giovedì 30 marzo 2017

SETTANTESETTESIMO SOLILOQUIO

L'utilità della centralizzazione. Da tale riscontro, il mio ricorso all'utilizzo dello schema, introdotto da Piaget, ripeto, per capire e in esso capirmi e non prostituirmi testo.

La motivazione dell'adozione...in propensione di suggerimento...trova il suo incentivo nella svolta di Kant, distorta poi nel trascendentale, in linea con quell'orizzonte di significatività...in memoria nell'interprete (cfr., Böckh, in Vitiello, già cit.)..., in cui il dato è portato <alla trasparenza del concetto>, divenuto l'<ideale della scienza>: la relazione io-esistente che delinea temporaneamente esistenza-connessione diviene oggettiva, realtà della connessione.
Siamo oltre l'ideazione dell'uomo sociale di una società, come afferma Adorno, mai esistita / dà al <naturalmente dato> di Rousseau la conversione del sistema contrattuale, sufficientemente orientato, in organizzazione umana del rapporto relazionale in corrispondenza ad un equilibrio acquisito dalla connessione stimoli/risposte.
Il <concetto di schema>, in adesione alle motivazioni esposte da Oléron, si rileva utile al come le attività intellettuali sia nelle nostre azioni quotidiane sia a livello concettuale, nelle connessioni che si stabiliscono fra stimoli e risposte, rispondono nel tradurle, a differenza di linguaggio in sintonia al registro del genere del discorso / Quell'interconnessione, estrinsecazione, ribadisco, della naturalezza del nostro stato di individui in relazione, viene a costituirsi la condizione base formativa della conformazione del “come pensiamo”: lo schema – schema, da non considerare un modello meccanico artificiale, ma l'intelaiatura di <un processo causale di equilibrazione...(attraverso) un gioco di correzioni o di compensazioni progressive che sfociano in una organizzazione sempre più ampia e più stabile> (M. Reuchlin, La misura in psicologia, in Trattato vol.1°).

In tale naturalezza...genialità della mobilità della nostra intelligenza, nell'urto provocatorio...: l'operatività del nostro agire pensante nello ristabilire un nuovo equilibrio. In tale naturalezza, dispiegatura di orizzonti di significatività possibile, si innesta, genealogicamente, il criterio del <corretto giudicare>...matrice del nucleo logico della nostra cultura...per il quale <bisogni e tendenze delle coscienza pensante si rispecchiano in quell'ordine: (in epoca classica): nel primato del logo apofantico / (in epoca moderna): nella estensione universale della ragione / (nella modernità): nell'assunto della logica, trasformando...in continuità disgiuntive...la riduzione all'uno della prima in normalizzazione (Adorno, Metacritica) / (oggi) nelle molteplici e variopinte pratiche discorsive, che, nel rendere orizzontali i livelli, conia parola con verità ogni singola espressione.

In parentesi le mediazioni <verbali> e <codificati> e la loro funzione nella attività del nostro agire pensante / ciò su cui si dirige insistentemente la mia attenzione è su quel monitoraggio formativo della nostra mentalità che rende obiettivi e vincolanti le nostre creazioni logiche, i nostri processi di razionalizzazione e di proiezione...
...si limita, pertanto, a un volere sollevare l'attenzione su quei circuiti, attraverso i quali l'interferenza di fattori, interni ed esterni, all'organizzazione datasi dall'uomo, liberatosi dagli dei, e ad essa affidando il vivere l'esperienza della sua mondanità da individuo in relazione, introducendo elementi nuovi, si regolarizza in ripristino di quell'orizzonte di significatività, costituitosi memoria culturale...
...in conseguenza, la mia soglia di esplorazione si restringe a quel rapporto tra coscienza, appropriandomi del linguaggio di Piaget del primo volume del Tattato, <coscienza elementare centrata su un “io” e la coscienza decentrata che il pensiero operativo e la scienza si sforzano di costruire> / prelievi, carpiti da quel lavoro espresso nel libro Lo sviluppo mentale del bambino dello Piaget, poiché lo sviluppo di quelle costruite coordinate generali su quel criterio dell'assunto...in memoria culturale...del discorso “corretto” della nostra mente interviene su quelle coordinate elementari che appaiono a partire da sei/sette anni e si sviluppano, attraverso la scuola e la partecipazione a un gruppo, nel periodo adolescenziale (cfr. Piaget, vol 7° del Trattato).

