martedì 21 marzo 2017

SETTANTESIMO SOLILOQUIO

Ripensare, col senno del poi, la provenienza della nostra cultura / ripensarla nelle sue elaborazioni stagionali, senza slittare in uno <storicismo linguistico> (Habermas): è...per me...un dissotterrare in noi una sensibilità costruttiva di una sua coscienza storica, spinti dal pungolo della costernazione, che ci deprime, di un parlare tanto per parlare / un parlare in sicumera normativa, al quale sfugge, nell'immediato in cancrena, il tarlo che lo produce, per cui la sanatoria si risolve in pronto soccorso e l'anomalia permane / quella sensibilità richiederebbe un vagliare il composito di ogni dato di fatto nei suoi <minimi tratti intramondani>: è, oggi, un bisogno di un pensare che si pensi (Adorno, Dialettica negativa).

Un pensarci, il quale sia un riflettere riflettendoci...condividendo il suggerimento di Nancy...sulle nostre indotte categorie di intelligibilità / un nostro pensarci, lontano dall'introspezione e dalla stessa auto-critica: un controllo che quella coscienza ti avverte.

Un io mi penso: mi richiama un “sorvolante” Deleuze, ma in particolare l'intuizione di Kant (Critica della Ragion pura) del giudizio riflettente, pregiudiziale al giudizio determinante / Hegel (Lezioni sulla Storia della Filosofia) nei tratti, rilevabili nella svolta operata dal moderno, di una riflessione...in disposizione speculativa...che sorregge la soggettività e la libertà individuale...
...libertà, che l'individuo...impegnato a vivere la sua quotidianità...attinge, in quella riflessione, la propria normatività.

Riflessioni speculative. Ideazioni e progettazioni dei tempi moderni: un modo di concepire e di vivere l'ondeggiamento incoativo dell'esperienza attraverso la formalizzazione del discorso, in funzione della quale esso assume realtà, ordinato in un insieme, costituito linguisticamente e congiunto da una centralità, variante in ogni nostra primavera: da un Io trascendentale (Kant) a un suo rinvigorsi in soggettività (Hegel), per poi costituirsi in soggettività storica (Marx); riproporsi logica (neo- positivismo logico); oggi, in <interconnessione onnimoda di tutte le procedure (rete – nellea lettura di Duque, cit.)...
...e la maggioranza degli uomini in perenne stato di minori, consolati dal diritto del voto che diventa obbligo e da una libertà condizionata.

in questo mio travagliato diario di esternazioni...pensieri soggettivi / pensieri unilaterali, refrattari al <testo> e al <fuori testo> / elaborazioni in travagliata intrinseca connessione tra speculazione e piazza...non mi interessa...
..., così come non interessa al normale mio simile, ipotecato a sbarcare il lunario, oggi particolarmente difficile...
...entrare nel merito, e quindi conoscere, le strutture interne che assegnano alle tematiche di Aristotele forma speculativa e forma di scientificità a quelle di Piaget o di Monod o di qualsiasi uomo di scienza / quel che mi interessa è la loro epistemologia normativa, i cui effetti solventi incidono sul nostro modo di vivere: si fanno cultura, perpetuando, attualizzandola, l'ortodossia del <nucleo logico>... nel linguaggio di Frege...formalizzato in gerarchia di icone da Aristotele: nucleo, base del costrutto coerente della nostra cultura / modernizzato da Kant in Io trascendentale / elaborato da Hegel in dialettica, seducendo Marx nel propositivo del materialismo storico / nominale, nel positivismo logico / virtuale nella Rete, in qituanto <l'Unità (ontologico-categoriale) di comunicazione di base> (Duque).

Gerarchia delle forme, il nostro modo di vivere questo nostro passaggio, protocollato nella formazione del discorso vero che rende reale le nostre azioni e che relega l'arte e la poesia nel mondo della fantasia, regno al di là del vero e del falso (Aristotele) / processo di separazione che il moderno aggiorna dando alla critica estetica la consapevolezza dell'<autofondazione della modernità> (Habermas, Il discorso filosofico della modernità)...
...foggiando le nostre menti a identificare quella separazione con cultura che sfugge dal nostro quotidiano...
...effetto solvente, tale da abituarci...nonostante il riconoscimento formale dell'uguaglianza di valore...a considerare normale il dislivello tra lavoro manuale e lavoro intellettuale / tra quei lavori e creazione estetica, estro poetico...

