quella che Foucault chiarisce <esterioità dell'accidente> (Microfisica del potere) / l'effetto solvente comune è la dimensione normativa del nostro agire pensante sotto la sfera, la prima, del <criterio del concetto superiore; la seconda, <nella costrizione di “rapporti di cose” logici> (Positivismo logico) o nella ricerca di <un indicibile (che non dà) luogo...alla gerarchia violenta>, determinata dall'opposizione tra ciò che è ritenuto essenziale nei confronti dell'esteriorità dell'accidente (Derrida, Posizioni): entrambe si ergono <sul fondamento del dominio della realtà> (Adorno, Dialettica negativa / Metacritica).

Tutto parla di umano / realizzazione di uomini storici <con lo sguardo al passato, (e la spinta) verso il futuro, infiamma il loro coraggio a misurarsi con la vita> (Nietzsche, Considerazioni inattuali II), secondo un principio di realtà mediante una riproduzione della vita nel descrittivo del discorso filosofico, prima, dopo scientifico, in logico, oggi virtuale...
...e il descrittivo, nelle variabili del registro di pertinenza con i relativi codici linguistici, da integrativo delle variabili dell'esperienza, si modifica in normativo, il quale nella pratica si costituisce in <normalità statistica (dei nostri comportamenti) che diviene...la norma che gli stessi individui devono sforzarsi di ottenere per provare le qualificazione> (Livet, già cit.)...
...e quella normalità si fa schema mentale del come pensiamo...

    i miei puntini infiniti...

sabato 25 marzo 2017

SETTANTUNESIMO SOLILOQUIO

Riporto quel percosso...pungente da connessioni situazionali interreattive di nebulosi e di barlumi illuminanti...in quel momento che verifica, in Atene, l'immissione di un sapere libero da schemi e pubblico...
...un sapere, implicante nella parola sciolta, <ciò che oggi diremo scienza esatta> (Weber, cit.), la verità: espressione di un pensare informe, il cui effetto solvente coinvolgeva il vivere l'esperienza di una mondanità in modo “disarticolato”, tale sfociare nella disgregazione di ciò che la storiografia ha considerato il periodo aureo della grecità:

momento cruciale: sollecito a riverberare quel cruciale / stacco lungo la trafila della provenienza della nostra cultura che lascia aperto il problema dell'equilibrio della <città stato>, tra l'altro minacciato dal pericolo macedone...
 
...momento risolutivo nell'assicurare stabilità alle variabili di una esperienza mondana che si manifestava in equilibrio mobile.

La saggezza di un Socrate; né il comunismo aristocratico di un Platone risolvevano quel problema fondamentale che si traduceva, e, quindi, riverberava nel concetto di verità / tuttavia, nel Cratilo, metteva in dubbio l'attendibilità della parola sciolta istitutiva della verità, pervenendo nel Teeteto a destituire nelle parole la idoneità di stabilire ciò che è vero dal falso, prospettandole nella loro concertazione...
 
...sollevando un problema di fondo: l'equilibrio, il quale capitalizzava il campo di determinazione storico dell'esperienza sociale e quello delle operazioni intellettuali, riguardante la vita mentale.

Liquidazione della sofistica e apertura verso nuovi orizzonti significativi, intessuti di una razionalità, sfuggente al mito e coincidenti con <l'ngresso della Grecità in un mondo nuovo> / emergenza composita, poiché l'elemento connettivo <non era più tenuto insieme dalla polis dei liberi cittadini e dai suoi e quilibri interni (, ma da un) fattore che racchiudeva il tutto: uomo, polis, cosmo (ellenismo): (il nuovo orizzonte) doveva condurre...ad uno spostamento delle prospettive dell'esistenza e dei suoi punti di riferimento> (A. Weber, Storia della cultura, già cit.).

Svolta cruciale / subentra, in <sostituzione della connessione interna, integrante il mondo esterno, che la polis di una volta aveva offerto con le sue leggi e con i suoi miti> (ibidem) / svolta significativa: investiva sapere e conoscenza e l'elaborazione sistematica deile loro argomentazioni: <materiale sociale, morfologico, metafisico, richiamando così la logica> (ibiem).

