martedì 22 dicembre 2015

TRENTASETTESIMO SOLILOQUIO

e il linguaggio ciarla con la parola neo-liberalismo

…..e l’uomo…immemore dei linguaggi coniati…nel suo perturbante cammino da ultimo… per decreto egemonico dei primiprovvidenziali in confezione variegata…in temporanea successione rettilinea e uniforme nel superamento dei limiti dei rispettivi configurati spazio-temporali del tessuto relazionale di coabitazione…in vocaboli…soggetto / soggettività / persona / soggetto storicoindividualità…si rivela a se stesso…evocato dai primi…in anonimato potere di una economia…resa virtuale dalla trasformazione finanziaria del capitale…e (mi scuso con Duque  per la mia licenza poetica dei suoi concetti, espressi nel già citato suo saggio) “in una metafisica ipostatizzazione” della Rete delle reti”…connettiva dell’uso “della digitalizzazione high-tech, esemplificata in Internet e nella telefonia mobile 3G”…e fra “una moltitudine” di simili…accomunati trasversalmente nella prestazione dalla flessibilità funzionale dell’impiego di una tecnologia mobile…”innovazione capace di rilegare i diversi gruppi sociali con una seconda natura frutto della simbiosi tra animali e prestazioni macchinali …mediate da un linguaggio altamente formalizzato (software)…a sua volta implementato come se fosse naturale”...

…e nel sostare nella parola “individuo” sperimentiamo l’inizio di un cammino che non cessa di essere presente e nello stesso tempo senza futuro.
   
Istantanea, irriverente verso la grammaticaimprontarisalto del vissuto memorizzato dalla storia / tentativo senza accento di un linguaggio in scrittura di montaggio di istantanei sussistenti in sé / irruzione di una provocazione a un riflettere inter-comparativo su quell’incamminarci, reso più ostico dal piombarci due insidie, miranti alla nostra deoccidentalizzazione: islamismo fondamentalista e imperialismo economico cinese.

