giovedì 30 marzo 2017

SETTANTANTACINQUESIMO SOLILOQUIO

rientro in tema


L'ingabbiarsi dell'intelligenza: il mio interrogativo / genetica spontaneità operativa in ogni essere vivente, l'intelligenza si rinnova costantemente <(nell')agire, (nel) pensare e perfino nel sentire...(e) si esercita su gli oggetti e su elementi dell'ambiente fisico...,in forza di una connessione fra stimoli e risposte> (Oléron, Le attività intellettuali, in Trattato, v. 7°, cit.).

La naturalità dinamica della sua istantaneità...nell'urto con l'esterno, che provoca l'azione e si stabilisce matrice nelle esperienze che ogni individuo, assimila e si adatta...a partire dalla fase <sensorio-motoria>... schemando mentalmente il <rapporto tra l'aspetto esterno o materiale del processo in atto e il suo rapporto interno (l'individuo bambino o adulto), nella misura in cui questo interviene> (Piaget, La spiegazione in psicologia e il parallelismo psicofisiologico, in Trattato, v- 1°).

Una spiegazione di rilevanza ragguardevole: rischiara la mia mente, offuscata dalla letteratura / mi persuade a sollevare nocciolo dell'ingabbiarsi della nostra intelligenza proprio nella connessione tra stimoli e risposte / mi esorta a vederne il meccanismo mediatore, il quale...nella varietà delle risposte, nel loro manifestarsi sia individuali sia nelle diverse e datate configurazioni di esperienze socio-economico-politiche...sviluppa una regolarizzazione delle risposte, catturando con i suoi schemi mentali l'insolito, operando un nuovo equilibrio, il quale riproduce l'equilibrio di sempre.

Connessione che leggo in chiave genealogica, il cui taglio recupera da Kant (Critica della Ragione pura) l'elemento relazionale che circoscrive la comune appartenenza dei due elementi del rapporto esterno/interno, sollevato da Piaget, ma li caratterizza dalla medesima natura fenomenica, in qualsiasi loro manifestazione: idee e organizzazione del rapporto interrelazionale / in tale qualità...secondo il mio taglio di lettura... quella relazione è sollevabile a base ontica della loro interdipendenza in azione reciproca, assestandosi nella connessione stimoli e risposte, configurandone temporaneamente la relativa tipicità di esperienza / indubbia proprietà specifica dello psichismo nello stato attuale della quotidianità, e rilevabile in <modo chiaro nel caso delle attività intellettuali> (Oléron, in Trattato, già cit.); quindi, anche nelle operazioni intellettuali delle formulazioni teoriche: operazioni intellettuali nelle quali ogni operatore si svincola <dalla sua devoluzione all'amorfo, all'instabile, al multivico, imprimendo come forma dell'esperienza se stesso...lasciando valere delle affermazioni (sull'esperienza naturale e sociale) solo quel tanto che può essere captato dall'identità delle sue forme> (Adorno, Metacritica, cit.): il problema...
...derivazione indotta da una “educata” pratica assimilatrice, sin dalla fase senso-motoria delle coordinazione d'azione (Piaget, Trattato, vol. 7°) che canalizza le risposte, nella loro plasticità e multiformità, in un'istanza unica, la quale integra le interazioni tra i processi psichici degli individui e i vincoli di un ambiente già normato, trasformando quella che è una caratteristica dello psichismo, appunto, in operazione culturale...
...e ciò è reso possibile attraverso tre dinamiche, di cui: una è individuabile negli indici fisiologici e organici che accompagnano le manifestazioni soggettive della nostra intelligenza nell'esercizio formativo delle nostre facoltà mentali (la loro elaborazione è documentata dagli Autori del vol. 3°, Psicofisiologia del comportamento, del Trattato); un'altra, nella funzione di simulazione, la quale caratterizza <le proprietà davvero uniche del cervello umano>, per il suo impiego <al livello più profonde delle funzioni conoscitive> / funzione soggettiva, la quale nel bimbo si manifesta nel gioco, <nell'uomo essa diventa la funzione superiore per eccellenza, la funzione creatrice, e viene riflessa dal simbolismo del linguaggio il quale la esprime trasponendo e riassumendo le sue operazioni> (J. Monod, Il caso e la necessità); il concetto di schema, il quale fornisce il modello mentale operativo delle coordinate del come pensiamo, esercitato sia a livello del comune agire sia nella formazione dei vari saperi.

Aspetti, su cui si accentra il mio riflettere pensoso, incoraggiato da alcune considerazioni, sollevate alla mia attenzione da quella mia arbitraria comparazione disgiuntiva tra generi diversi del sapere: <il cervello non contiene soltanto connessioni ereditarie ma anche un numero sempre crescente e considerevoli di connessioni acquisite che non dipendono più dalla sola maturazione> (ibidem); e ciò può trovare una spiegazione dal rilievo di Monod, in quanto attribuibile <alle funzioni superiori della corteccia, di cui il linguaggio costituisce l'espressione, (sfuggendo alla analogia tra macchine cibernetiche e il sistema nervoso> (Il caso e la necessità).
Ma il cervello a che fare col <corpo..e con tutto ciò che ha a che fare (con esso, e in quanto tale, si situa) superficie (articolata) di iscrizioni (della scansione storica) degli avvenimenti> (Foucault, Microfisica del potere) / il che riafferma la nostra caratterizzazione di fenomeni fra fenomeni, passeggeri, vincolati alle nostre strutture genetiche, sociali, alle circostanze del quotidiano vivere: il nostro limite; limite che ha in sé una qualità di valore: l'intelligenza, legata al naturalmente dato (il legame relazionale), poiché quei vincoli non sono determinanti / ci condizionano, e, pertanto, manifestano la nostra possibilità di troncare quella canalizzazione che ci riconosce, ancora oggi, appendici delle varie egemonie.

Interruzione vincolata alla complessità della questione

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