In tale composizione vengono a delinearsi i criteri di definizione delle categorie di intelligibilità / criteri, - protocollare, in seguito, dei vari modelli interpretativi, emergenti nelle variazione climatiche e in correlazione al campo sociale...

in tale stesura, il cruciale si evidenzia ripiego di quell'atteggiamento mentale, svincolantesi dalla cattività del mito, ma mantenentesi nella pragmatica del mito, sostituendo i <simboli personali (con) definizioni> (Weber): la parola snodata si solidifica in formazione discorsiva...
 
...e un distendersi di quella sua base formale su quello che si formerà a <basamento positivo delle conoscenze...spazio d'ordine...in base al quale si forma(no) (i saperi)> (Foucault, Le parole e le cose) / base che si costituirà...in disgiunte variazioni climatiche...<spazio fatto di organizzazioni, cioè di rapporti interni fra elementi il cui insieme determina una funzione> (ibidem): il farsi esperienza nell'uomo di ciò che è mondano: Aristotele, l'ordinatore della trascendenza platonica; dell'essere di Parmenide nella coppia disgiuntiva essere/apparenza, attraverso la quale il mondo e la società vengono a rappresentarsi in una gerarchia delle forme...
...e il pallido individuo <è condannato immediatamente a cogliere delle apparenze, in virtù di una fragilità che gli è consustanziale, e gli occorre un metodo, uno sforzo, per uscire dalle apparenze e raggiungere l'essenza> (G. Deleuze, Lezioni su Kant del 14 marzo 1978).

<L'immobilità del tempo è fuga del tempo davanti al tempo> (E. Jabès, L'immobilità del tempo, in “Anterem”, n. 83) / tale esperienza si rigenera e si attualizza attraverso le primavere dei tempi moderni, con le oscillazioni fluttuanti di un mondano che corre il rischio di essere disordinato e rapsodico; e al tempo stesso realizza la via per riprodurlo, riassumerlo e ritrarlo in tutte le sue proiezioni, mediante le tecniche del linguaggio...
e quel mondano...nei diversi tempi moderni, in un <rinvio perpetuo del
del tempo (e il cui) rinvio abolisce il tempo (, evidenziando la sua) immobilità> (ibidem)...si fa comprensibile in sé e comunicabile nel suo essere reale, in quanto costituito linguisticamente...
...<mobile fissità> (ibidem) di un linguaggio che si trasforma...
...e la mia memoria mi riporta a Differenza e ripetizione di Deleuze: associazione che lascia disgiunti i punti di vista, congiungendoli nel legare la <differenza> intorna alla questione del tempo.
Il <rinvio> è la <differenza>, <non più come differenza esterna che separa, ma come Differenza interna, che riferisce a priori l'uno all'altro (i diversi tempi) l'essere e il pensiero> (Deleuze).

Immobilità del tempo nella diversità del discorso, anche quando si formalizza in logica (positivismo logico), formalizzato in software (tecnologia mobile) e, al livello differenziato, nel discorso politico e nell'uso quotidiano.

Rilevazione del nostro inserimento in un contesto normativo che non nasce dal nulla: ogni contesto si configura come <differenza interna> (Deleuze) al suo passato, - il <già è (il quale) segna la linea che l'interprete deve seguire nel futuro> (Böckh, in Vitiello, già cit.) / condizionalità, fuorvivante ogni determinismo, in quanto ogni nostro agire pensante diviene <un'assimilazione (del dato) a schemi ereditari (e) allo stesso tempo accomodamento di tali schemi alla situazione attuale> (J. Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino).

