martedì 31 ottobre 2017

NOVANTUNESIMO SOLILOQUIO

Sospensione valutativa, la mia / scintillio interrogativo su quel modo di pensare, slegato dal processo psichico soggettivo che di fatto decide sul nostro agire pensante / un incidere sui nostri comportamenti e sul nostro legame sociale, interponendo tra la relazione io-tu la nozione di mediazione linguistica per la “normalizzazione”, appunto, della nostra condotta; per l'organizzazione del nostro rapporto sociale; per la separazione tra il settore della cultura e i vari settori dell'economia e della politica...
...e in tale mediazione linguistica, nella pecularietà del suo funzionamento logico...indipendentemente da qualsiasi struttura paradigmatica... manifestante la trasparenza del pensiero a se stesso, rendendola comunicabile, quel slegame si trasfonda in climatizzazione pedagogica, mediante il fenomeno della propagazione epidemica...
...e il nostro consuetudinario vivere in relazione si ingravida di quel slegame attraverso un interagire dei diversi ambiti in cui esercitiamo la nostra attività: sia famiglia, scuola, gruppo, lavoro, sia <su oggetti concreti, elementi dell'ambiente fisico, sia su simboli, incarnati anche negli oggetti, ma cui contano soprattutto le leggi di produzione, di combinazione che non ricalcano quelle dell'oggetto fisico> (Oléron, già cit.).

In tale ingravidare è rivelabile quel carattere reificante per le sorti dell'esperienza esistenziale che Adorno individua in ogni manifestazione del significato di ogni avvenimento.
Da qui l'esigenza, oggi, in cui la confusione delle idee e del linguaggio si fa problema, di interrogarci.
Interrogarci, ascoltando il suggerimento di Lacan, sull'<esperienza che andiamo facendo di noi stessi (Scritti) / interrogarci, disattivando i processi inibitori che offuscano la nostra intelligenza di individui, equiparati nella nostra singolarità, in quanto tutti operiamo pensando e parlando, a vari livelli / interrogarci, per prendere consapevolezza che tale acquisire conoscenza di noi è una pratica di vita strutturalmente divisa, non su <certezza e verità> (Lacan), ma sul nostro io diviso nello stessso tempo: <forma riflessa del processo sociale (perpetuando l'inquadramento) a priori (dell'intelligenza che lo caratterizza) nel sistema eteronomo dei compiti stabiliti dall'alto> (Adorno, Minima moralia); <forma, sia pur frammentaria e inadeguata, che realizza il moto soggettivo (prodotto da quella sua intelligenza) solo a patto di oggettivarlo> (Adorno, Prismi): rammemorazione interiorizzante lo sviluppo elaborativo di quell'atteggiamento mentale che segnò la provenienza della nostra cultura...
...un iter a circuiti lunghi, indotti da elementi nuovi e diversi nel ciclo stimoli-risposte, tali da esercitare una discontinuità sulla contiguità spazio-temporale all'interno della rispettiva <compiuta> (Nancy) <esperienza di verità> (Lacan), scomponendone l''equilibrio: dal periodo che segna la decisione dei greci di costituire una conformazione dell'esperienza mondana su basi “intellettuali” e non “figurativi” a quello classico...nella cui fase (446-431) Atene si era costituita “scuola” per lo splendore dei suoi monumenti e per la fecondità intellettuale...e, infine (429, morte di Pericle), al <crollo di Atene (e il sorgere di) una nuova costellazione> (Weber).
Cicli, posti di fronte alle perturbazioni esterne che richiedono <il perfezionamento, l'elaborazione e lo sviluppo delle idee e del pensiero (dell'atteggiamento mentale) dei suoi primi esponenti> (ibidem) / esigenza motivazionale di un pensabile condensante in sé il confluire della varietà dei pensieri soggettivi, espressi nell'astrazione riflettente di ogni individuo, posto di fronte a perturbazioni esterne che spostavano gli abituali punti di riferimento / squilibri, il cui effetto solvente si rivelava disgregazione <di tutto ciò che era stato prima cementato dalla disciplina e dalle istituzioni (la polis)> (ibidem) / in forza di tale esigenza, quell'iter...nel suo manifestarsi processo graduale di elaborazione, attraverso il quale <l'antico mito, - che fioriva ingenuamente in molteplici forme e come forza coesiva – (nella nuova costellazione) sboccava e moriva nella riflessione> (ibidem).