Un incamminarci nel miraggio di una libertà individuale, di fatto acquisita
/ il cellulare e la rete danno la voce, prerogativa di pochi, alla moltitudine sfilacciata di individui senza distinzione…cancellando dalla storia l’ibrido appellativo di massa / in quanto strumenti connettivi immediati di trasmissione tra la gente, possono generare nuove forme di comunità sociale (Duque)…ma…sospensioneirriflessivaspinta a un mio riflettere, interrogandomi…noi esercitiamo quella libertà di fatto nella prestazione, garantita dallo strumentoinventiva che ci la parola non più in delegaconquistanon riconoscimento acquisito dalla formalità giuridica di una politica progressista: la svolta che l’illuminismo non ci ha dato?
/oggi…l’uomo…la sua inventiva, ci situa…nella prestazione di strumenti di comune uso, il cui utilizzo, nella pratica del vivere la nostra quotidianità, da uomini della strada a singoli protagonisti, al di là dell’età, del sesso, della condizione e del ruolo sociale, dell’uso senza veli della parola…cancellate dalla nostra memoria storica modernità e post-moderno, la rondine che non fa primavera…il 2000 oltre il tempo?
...ma su ma…usiamo la libertà di parlare attraverso il nostro modo di pensare…cioè. attraverso la formazione educata dell’articolazione dei nostri meccanismi mentali…messa in moto da un complesso processo psichico soggettivo…
…disatteso problema…ma attivo, in quanto rivive nella costruzione di nuove esperienze / educazione e contagio: esche a doppio taglio annodate al nostro naturale agire pensante di dispiegarci oltre ogni ordine di previsione in flessibile apertura all’insolito (Hölderlin, Sul tragico) / agire pensante, il quale esercita i suoi processi di sviluppo e di comunicazione all’interno dello spazio di coabitazione in rapporto di comunicazione interattiva…spazio di ordine superiore al suo, in quanto corpo vivente, assorbente in sé la relativa moltitudine sfilacciata di corpi viventi: gli individuisingolarità caratteriarizzate…dalla medesima matrice culturalecondizione fondamentalmente formativa del nostro e del loro distinto agire pensante
agire, in funzione del quale l’insieme articolato, configurativo dello spazio, in temporanea coabitazione (la società), viene a costituirsi corpo <normato> formato da un vincolo inter-attivo di interlocutori, a loro volta, ribadisco, <normati> dalla stessa matrice culturaleinterlocutori. oggi, esercitanti libera parola mediante, appunto, il ricorso alla tecnologia mobile, nell’uso della quale comunichiamo esperienze <di ciò che arriva
alla parola attraverso la parola stessa> (Derrida, Comment ne pas parler. Dénégations)…
…prerogativa innovativa di un esercizio libertario della parola…propedeutica alla realizzazione di quel desiderio del rivolgimento totale della logica della nostra cultura? è la strada percorribile per un risveglio in noi di quel legame…non vincolo giuridico-socialeper nascita…che ci dispone costituenti…nella dinamica spazio-temporale del nostro viveredestinatari inter-comunicativi…nel rispetto reciproco delle nostre diversitàcostruttoriindividui-inter-attivi…del comune spazio di convivibilità?
…alienazione mentale, il mio pensarlo…mi guardo intorno…e lo spirito di gravità del <nano> cavalca quel desiderio, altresì mio, interrando quella voce in unisono, stormirmi che pensare fuori quella grammatica” è possibile, e per di più prioritario nell’esercizio della critica: Nietzsche e Adorno in pinacoteca
…e un mettermi sul chi vive, mi induce a riflettermi…il bisogno di regolamentare lo squilibrio lacerante l’articolazione istituzionalizzata delle varie situazioni inter-comunicative fra i diversi corpi viventi, quali sono il settore politico-amministrativo-giudiziario / la lottizzazione degli strati sociali e dei ruoli, a loro volta circoscritti in categorie: lavoratori/impiegati:maschi/donne:giovani/vecchi:intellettuali/manuali…..ognuna delle quali con le proprie urgenze, con le proprie rivendicazioni / articolazione simultaneamente congiunta in quella macchina organizzativa…oggi in erosione…che formalizza l’unità di quel corpo vivente  in entità normata: la società
…la crisi – rinnovata dimostrazione di una ripresa, in trasformazione finanziaria dell’economia, del ruolo di controllo del nostro vivere individuale e associato, di una <sovraclasse globale>…oggi, in anonimato...<che prende tutte le principali decisioni economiche, e le rende indipendenti dai legislatori, e a fortori, dalla volontà degli elettori> (ripropongo questo pensiero di Rorty, già da me citato, per i messianici riformisti).

In parentesi il suo dettaglio riflessivo…un dovuto, già esternato nel precedente ciclo ad essa destinato / in questo ciclo, in sua disgiunta connessione, su input di Deleuze, un riflettere sull’aspetto culturale che la crisi nel suo eczema economico manifesta / un per me in  riallaccio alla svolta, operata dai pensatori della scuola di Francoforte, nei confronti di Marx, propositivo di una cultura ritenuta sovrastrutturale del tessuto sociale, rispetto alla economia, considerata sua struttura portante / un economista agisce pensando come ogni uomo, eccetto l’espressione linguistica e le relative attività comportamentali, pertinenti al suo campo di appartenenza / ne consegue un interrogativo radicale sia per un riforma “seria” sia per un ribaltamento radicale: la storia ne è maestra registratrice delle rivoluzioni perdute e delle primavere obliate…è giunto il momento, in forza dell’uso della tecnologia mobile, di porre l’interrogativo al posto dovuto: come pensiamo