Ciò chiama in causa quella svolta cruciale (Aristotele) e il suo rinvigorire, attualizzandosi (i tempi del moderno e lo svilluppo della modernità): il prendere storia della nostra cultura, e, viceversa, della storia che si fa cultura: singolarità della sua matrice metrica che il moderno ha sensibilitato nel capovolgimento della polarità essenza/apparenza nell'uomo io/soggetto / in quanto storia, l'attualizzazione di quella svolta cruciale...che nella forma identificava il centro integrante la molteplicità...poiché ogni attuale è relazionato al suo passato (Böckh)...quel centro si identifica attraverso <il giudizio (il quale) è (un) ordinare> (Adorno, Metacritica): è norma prodotta dall'uomo, mediante l'oggettivazione dei suoi pensieri soggettivi (ibidem):
lo schema mentale del come noi pensiamo:

elaborazione soggettiva che si oggettiva del taglio di una grammatica linguistica che va oltre il linguaggio e la base psicologica del nostro agire pensante / sagoma le nostre intelligenze...coltivate dalla forma di un pensiero avulso dal suo processo...in similitudine <degli attori “naturali” (quali sono) i batteri o i virus>: <l'origine stessa viene propagata dal fenomeno della propagazione: ogni essere vivente infettato diviene lui stesso centro di propagazione, ciascuno diviene centro potenziale di un nuovo processo, che non esaurisce la sua causa, ma la rigenera nella misura in cui si produce...
...metafora (la quale) mantiene la memoria della sua origine> (Stengers, Propagazione e propaganda, in Concetti nomadi, già cit.)...

...schema mentale diffuso del come noi pensiamo la cultura: distacco dal nostro quotidiano agire pensante: autarchia, memoria dell'origine autosufficiente di un pensare avulso dal suo processo.

Antinomia che si riproduce nella critica / se il <discorso indisturbato sulla cultura è lontano dal mondo>, e in quanto tale diviene <ideologico>, nella sua radicalizzazione, tende <alla sua liquidazione (il pericolo interno ed esterno, oggi in atto), tendenza oggettiva e che si impone al di sopra dei confini politici> (Adorno/Horkheimer, Sociologia II).
Forma di riflessione cosciente e capace di stabilire norme> (Weber), per mezzo di un costellare epistemologico, attraverso le varie tecniche linguistiche – elaborazioni soggettive oggettivanti –, che di fatto è un esiliare l'esistente (mondo/società), per svelarlo e riprodurlo nella forma astratta del discorso...
...e il discorso si fa espressione del vivere l'esperienza della nostra mondanità, e la cui distruzione della sua forma implicava <la distruzione dell'esistenza medesima> (Weber): Aristotele e la forma del pensare come costrutto del discorso vero...
discorso vero che nel rovesciamento mette in opera forme di <esclusione, di limitazioni, di appropriazione> (Foucault, L'ordine del discorso)...
...e, il cui effetto solvente metteva in pratica allora, restaurato e rinnovato nei tempi moderni, in ciascuno di noi una acquisciente <servitù volontaria>: la nostra odierna condizione del vivere (Bordoni, Stato di crisi, già cit.)...

...e il mio pensiero rivolge l'attenzione ad oggi, non per rispecchiarlo in quel momento / non ci sono eterni ritorni / perdita della coscienza storica...e la confusione delle idee si fa pericolosa...
...un aggravio nelle traversie di un quotidiano vivere in cui soffia il vento di un neoliberalismo che accentua il principio economicistico dell'interesse individuale, esclusivamente prioritario nei confronti della comunità e <che colpisce inesorabilmente i ceti più deboli, le persone che non possono difendersi, tutti coloro che non hanno altra scelta se non subire>; ciascuno di noi in acquiescenza <servitù volontaria> (ibidem)...

...e la nostra mente si illuminò dell'astratto, oggi del virtuale: realtà del vivere l'esperienza della nostra mondanità.


a poi

martedì 21 marzo 2017

SETTANTESIMO SOLILOQUIO

Ripensare, col senno del poi, la provenienza della nostra cultura / ripensarla nelle sue elaborazioni stagionali, senza slittare in uno <storicismo linguistico> (Habermas): è...per me...un dissotterrare in noi una sensibilità costruttiva di una sua coscienza storica, spinti dal pungolo della costernazione, che ci deprime, di un parlare tanto per parlare / un parlare in sicumera normativa, al quale sfugge, nell'immediato in cancrena, il tarlo che lo produce, per cui la sanatoria si risolve in pronto soccorso e l'anomalia permane / quella sensibilità richiederebbe un vagliare il composito di ogni dato di fatto nei suoi <minimi tratti intramondani>: è, oggi, un bisogno di un pensare che si pensi (Adorno, Dialettica negativa).

