SETTANTESETTESIMO
SOLILOQUIO
L'utilità
della centralizzazione. Da tale
riscontro, il mio ricorso all'utilizzo dello schema,
introdotto da Piaget, ripeto, per capire e in esso capirmi
e non prostituirmi testo.
La
motivazione dell'adozione...in propensione di suggerimento...trova il
suo incentivo nella svolta di Kant, distorta poi nel trascendentale,
in linea con quell'orizzonte di significatività...in memoria
nell'interprete (cfr., Böckh,
in Vitiello, già cit.)..., in cui il dato è
portato <alla trasparenza del concetto>, divenuto l'<ideale
della scienza>: la relazione io-esistente che delinea
temporaneamente esistenza-connessione diviene oggettiva,
realtà della connessione.
Siamo
oltre l'ideazione dell'uomo sociale di una società,
come afferma Adorno, mai esistita / dà al <naturalmente dato>
di Rousseau la conversione del sistema contrattuale,
sufficientemente orientato, in organizzazione umana del
rapporto relazionale in corrispondenza ad un equilibrio acquisito
dalla connessione stimoli/risposte.
Il
<concetto di schema>, in adesione alle motivazioni
esposte da Oléron, si rileva utile al come le attività
intellettuali sia nelle nostre azioni quotidiane sia a livello
concettuale, nelle connessioni che si stabiliscono fra stimoli e
risposte, rispondono nel tradurle, a differenza di linguaggio
in sintonia al registro del genere del discorso /
Quell'interconnessione, estrinsecazione, ribadisco, della
naturalezza del nostro stato di individui in relazione, viene
a costituirsi la condizione base formativa della conformazione
del “come pensiamo”: lo schema – schema,
da non considerare un modello meccanico artificiale,
ma l'intelaiatura di <un processo causale di
equilibrazione...(attraverso) un gioco di correzioni o di
compensazioni progressive che sfociano in una organizzazione sempre
più ampia e più stabile> (M. Reuchlin, La misura in
psicologia, in Trattato vol.1°).
In tale
naturalezza...genialità della mobilità della nostra
intelligenza, nell'urto provocatorio...: l'operatività del
nostro agire pensante nello ristabilire un nuovo equilibrio. In tale
naturalezza, dispiegatura di orizzonti di significatività
possibile, si innesta, genealogicamente, il criterio del
<corretto giudicare>...matrice del nucleo logico della nostra
cultura...per il quale <bisogni e tendenze delle coscienza
pensante si rispecchiano in quell'ordine: (in epoca classica): nel
primato del logo apofantico / (in epoca moderna): nella
estensione universale della ragione / (nella modernità):
nell'assunto della logica, trasformando...in continuità
disgiuntive...la riduzione all'uno della prima in
normalizzazione (Adorno, Metacritica) / (oggi) nelle
molteplici e variopinte pratiche discorsive, che, nel rendere
orizzontali i livelli, conia parola con verità ogni
singola espressione.
In
parentesi le mediazioni <verbali> e <codificati> e la
loro funzione nella attività del nostro agire pensante /
ciò su cui si dirige insistentemente la mia attenzione è su quel
monitoraggio formativo della
nostra mentalità che
rende obiettivi e
vincolanti le nostre
creazioni logiche, i
nostri processi di razionalizzazione e di proiezione...
...si
limita, pertanto, a un volere sollevare l'attenzione su quei
circuiti, attraverso i quali l'interferenza di fattori,
interni ed esterni, all'organizzazione datasi dall'uomo, liberatosi
dagli dei, e ad essa
affidando il vivere l'esperienza della sua mondanità da
individuo in relazione,
introducendo elementi nuovi, si regolarizza in
ripristino di quell'orizzonte di significatività, costituitosi
memoria culturale...