/ l’interrogativo - motivazione sussultante dal segnale critico delle perturbazioni che rendono singolare, imparagonabile la crisi che subiamo / segnale: l’incrocio, mi ripeto, di due congiunture…manifestazioni (in senso kantiano) in deterritorializzazione dei loro terreni di appartenenza…economia e tecnologia…mette in problema i meccanismi logici della nostra cultura sociale, decifrando nella crisi…senz’altro economica…nell’incrocio con la tecnologia…l’elemento strutturalmente culturale (rimando la delucidazione all’esternazione, composita nel ciclo sulla crisi)
/ incrocio di un capitalismo a capitale in virtuale metamorfosi, per l’assunzione finanziaria del suo valore di scambio, inalterato nella sua funzione di controllo sociale e provocatorio di una separazione tra potere e politica (cfr. Stato di crisi, cit.) e (in sintonia con Duque) la NewOnto(techno)logy, <dato che la (sua) tendenza generale è l’interconnessionei onnimoda di tutte le procedure (almeno a livello di software) in una rete comune, costituita proprio da differenze in costante mobilità>
/ la crisi, nel mostrare il sopravvenire di problemi irrisolti e l’evidenziare spinose questioni, tra le quali rappresentanza/democrazia formale e conflittualità tra i poteri dello Stato, non scioglie la sua fase dilemmatica…interrogativo in sospensione…complessità di problemi nuovi, insorgenti in sincronico risveglio delle vecchie ferite mai rimarginate…e un strapparci le vesti, commisto ad un auto-dichiararci persone per bene, moralisti implacabili verso il pubblicano, si fa politica…in un seppellire la storia – memoria di quelle ferite: tara della nostra civiltà…e una consueta pratica normativa da parte delle varie intellinghènzieobosolete in chirurgia platica: le une/in insorgenza mobile, già logora prima dell’uso. le fiorenti -…pre-auto-poste alle risposte ai problemi…da tempo irrisolti e nuovi, richiedenti risposte qualificate che le singole disfunzioni lanciano in messaggio forte…invece risposte in utilizzo di quelle procedure intellettuali e relative operazioni logiche di base…pedagogicamente assimilati… che hanno reso quelle ferite la nostra malattia sociale
/ apostrofarci messaggeri dalle mani pulite / operatori ecologici / show-isti in sceneggiata contro-informazione / professionisti della mafia (Sciascia, tacitato) - restando fermo il principio giuridico della comprovata reità della colpevolezza dell’individuo da parte del magistrato, il quale emette il giudizio in nome del popolo sovrano (etichetta sanatoria di responsabilità individuali) – messaggeri dal calcolato politico in quel nostro apostrofarci…politico, umiliato nella politica, avvizzita nel miraggio del governare 
…abbiamo sputtanato l’uomo…lasciando in putrefazione quello che è la cancrena di una genealogica organizzazione del nostro convivere sociale in esercizio di potere di un pensare in civiltà, direbbe Nietzsche, da barbari per barbari: l’individualismo…camuffato in diverse forme, compresa la sua negazione, in quanto l’esercizio di potere è dell’individuo che sa, sia in regime collettivistico sia in regime di delegapolitico, insuperbito dal segno di redenzione...eppure gli Stati, in consorzio, hanno attestato. nel primo articolo della carta costituzionale europea, inalienabile la dignità dell’uomo…la nostra distrazione!

/ la crisi…intersezionandosi con il cellulare, rendendolo stregato per un uso del parlare in libertà in <esplosioni situazionali> (Duque) che dissolvono il limite tra privato e pubblico…ha messo a nudo il male genealogicamente congenito di una forma mentale di pensare…al di là della egemonia temporale della forma di ragione…in qualità di macchina organizzativa il nostro vivere la nostra individualità…dimenticando che siamo tali, in quanto siamo in relazione inter-comunicativa con i consociati nostri simili…manovrata da un Io penso, memore di Aristotele, nel distratto Kant, impegnato a salvaguardare l’oggettività dei pensieri, nella cui coerenza della sua forma logica è l’accordo col fattocoerenza, la quale, pertanto, si fa garante dell’equilibrio del vincolo consorziale, in pericolo per la circolazione dei pensieri soggettivi dell’agire pensante dei nostri vari io…strutturandola in dirigenziale amministrazione di chi impressiona nel segno un sapere vincenteipotecando noi a praticare il nostro mestiere del vivere - noi simili, irrobustiti dal cellulare, protagonisti di un agire in libero parlare
/ segno…liturgia della redenzione laica…ha stupito lo stesso Cristoperché questa generazione chiede un segno?- interrogativo in istanza sospensiva, quasi a volerne registrare l’atemporalità (Marco, 8.24) / la parola incisa nel segno, egida di una relazione comunicativa di un <Io so> verso un <tu, no>: Adorno in Metacritica della conoscenza…e il suo eco si ricostruisce nell’operatività analitica di Foucault…riflettiamo…   