Un pensarci, il quale sia un riflettere riflettendoci...condividendo il suggerimento di Nancy...sulle nostre indotte categorie di intelligibilità / un nostro pensarci, lontano dall'introspezione e dalla stessa auto-critica: un controllo che quella coscienza ti avverte.

Un io mi penso: mi richiama un “sorvolante” Deleuze, ma in particolare l'intuizione di Kant (Critica della Ragion pura) del giudizio riflettente, pregiudiziale al giudizio determinante / Hegel (Lezioni sulla Storia della Filosofia) nei tratti, rilevabili nella svolta operata dal moderno, di una riflessione...in disposizione speculativa...che sorregge la soggettività e la libertà individuale...
...libertà, che l'individuo...impegnato a vivere la sua quotidianità...attinge, in quella riflessione, la propria normatività.

Riflessioni speculative. Ideazioni e progettazioni dei tempi moderni: un modo di concepire e di vivere l'ondeggiamento incoativo dell'esperienza attraverso la formalizzazione del discorso, in funzione della quale esso assume realtà, ordinato in un insieme, costituito linguisticamente e congiunto da una centralità, variante in ogni nostra primavera: da un Io trascendentale (Kant) a un suo rinvigorsi in soggettività (Hegel), per poi costituirsi in soggettività storica (Marx); riproporsi logica (neo- positivismo logico); oggi, in <interconnessione onnimoda di tutte le procedure (rete – nellea lettura di Duque, cit.)...
...e la maggioranza degli uomini in perenne stato di minori, consolati dal diritto del voto che diventa obbligo e da una libertà condizionata.

in questo mio travagliato diario di esternazioni...pensieri soggettivi / pensieri unilaterali, refrattari al <testo> e al <fuori testo> / elaborazioni in travagliata intrinseca connessione tra speculazione e piazza...non mi interessa...
..., così come non interessa al normale mio simile, ipotecato a sbarcare il lunario, oggi particolarmente difficile...
...entrare nel merito, e quindi conoscere, le strutture interne che assegnano alle tematiche di Aristotele forma speculativa e forma di scientificità a quelle di Piaget o di Monod o di qualsiasi uomo di scienza / quel che mi interessa è la loro epistemologia normativa, i cui effetti solventi incidono sul nostro modo di vivere: si fanno cultura, perpetuando, attualizzandola, l'ortodossia del <nucleo logico>... nel linguaggio di Frege...formalizzato in gerarchia di icone da Aristotele: nucleo, base del costrutto coerente della nostra cultura / modernizzato da Kant in Io trascendentale / elaborato da Hegel in dialettica, seducendo Marx nel propositivo del materialismo storico / nominale, nel positivismo logico / virtuale nella Rete, in qituanto <l'Unità (ontologico-categoriale) di comunicazione di base> (Duque).

Gerarchia delle forme, il nostro modo di vivere questo nostro passaggio, protocollato nella formazione del discorso vero che rende reale le nostre azioni e che relega l'arte e la poesia nel mondo della fantasia, regno al di là del vero e del falso (Aristotele) / processo di separazione che il moderno aggiorna dando alla critica estetica la consapevolezza dell'<autofondazione della modernità> (Habermas, Il discorso filosofico della modernità)...
...foggiando le nostre menti a identificare quella separazione con cultura che sfugge dal nostro quotidiano...
...effetto solvente, tale da abituarci...nonostante il riconoscimento formale dell'uguaglianza di valore...a considerare normale il dislivello tra lavoro manuale e lavoro intellettuale / tra quei lavori e creazione estetica, estro poetico...