...in
conseguenza, la mia soglia di esplorazione si restringe a quel
rapporto tra coscienza,
appropriandomi del linguaggio di Piaget del primo volume del Tattato,
<coscienza elementare centrata su un “io” e la coscienza
decentrata che il pensiero operativo e la scienza si sforzano di
costruire> / prelievi,
carpiti da quel lavoro espresso nel libro Lo sviluppo
mentale del bambino dello
Piaget, poiché lo
sviluppo di quelle costruite coordinate generali su quel criterio
dell'assunto...in
memoria culturale...del
discorso “corretto”
della nostra mente interviene su quelle coordinate elementari che
appaiono a partire da sei/sette anni e si sviluppano, attraverso la
scuola e la partecipazione a un gruppo, nel periodo adolescenziale
(cfr. Piaget, vol 7° del Trattato).
<Il
lattante non ha innato
lo schema dell'oggetto permanente...ed è obbligato a costruirlo
passo passo secondo un certo numero di tappe (ibidem)...
...e
subentra l'esperienza
/ il trabiccolo della nostra memoria culturale:
oggettivazione dell'astrazione
da portare, per uscire dal
circolo vizioso dell'apriori e
del posteriore, al
frangente che stimola
l'azione di risposta:
la circostanza attraverso la quale la condizione
relazionale, attualizza la
compresenza connettiva tra
il dato di fatto,
qualunque sia la
sagoma che lo configura dato...il
quale è sempre il risultato <dall'azione del soggetto applicate
all'oggetto> (ibidem)...e
l'azione di risposta
dell'io: bambino,
adolescente, adulto: sia nella sua prestazione quotidiana sia
intellettuale sia filosofo, scienziato, poeta...
...circuiti
di interazioni diversi e
specifici che comprendono al tempo stesso e l'ambiente esterno e la
conformazione mentale dell'individuo / circuiti in aperture di
orientamenti in grado di mutamento e
dell'azione dell'individuo e
dell'organizzazione dell'ambiente: l'evoluzione ne
è testimone...
...e
proprio in tale processo...complesso
per l'insorgenza di nuovi problemi...il risveglio della nostra
memoria culturale: il
criterio del <corretto
giudicare> del pensare impersonale,
simbolizzante...nelle distinte fasi della nostra storia: la verità
pura / la verità
razionale / la verità
scientifica / la verità
“neutra” logica / la verità
della <newOnto(techno)logy>
(Duque)...<le nuovi fonti di
potere dell'uomo sulla natura, sull'industria (oggi sul mercato
finanziario), e sul progresso umano, nelle quali (un tempo) si
(riconoscevano) tanto il borghese inveterato che il socialista (oggi
i rottamatori sia di
centro che di sinistra, destra, ecologisti, navigatori in rete,
dietologi)> (M. Veuille, Selezione naturale,
in Concetti nomadi).e°
Quel
<sortilegio> (Adorno), che acquisisce legittimità del
realisticamente accreditabile (Dialettica negativa), non sorge
ex abrupto: si innesta genealogicamente nelle operazioni
concrete dell'<uomo vivente, parlante e lavorante> (Foucault),
industriando la mobilità dell'intelligenza a connettere
quelle diversità esecutive in una stessa organizzazione formale,
il cui grado combinatorio attiva una funzionale applicazione
su gli oggetti, sulle idee, sui i giudizi (Piaget, vol. 7°).
Innesto,
il quale si materializza in trasposizione di
quelle diversità esecutive a quel criterio che
determina nell'interconnessione tra stimoli e risposte un
<ordine di scelta> (cfr. P. Gréco, Apprendimento
e strutture intellettuali, in
Trattato, vol. 7°)...
...e
la trasposizione si fa
pedagogica più che
logico-linguistica: si
costituisce schema mentale delle nostre intelligenze / si
solidifica nelle diversità stagionali, rendendo più sottilizzati,
anche nella forma del virtuale,
i meccanismi di generalizzazione del
nostro schema mentale...
...e
quel processo di determinazione storica si costituisce processo di
<assimilazione e di accomodamento>, in
ogni situazione in atto, <agli
schemi anteriori> (Piaget, Lo sviluppo mentale del
bambino) – e
il riequilibrio socio-economico-politico diviene
di fatto il fattore di originalità
di ogni determinazione storica.
Chiudo
il lungo e travagliato ciclo su cultura/intelligenza.
Un
arrivederci attraverso le mie prossime elucubrazioni