Riflessione, operatività, in esercizio evolutivo, predisposto <dalle matrici moltiplicative che intervengono fin dai <raggruppamenti> concreti> (Piaget/Inhelder, Le operazioni intellettuali, in Trattato, vol 7°, già cit.) / esercizio, pertanto, originato dagli <indici percettivi (delle) attività sensorio-motorie (che tratteggiano i <percorsi di azioni successive che si coordinano gradatamente...in ragione di mutamenti di posizione (ibidem) / percorsi, la cui conduzione, nel costituire <una seriazione di tutte le serazioni possibili> (ibidem), si stabilizzano costruttivi della rappresentazione di quella che Lacan definisce <esperienza di verità>, espressa dalla parola in coordinazione simbolica con il desiderio e col tempo / conduzione, messa in moto dalle funzioni di caratterizzazione, di catagorizzazione e di predizioni di risposta comportamentale del nostro agire pensante e parlante alle manifestazioni dell'esistente.

Sebbene originata dall'azione individuale di risposta allo stimolo esterno, la riflessione è un'astrazione mentale di rivalutazione e ricostruzione dell'immediata reazione alla provocazione perturbante / spiana la strada per un livello più ponderato e controllato dell'istantanea di ciò che si manifesta, ricostruendosi <struttura elementare contenuta nell'azione (guizzata nella risposta immediata allo stimolo, in quanto la) proietta su un altro piano, quello della rappresentazioni o della presa di coscienza> (Piaget/Inhelder).
In quanto <struttura elementare contenuta nell'azione> - (dando avvio alle) <operazioni formali – al sorgere al sorgere di una combinatoria (di risposta) applicata alle idee e ai giudizi come agli oggetti o ai fattori (l'astrazione riflettente, <nella generalizzazione delle operazioni acquisite allo stadio delle operazioni concrete> del nostro agire pensante, (ibidem) si costituisce stadio di base condizionale dello sviluppo delle combinazioni delle operazioni formali; quindi stadio promozionale <indispensabile> nei meccanismi del conoscere (ibidem) / meccanismi, i quali si avvalorano di processi induttivi, fattori motivazionali che svolgono un ruolo importante al sorgere, aappunto, di combinazioni in variante connessione di stimoli, alle quali possono corrispndono risposte identiche, per generalità o distinte, in funzione di una riflessione più matura o di <una invenzione o di nuove modalità di agire, di pensare e perfino di sentire> (Olèron, vol. 7° del Trattato, già cit.).

Indicazioni integrative, inevitabilmente fondamentali, da sollevare all'attenzione perché si prestano a chiarirci la nervatura grammaticale della nostra cultura e il suo effetto solvente: l'assimilazione di quella nervatura nella formazione dello schema mentale del nostro agire pensante e parlante , attraverso <un processo culturale di apprendimanto (mediante il quale acquistiamo e incorporiamo) i modi che determinano (la nostra) deviazione o conformità> / procedimento, che rinvia a un <processo d'interazione con cui si apprende la cultura, s'acquistano i ruoli, si costruisce il sé, e si formano i modelli di azione deviante (o di conformità)> (A.K. Cohen, Controllo sociale e comportamento deviante).

I loro rilievi provocano l'interrogativo sul taglio genealogicamente costruttivo della nostra cultura, il suo prendere storia e i suoi <meccanismi riproduttivi (non riconducibili a quelli) della specie umana, ma acquisiti mediante il processo di apprendimento> (P. Rossi, Il concetto di cultura).

Appprendimento alla lettera / abbiamo, in un oggi in dilemma...quindi, indifferibile...di un risveglio, in noi tutti, della coscienza storica della nostra cultura per non ripristinarci nani-giganti e, per tale ragione, necessitati ad interrogarci sulla piega culturale di una crisi finanziaria, la quale climatizza, ribadisco, un neoliberismo che increspa il nostro presente e il futuro delle nuove generazioni: il motivo delle mie esternazioni, maturate mediante l'esperienza che io facevo di me stesso, diversamente da Lacan / un'esperienza...mi ripeto...del mio e del nostro io in sé diviso nell'agire pensante e parlante / divisione, elevata a strutturare un'esperienza di mondanità socialmente sperequativa...effetto solvente di quella artificiosa separazione...fra <Io so, tu no> (Adorno, Metacritica), oggi, dualità in mistico Io posso, tu no...
...e tale esperienza scoprirla grammatica della nostra cultura.

Avverto il bisogno di pensarmi per esternare quella nervatura grammaticale della nostra cultura, divenuta virus epidemico del come pensiamo, qualunque sia il nostro ruolo e suggerire, con la Stengers dei “Concetti nomadi”, di <porci dal punto di vista del successo del virus (che fa di ciascuno di noi) il centro di una nuova propagazione> / angolazione, per me, condizione di una rivoluzione culturale come rivolgimento totale di quel <già è> che fa del “nuovo” la sua ripetizione.

Spero al prossimo !?!

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