...immobilità del tempo (Jabès): è allora necessario interrogarci, attraverso quel riflettere riflettendoci, la cui <astrazione...non (ha) un fine speculativo (: è il nostro naturalmente umano, poiché si impone) in caso di problemi (che chiedono domande e risposte intorno) le situazioni e gli oggetti (che li pongono in luce), quindi (agisce) sul mondo> (Piaget/Inhelder, Le operazioni intellettuali, in Trattato, vol.7°, già cit.)...
...un naturalmente in atto in ogni uomo e che sospinge la nostra intelligenza ad agire / intelligenza, la quale si coltiva in tutt'uno col divenire dell'esperienza...attraverso e con la quale si sviluppa e si matura il talento di ciascun uomo.

A tale processo operativo, che si attua e si potenzia attraverso l'interreattività tra ogni uomo e il suo ambiente naturale/sociale, la volontà dell'uomo...in tempi differenziati da eventi storico-sociali, i quali configurano il divario tra classicità e modernità...la modernità ha reputato necessario...come stabilità dell'equilibrio di ogni configurazione di esperienza...indispensabile predeterminare un fondamento che sfugga al tempo all'essere in quanto essere ha sostituito il principio della soggettività oggettivante, aggiornato dalla scienza in postulato...
...illuminismi irriducibili / esteriorità che impongono all'uomo comune una regola, norma del vivere / teologie positive che nella critica si costituiscono in teologie negative...
...la storia ci ha tramandato: - riduzione all'unità / regolarizzazione / normalizzazione / virtualità...
...processo, divenuto per educazione e contagio genetica conformazione mentale del nostro pensare la cultura separata dal processo reale della società e che dà origine, ribadisco, alla distinzione tra operatività intellettuale e operatività lavorativa / tra queste e operatività estetica e poetica.

Ciò ci riporta alla provenienza della nostra cultura...
...e la mia ricerca di segnali, eventi trascurati, mi riporta ad una testimonianza dalla documentazione ellenistica, la quale mette in luce il verificarsi, tra il VII e il VI sec. a.C., un diverso atteggiamento mentale.

Atteggiamento, e il mio immaginario propende a ravvisarne un prorompere, slegato da ipoteche e sensibile verso il nuovo / slitta la versione della letteratura dell'esordio del pensiero razionale: pensiero formalizzato a schema: elaborazione, attivantesi in un lungo e travagliato iter, strutturantesi tale durante l'arco di vita di Aristotele (384-322), significando il fondamento della nostra cultura...
...cultura che assembla in sé progresso come crescita e sviluppo per pochi e regressione come impoverimento per la moltitudine di individui e che fa del sapere un rapporto di potere: <Io, so, tu, no> (Adorno, Metacritica).

Quell'atteggiamento segnale un nuovo orizzonte di significatività: mi rivela la laicità composita del nostro appartenere alla terra / una presa di diritto, supporto anche del credente: <Anche la Parola divina deve entrare nel linguaggio degli uomini per essere appresa> (Böckh, in Vitiello, già cit.)...
...quindi, propulsione di un pensare soggettivo, <persuaso dell'origine esclusivamente umana di tutto ciò che è umano> (Camus, Il mito di Sisifo, già cit.): cesura dal mito: provenienza: intelligenza dell'uomo fertilizzante le nuove condizioni di esistenza che <nega(vano) gli dei e solle(vano) i macigni) (ibidem) / seminatura nella sua trafila attraverso un campo di esperienze, nelle quali la casualità si innesta con la consequenzialità di un <gia è> in schemi di interazioni indirette che si verificano unitamente alle interazioni dirette, provocate dalla mobilità del relativo equilibrio dell'esistente / coltivazione dell'intelligenza dell'uomo attraverso la formalizzazione della parola, la quale si fa discorso...
...si fa tale nell'atto riflessivo speculativo che predispone il giudizio determinante...
e in esso prende storia, procreandosi genealogicamente in cultura e, viveversa, la storia si fa cultura.


ulteriore rinvio

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