sabato 22 ottobre 2016

QUARANTESEIESIMO SOLILOQUIO


Il sospeso / repentinità di una sospensione (Lacan) delle catene significanti (L’anti-Edipo) / il “cattivo” istinto della conoscenza / la percezione più acuta (Nietzsche)

Un sospeso…varco, passaggio di svolta d’attenzione su di una manifestazione di pensiero di Gaill che percepisco anello corrosivo di una catena di interpretazione su quella esteriorità che noi, in conoscenza in atto…colti/incolti…reputiamo la società: spazio temporaneo del nostro esperire l’esperienza di quel taglio di mondanità che attesta, al di là delle risposte dei filosofi, degli scienziati di ogni intellettuale, un dato di fatto: <intervallo di tempo>: il segno, - quel segno raffilato dall’intenzionato di Gaill intorno al configurarsi stagionale a clima differenziato, di quel taglio in <esperienza di verità> (Lacan).

<Intervallo>…e la lettura decisamente richiede un modello di ragionamento causale, legittimamente trasportabile da qualsiasi paradigma in “allestimento” ciò, purché sia in “regia” per l’osservatore: l'ideatore, grammaticalmente educato, <ha coutenuto un divieto: non distrarti nel pensare, non ti fare distogliere dalla natura inarticolata, ma ss salda come un possesso l'unità dell'intenzionato> (Adorno, Metacritica, cit.) / ciò dovrebbe farci riflettere proprio oggi, invocanti una rivoluzione culturale, condizione pregiudiziale per affrontare e risolvere la crisi economica che coinvolge integralmente la gestione del nostro vivere individuale e sociale.
Regia, medium, in equilibrio mobile, che assume in : sia il criterio dell’articolazione simbolica che decide sul legame di corrispondenza tra l’atto soggettivo del pensare e il dato di fatto sia i procedimenti di intelligibilità in competizione, ma ricongiunti in quel criterio, genealogia di una posizione culturale, - criterio, il quale induce l’osservatore filosofo o scienziato o intellettuale, nel rilevare i pericoli dell’arbitrio in quel dato di fatto, insidiosi per l’ordine sociale, rintracciandone <gli effetti all’interno della forma di intelligibilità che egli propone come adeguata alla comprensione dei comportamenti individuali> (Stengers/Bailly, Ordine, in Concetti nomadi)…
criterio, legge del pensare: tu devi – sarcasmo “inglese” di Adorno -, impegna filosofo, scienziato, intellettuale, politico e il nostro parlare tanto per parlare, per ragione di credibilità e non essere scambiati per “poeti”, improduttivi sognatori. al di là del vero e del falso, l’oggettivazione della sua soggettiva articolazione simbolica, sia pure in vari modi (cfr. M. Jay, L’immaginazione dialettica)…
eredità di Aristotele in attualità negli stessi oppositori…e la dialettica ridesta nel negativo il positivo contraddetto / attualizza le sue categorie di intelligibilità…e nell’unità sintetica, il <gia è> riscopre la sua giovinezza: eredità (Adorno, Minima moralia): l’esperienza del vivere la nostra mondanità, in quell’unità sintetica, si contrae, in essa si coordina: ogni “illuminismo”…anche nella critica assiomatica (ieri), in ogni sintassi logica dei linguaggi (l’altro ieri), il parlare tanto per parlare (oggi)...e quell'unità sintetica <torna a rovesciarsi in mitologia> (Adorno/Horkheimer, Dialettica dell’illuminismo).

Non è letteratura dell’eterno ritorno / il persistere del <gia è> nella diversità dei vari presenti è già nel nostro desiderio di giovinezza: il mercanteggiare di Faust / valore di scambio in solubile funzione di valore d’uso – intelligibilità catturata dal capitalismo: fruizione, godimento, avvalersi della libertà di parlare…
e noi sperimentiamo quello che Lacan definisce sospensione del tempo storico: intervallo di tempo tra il passato e il presente, rendendo nullo il ricordare (Scritti): reificazione positiva denunciata da Adorno nei sui lavori…
e il nostro esperire quotidiano verifica, in considerata accettabilità l’incarcerare le complesse proprietà dei settori di appartenenza, distribuiti nelle varianti dei ruoli e delle funzioni, in un esistente in integrazione connettiva / altra da quella relazionale, proposta da Kant, e poi posta a criterio trascendentale, risveglio in lui del <già è>: additiva di un equilibrio mobile dei loro processi di feed-back – spinte di forza di quelle varianti che di fatto costituiscono lo spazio di convivenza sociale
sospensione del tempo: normalità di una dimenticanza di storia, nel verificarsi condizioni di fatto, legati all’intrecciarsi in un reticolo di contingenze, quali: un accrescimento di conoscenza, potenziata dallo sviluppo scientifico e tecnologico, virtù della nostra intelligenza; una cresciuta consapevolezza dei diritti umani violati; forme di organizzazioni politiche e sindacali - processo, quindi, di apertura di orizzonti primaverili, ribadisco / di contro , in una figura differenziata, tale da rendere drastico l’iato tra l’oggi e l’ieri, attingente, immemore, in quella radice – genealogia di un nuovo atteggiamento del conoscere – che fonda la scelta catturante il nuovo sulla base assiomatica delle sue istituzioni politiche, sociali, economiche
quindi, esperienza della nostra vita quotidiana che si rinnova / inventiva trasformatrice dell’assetto del mondo e maturata consapevolezza dei nostri diritti usurpati disseminano il <già è> nell’oblio / il fiuto di Nietzsche: il <già è> insedia ciascuna grandezza terrena (Genealogia II)…
e le nuove istanze impongono l’esercizio del criterio di stabilità dell’equilibrio raggiunto, e sempre in bilico: inanellata questione: insidia da sfuggire nel ritorno alla normalità, arricchita da nuovi criteri razionali, di quell’ambiente <culturalizzato> (ricordo Livet, già citato, ma soprattutto Foucault) che si voleva eliminare – il <già è>, e i suoi effetti solventi si risvegliano nella reintroduzione della connessione integrativa: posizione culturale.

questione da approfondire / posizione culturale è una angolatura di lettura, quindi, già riduttiva alle sue categorie di intelligibilità di quella complessità, insita in quel corpo vivente, qual è l’articolata giunzione noi/società… pertanto…cautela

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