SESSANTANOVESIMO
SOLILOQUIO
Risaltare
la funzione dell'intelligenza nella operabilità dell'uomo,
nel costruttivo fattivo della sua appartenenza alla terra che lo
ospita, è un voler mettere a nudo un dato di fatto
che ci responzalizza nel bene e nel male / distante da ogni umanismo,
quella funzione, afferma la pratica e la competenza del
vivere la nostra mondanità / da essi si sprigionano sia gli
ideali che il barbarismo; i labirinti che
costruiamo per i nostri vizi e virtù; abbiamo creato i
grandi della terra...
...in
quelle attività, tramite l'intelligenza, operiamo...attraverso
i condizionamenti, addotti, a vari livelli in connessione
interreattiva, dall'organizzazione umana della società e del suo
funzionamento, intercalati dall'informazione...a costruirci
l'esperienza del vivere la nostra mondanità.
Da quella
carta d'identità...sollevata all'attenzione nel precedente
blog... l'intelligenza di ogni individuo,
costituendone il naturalmente attivo, direbbe Rousseau
(coinvolto esclusivamente in quel linuguaggio), si sono dischiusi
orizzonti di significatività nella varie stagioni della nostra
Europa.
Cultura,
- termine, il quale ha una lunga storia, segnando,
appunto, lo sviluppo intellettuale europeo: dalla cultura animi di
Cicerone al concetto di humanitas, in auge nel quattrocento;
per poi, nel sei-settecento...con Bacone, Pufendorf, Leibniz, Kant
(in memoria)...designare la formazione della personalità; nel secolo
scorso, assumere concetto scienfico: sia con la nascita
e lo sviluppo delle scienze: antropologiche: concetto,
il quale definisce l'oggetto specifico di tale disciplina in base
all'interesse di organizzare concettualmente il materiale
etnografico; sia naturalistiche: concetto, focalizzato
nell'aria mediterranea, che segna la seconda delle tre rivoluzioni
formulate da Clilde, schiudendo la via allo sviluppo del commercio e
delle città (Melville J. Herskovits, A Theory of Culture, in
Il concetto di cultura, a cura di P. Rossi, già cit.).
Un
quadro sinottico che puzza di scolasticismo: il mio “prezzo” per
mettere in luce l'istanza ideativa
che segnò la data (VII-VI
sec. a.C.)...nell'area mediterranea...la provenienza della
nostra cultura: un fattore disinteressato
dagli studiosi, ma, che ne caratterizza una rilevante pecularietà,
rendendo significanti quelle varie decifrazioni e lo stesso fissaggio
in formalizzazione gerarchica,
teorizzato da Aristotele / gerarchia dellei forme che
disgrega quell'istanza...manifestazione culturale del
vivere l'uomo l'esperienza della propria mondanità, sia
come individuo sia interagente coi suoi simili nel comune
habitat...disarticolando
l'unità culturale di un raggruppamento umano in cultura
materiale, cultura teorica,
cultura sociale, cultura estetica,
assumendo, quest'ultima, una distaccata posizione elitaria,
unitamente...ma differenziate...a quella teorica, dal travaglio
quotidiano della gente: memoria aristotelica della divisione del
discorso vero/falso
dall'immaginazione creativa dell'arte e della poesia
/ memoria, la quale
coincide con <l'ingresso della Grecia in un mondo totalmente nuovo
(epoca ellenica/imperialismo macedone)> / memoria,
testimonianza di una ricostruzione di quell'atteggiamento
mentale, manifestatosi nella
cesura dal mito, nella
forma di un pensare
razionale, determinando <uno
spostamento delle prospettive dell'esistenza e dei suoi punti di
orientamento> (Weber, Storia della cultura,
già cit.).
Uno
spaccato, per
segnalare il travagliato iter speculativo
di un attibuto,
complesso in sé, ma obliante il
coefficente, produttivo del problema:
l'uomo nel costruire l'esperienza della propria mondanità
/ fattore su cui rilettere
perché manifesta e
differenzia la
provenienza della
nostra cultura,
dischiudendo un nuovo orizzonte di significatività
che il linguaggio ne rifonderà il senso
dei sui segni in
relazione agli eventi che accompagnano la sua lunga trafila.
Portarla
all'attenzione è il mio proposito / sono
sollecitato e persuaso dal
pericolo insito nella confusione di idee che ci avvolge come una nube
tossica: ciò fa di essa il problema
che ci sospinge a convivere con una crisi permanente
in una fluente velocità di situazioni locali e
globali che si
trasformano e suscitano domande qualitativamente nuove e
risposte lungimiranti...
...e
noi sguazziamo tra: la caldeggiante informazione sulle
promesse di riforme sociali ed economiche / sulla nostra salute / sui
risultati della ricerca scientifica / sull'opera misericordiosa verso
i poveri – a tal proposito il nostro governo ha sancito una legge
per i poveri: abbiamo istituzionalizzata la povertà; e il quotidiano
che non ci sorride, soprattutto al ceto medio-basso, su cui grava
l'onere della crisi e l'ansia per il futuro dei loro figli...
...viviamo
in un presente segnato dall'insicurezza che si fa costume
quotidiano...quindi,
cultura...con
cui fare i conti / ci induce
alla rassegnazione e,
soprattutto, all'indifferenza:
sentimenti, i quali ci
spingono a collocarci in quella zona che Bordoni (Stato di
crisi) definisce <impolitica>,
luogo della privatizzazione, attraverso
il quale filtra la fluenza della contingenza...
...e
la confusione si fa
coacerva: quella
privatizzazione è
socializzazione: si fa
trasmissione di una esperienza di parola (cellulare/rete) come
<esperienza di verità> (Lacan)...
...attraverso
quella trasmissione irrompe la storia,
la quale si fa cultura,
in quanto la parola <ne
costruisce (quindi, essa si fa cultura)
i caratteri di verità> (Adorno, Tesi sul linguaggio)...
...e
il dilemmatico nostro
presente acuisce le sue contraddizioni in quella trasmissione:
in essa erompe il processo inconscio di assimilazione e
di accomodamento / cellulare e
rete...prestazioni
utili...si fanno <maestri:
insegna(no), attraverso esso(loro) stesso(i) l'ingranaggio di folle
umane in azione in cui ognuno ha una sola cosa da fare: esso(i)
da(nno) il modello dell'organizzazione> (Nietzsche, Umano
troppo umano)...
...modello,
la cui condizione di possibilità è fornita proprio da quel processo
attraverso il quale ogni condotta diviene un'assimilazione
del dato a schemi mentali
ereditari e allo stesso tempo <accomodamento di tali schemi alla
situazione attuale> (Piaget, Lo sviluppo mentale del
bambino).
Abbiamo
bisogno...tutti, a partire da me...d'aquisire una coscienza storica
della nostra cultura per uscire dal labirinto, che suo tramite, la
nostra intelligenza ha costruito / nel suo discernimento è la
traccia per predisporci a quel necessario rivolgimento
dell'organizzazione sociale del vivere l'esperienza della nostra
mondanità / organizzazione, dove si annidano le calamità ataviche,
rivitalizzandosi, della sperequazione
sociale, corruzione, criminalità.
al
prossimo
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