<Il lattante non ha innato lo schema dell'oggetto permanente...ed è obbligato a costruirlo passo passo secondo un certo numero di tappe (ibidem)...
...e subentra l'esperienza / il trabiccolo della nostra memoria culturale: oggettivazione dell'astrazione da portare, per uscire dal circolo vizioso dell'apriori e del posteriore, al frangente che stimola l'azione di risposta: la circostanza attraverso la quale la condizione relazionale, attualizza la compresenza connettiva tra il dato di fatto, qualunque sia la sagoma che lo configura dato...il quale è sempre il risultato <dall'azione del soggetto applicate all'oggetto> (ibidem)...e l'azione di risposta dell'io: bambino, adolescente, adulto: sia nella sua prestazione quotidiana sia intellettuale sia filosofo, scienziato, poeta...
...circuiti di interazioni diversi e specifici che comprendono al tempo stesso e l'ambiente esterno e la conformazione mentale dell'individuo / circuiti in aperture di orientamenti in grado di mutamento e dell'azione dell'individuo e dell'organizzazione dell'ambiente: l'evoluzione ne è testimone...
...e proprio in tale processo...complesso per l'insorgenza di nuovi problemi...il risveglio della nostra memoria culturale: il criterio del <corretto giudicare> del pensare impersonale, simbolizzante...nelle distinte fasi della nostra storia: la verità pura / la verità razionale / la verità scientifica / la verità “neutra” logica / la verità della <newOnto(techno)logy> (Duque)...<le nuovi fonti di potere dell'uomo sulla natura, sull'industria (oggi sul mercato finanziario), e sul progresso umano, nelle quali (un tempo) si (riconoscevano) tanto il borghese inveterato che il socialista (oggi i rottamatori sia di centro che di sinistra, destra, ecologisti, navigatori in rete, dietologi)> (M. Veuille, Selezione naturale, in Concetti nomadi).e°

Quel <sortilegio> (Adorno), che acquisisce legittimità del realisticamente accreditabile (Dialettica negativa), non sorge ex abrupto: si innesta genealogicamente nelle operazioni concrete dell'<uomo vivente, parlante e lavorante> (Foucault), industriando la mobilità dell'intelligenza a connettere quelle diversità esecutive in una stessa organizzazione formale, il cui grado combinatorio attiva una funzionale applicazione su gli oggetti, sulle idee, sui i giudizi (Piaget, vol. 7°).

Innesto, il quale si materializza in trasposizione di quelle diversità esecutive a quel criterio che determina nell'interconnessione tra stimoli e risposte un <ordine di scelta> (cfr. P. Gréco, Apprendimento e strutture intellettuali, in Trattato, vol. 7°)...
...e la trasposizione si fa pedagogica più che logico-linguistica: si costituisce schema mentale delle nostre intelligenze / si solidifica nelle diversità stagionali, rendendo più sottilizzati, anche nella forma del virtuale, i meccanismi di generalizzazione del nostro schema mentale...
...e quel processo di determinazione storica si costituisce processo di <assimilazione e di accomodamento>, in ogni situazione in atto, <agli schemi anteriori> (Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino)e il riequilibrio socio-economico-politico diviene di fatto il fattore di originalità di ogni determinazione storica.

Chiudo il lungo e travagliato ciclo su cultura/intelligenza.

Un arrivederci attraverso le mie prossime elucubrazioni

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