...immobilità del tempo (Jabès): è allora necessario interrogarci, attraverso quel riflettere riflettendoci, la cui <astrazione...non (ha) un fine speculativo (: è il nostro naturalmente umano, poiché si impone) in caso di problemi (che chiedono domande e risposte intorno) le situazioni e gli oggetti (che li pongono in luce), quindi (agisce) sul mondo> (Piaget/Inhelder, Le operazioni intellettuali, in Trattato, vol.7°, già cit.)...
...un naturalmente in atto in ogni uomo e che sospinge la nostra intelligenza ad agire / intelligenza, la quale si coltiva in tutt'uno col divenire dell'esperienza...attraverso e con la quale si sviluppa e si matura il talento di ciascun uomo.

A tale processo operativo, che si attua e si potenzia attraverso l'interreattività tra ogni uomo e il suo ambiente naturale/sociale, la volontà dell'uomo...in tempi differenziati da eventi storico-sociali, i quali configurano il divario tra classicità e modernità...la modernità ha reputato necessario...come stabilità dell'equilibrio di ogni configurazione di esperienza...indispensabile predeterminare un fondamento che sfugga al tempo all'essere in quanto essere ha sostituito il principio della soggettività oggettivante, aggiornato dalla scienza in postulato...
...illuminismi irriducibili / esteriorità che impongono all'uomo comune una regola, norma del vivere / teologie positive che nella critica si costituiscono in teologie negative...
...la storia ci ha tramandato: - riduzione all'unità / regolarizzazione / normalizzazione / virtualità...
...processo, divenuto per educazione e contagio genetica conformazione mentale del nostro pensare la cultura separata dal processo reale della società e che dà origine, ribadisco, alla distinzione tra operatività intellettuale e operatività lavorativa / tra queste e operatività estetica e poetica.

Ciò ci riporta alla provenienza della nostra cultura...
...e la mia ricerca di segnali, eventi trascurati, mi riporta ad una testimonianza dalla documentazione ellenistica, la quale mette in luce il verificarsi, tra il VII e il VI sec. a.C., un diverso atteggiamento mentale.

Atteggiamento, e il mio immaginario propende a ravvisarne un prorompere, slegato da ipoteche e sensibile verso il nuovo / slitta la versione della letteratura dell'esordio del pensiero razionale: pensiero formalizzato a schema: elaborazione, attivantesi in un lungo e travagliato iter, strutturantesi tale durante l'arco di vita di Aristotele (384-322), significando il fondamento della nostra cultura...
...cultura che assembla in sé progresso come crescita e sviluppo per pochi e regressione come impoverimento per la moltitudine di individui e che fa del sapere un rapporto di potere: <Io, so, tu, no> (Adorno, Metacritica).

Quell'atteggiamento segnale un nuovo orizzonte di significatività: mi rivela la laicità composita del nostro appartenere alla terra / una presa di diritto, supporto anche del credente: <Anche la Parola divina deve entrare nel linguaggio degli uomini per essere appresa> (Böckh, in Vitiello, già cit.)...
...quindi, propulsione di un pensare soggettivo, <persuaso dell'origine esclusivamente umana di tutto ciò che è umano> (Camus, Il mito di Sisifo, già cit.): cesura dal mito: provenienza: intelligenza dell'uomo fertilizzante le nuove condizioni di esistenza che <nega(vano) gli dei e solle(vano) i macigni) (ibidem) / seminatura nella sua trafila attraverso un campo di esperienze, nelle quali la casualità si innesta con la consequenzialità di un <gia è> in schemi di interazioni indirette che si verificano unitamente alle interazioni dirette, provocate dalla mobilità del relativo equilibrio dell'esistente / coltivazione dell'intelligenza dell'uomo attraverso la formalizzazione della parola, la quale si fa discorso...
...si fa tale nell'atto riflessivo speculativo che predispone il giudizio determinante...
e in esso prende storia, procreandosi genealogicamente in cultura e, viveversa, la storia si fa cultura.


ulteriore rinvio