sabato 29 ottobre 2016

QUARANTANOVESIMO SOLILOQUIO

Esigenza, - la  mia / esternazione di  sbilanciare il mio punto di vista, arguito dalla mia scelta esplorativa di quella svolta, in un certo qual modo, da me svincolante una tensione dei due ideatori, Horkheimer/Adorno, scegliendo quest’ultimo come mia posizione di riferimento / tensione, mordace della catena dell’interpretato: tensioni risolte o non risolte – problema da intellettuali – / in riflesso, non mi reputo un loro perito intenditore, pur trovando a mio agio le tensioni di Adorno / il mio affanno: attivare, mettere in moto una riflessione su quello che…per me…è il nerbo centrale di quella svolta: l’aver sollevato a problema il riequilibrare, attualizzandolo, quel <mondo è fatto così> del mito, adottando una forma di intelligibilità, la quale, pur nella variante del genere, si conforma unificante e totalizzante nella sua normalità le increspature che si manifestano nella sfera delle nostre coscienze (Kant, Critica della Ragion pura) nel corso di eventi che diversificano l’esperienza…che ci costruiamo o siamo indotti…del vivere la nostra mondanità.

Dire cultura è dire storia – è bene non dimenticarlo. La coscienza storica che io ho della mia matrice culturale risveglia in me, riallacciandomi a quel rilievo di scelta, l’idea di raggruppare i vari modelli di intelligibilità della nostra mondanità in due forme che, per quanto dissimili nei loro dispositivi di decodificazione e congiunzione dei flussi decodificati…per quel mio arbitrio pensoso…ambissero al medesimo fine, diversificato nei loro costrutti: agire sul tessuto dei corpi viventi, quali sono gli individui, le stesse situazioni e la società / trasformarne i dissesti, ripararne gli scompensi: o ristabilendone l’equilibrio inceppato o riedificandone il tessuto connettivo: il nocciolo della questione che afferro e coltivo di quella svolta, persuadendomi a giuntare le dissimili forme, in un unico obiettivo: la compensazione alle perturbazioni esterne, mediante nuovi modelli, proiettandoli, come raggi di sorgente luminosa di tempi migliori…speranza degli uomini…condizione indispensabile degli esseri viventi e della loro società / compensazione da me coltivata, non in rapporto alle loro semiotiche privilegiate, ma al comune atteggiamento empirico su cui gravano i loro effetti solventi: quindi inconciliabilità di modelli, nella comune progettazione di un diversamente equilibrio, sia riguardante l’individuo, stereotipandolo sia l’organizzazione di quel suo vivere assieme lo spazio di coabitazione con i suoi simili, condizione della sua crescita, trasformando la naturalezza di quel legame in vincolo sociale / quel diversamente: la mia memoria storica delle due forme ne individua l’identità del diverso: ristabilendone un aggiornato bilanciamento delle nuove trasformazioni (una) o stravolgendone la composizione delle strutture operative, combinate in progetto probabilistico delle varie connessioni che si attuano (l’altra) / diversità incompatibili che non agiscono…urlo…sull’universo e sulla misteriosità dell’origine: si attivano su corpi viventi: si attivano su quegli uomini che vivono, parlano, lavorano, come ci ha ricordato Foucault: militi ignoti o consacrati eroi, dopo la morte, esaltandone i meriti, misconoscendo quella loro onestà intellettuale che li ha portati al sacrificio / onestà intellettuale, - intelligenza del riflettersi nell’interpretare senza malleveria né garanzia del contesto; il grande dono che la natura ha dato a ciascuno di noi e che quel consorzio umano che abbiamo costruito in sapienza e verità ha parafrasato in moralità, snodante il duo diritto/dovere.

Quel telos ideale, vestito nell’abito traslucido di sapere e saggezza, nel ricamare elegantemente le scuciture delle situazioni di fatto, trasparenti il livello del vivere degli uomini, sia come singoli sia congegnati in consorzio, si radica su quel tessuto di quei corpi viventi che hanno anche una tradizione storica / un ricamare, il quale si rileva, proprio nella connessione-esistenza, un concimare quella nostra capacità attitudinale, riscontrabile anche nei <sordomuti>, di assimilazione in fertilizzante suo arricchimento di ingegnosità…irriducibile ad ogni singolo uomo / il fondante nello stesso infondato oggettivante quella connessione-esistenza, di cui ogni singolo uomo è condizione, in quel risveglio del nostro ristagno (Kant), del suo manifestarsi / capacità di assimilazione, imprescindibile per ogni funzione simbolica e per lo stesso linguaggio: - incisività, efficacia di una sua naturalezza, attestante dell’azione di ogni uomo l’intrinseca sua caratterizzazione: la manifestazione dell’intelligenza, - attività mobilitabile, a vari circuiti, il nostro comportamento nel connettersi con il fuori e i suoi perturbamenti che chiedono risposte / risposte che l’attivano, nel collegamento, unitamente con tutto il nostro organismo e che <comportano la costituzione e l’utilizzazione di schemi e modelli riguardante gli oggetti che il soggetto percepisce e sui quali interviene> (P. Oléron, Le attività intellettuali, in “Trattato di psicologia sperimentale”,v. 7°, Einaudi, a cura di P. Fraisse e J. Piaget).

Frase, risveglio della mia memoria: il riscontrarla “nocciolo” nell’elaborato della Metacritica della teoria della conoscenza (Adorno) e riconducibile a Hölderlin (Sul tragico, Feltrinelli), intorno all’agire pensante di ogni uomo / Altro genere discorsivo cosi come angolazione di campi diversi dei due autori / l’essenziale…per me…il medesimo obiettivo dei due autori: prospettare quell’agire esternamente alle varie costellazioni costellate sia da filosofi sia da scienziati / altro orientamento / altro linguaggio, - espressione di un dire, nel quale <si dà l’insondabile profondità della parola> (M. Cacciari, L’estrema misura del possibile, in “Anterem, n. 92): l’esperienza poetica (Hölderlin); capacità di produrre un pensiero che si svolge disimpegnato da ogni ordine di previsione; pensiero ut sic, distinto dal pensiero razionale, per la sua organicità all’<involontarietà>, in forza della quale deve <la sua necessità>, nell’enunciato di Adorno (Minima moralia) / l’uno e l’altro, dissonanti nell’argomentare la pianificazione di quel pensare di dominare dall’alto la nostra quotidianità, ma in tangenziale convergenza nel far risaltare nell’operatività di ogni uomo una capacità di un sentire in fibrillazione interattiva con le perturbazioni esterne che sfuggono all’organicità del modello.
Tale capacitàper me…nel sottrarla al classico rapporto o di separazione o dialettico tra l’apollineo e il dionisiaco, è leggibile intelligenza, in quanto attitudine presente in ogni uomo sin dalla sua tenera età, - ed è verificabile nella tipicità delle indagini condotte da Oléron sui comportamenti degli uomini e delle loro interrelazioni, risaltandone le condizioni sotto cui soggiacciono / indagini, sviluppate dalle analisi di J. Piaget/B. Inhelder, Le operazioni intellettuali e il loro sviluppo (in “Trattato”, cit.)....

rimando

Nessun commento:

Posta un commento