/ la crisi…genealogica manifestazione di un passaggio al limite? In ultima analisi, proseguiamo…né moderni/né post-moderni…nella memoria, attiva e sempre attivata, di quell’ uomo cesura nel tempo, sottratto alla natura (Deleuze, già cit.), cardine del <nucleo logico>, di cui parla Frege, della nostra cultura? Linea retta del tempo, oggi in iscrizione dilemmatica, vergata dalla simultaneità operativa di due variabili della medesima   affiliazione culturale di quella che è la nostra configurazione socio-politica, di cui una dipendente in progressivo decadimento, l’altra, in progressiva evoluzione, indipendente, quale di fatto è la tecnologia mobile?

Allora, siamo all’interno di quello che è il  miracolo della nostra matrice culturale (Deleuze) del pensare il nuovo, attualizzando il <già è> (Hölderlin?
La prestazione del cellulare di una libera parola è uguale a quella del cane che si morde la coda?

Due voci, in note atonali dal coro dei variegati redentoristi mi riportano alla storia – la nostra, protagonisti ignoti

 <Non si dispone di altro modello di libertà di quello in cui la coscienza penetri nella complessione generale della società e attraverso questa in quella dell’individuo> (Adorno, Dialettica negativa)

<Un rivolgimento totale qui, come in genere ogni rivolgimento totale, è privo di qualsiasi ritegno, non è lecito all’uomo in quanto essere conoscente> (Hölderlin, Sul tragico)

Pensieri soggettivi, angolati nella tipicità del loro genere discorsivo: il filosofo e il poeta, in concordante sollevare la natura della posta in gioco che ha travagliato il cammino verso la civiltà delle generazioni che ci hanno preceduto…così come il loro…altrieri che ci appare, oggi 2000”, passato remoto: il complesso rapporto tra il cognitivo e il normativo…rapporto da cui erompe in istanza prioritaria il come pensiamo
…il problema in gioco, oggi in dilemma, per la variabile indipendente, qual’è la tecnologia mobile che lascia all’individuosingolarità della nostra cultura…l’io…in sfilacciatura multipla…di assumersi la responsabilità di proporsi condizione costituente della soluzione di ciò che si presenta problema complesso / io…educato nella logica culturale dei padri…attraverso quegli stessi schemi mentali…sanciti da Aristotele, in grado di esprimere un discorso che può essere riconosciuto vero…attualizzati da Kant in un Io trascendentale…riattualizzati dal neopositivismo nella logica…oggi, da chi grida più forte / discorso, pertanto. che imprime nella tonalità, oggi praticata, quel segno del riconoscimento della portata del  vero, nel medesimo propositivo dei predecessori; il discorso vero si presenta irriducibile all’io empirico…noi…subordinato alle apparenze, vittima, quindi, di cadere nelle illusioni sensibili / schemi mentali, esercitati, per scuola, attraverso un loro dispiegarsi in un tempo, concettualizzato in linea rettilinea uniforme nella cesura genealogica del suo affermarsi tale e…lungo il suo processo evolutivo, nel taglio di Newton, nell’espressione scientifica modale da Kant (si vedono le Lezioni di Kant di Deleuze, già cit.)…esercizio, costituente la soluzione della crisi del configurato spaziale della convivenza fra gli altri io, normato dai medesimi schemi mentali, dimostrandosi, la soluzione, non una svolta, il prolungamento culturale del passaggio al limite del precedente…
variabile, in concomitanza con la metamorfosi finanziaria del capitalismo che, nella rottura del naturale situarsi in relazione, pone ogni individuo nella singola responsabilità nell’affrontare in prima persona i problemi, in un concentrato d’incertezze, tale da innestandogli una <cultura dell’immediato> (Stato di crisi).

/Posta in gioco, la quale, nel segnale inquietante di due voci è rilevabile un condizionamento invalicabile inavvertito dalla normalità dell’esercizio del  pensare, in forza della quale la capacità di istruire nuovi processi, pur nella radicalità della decodificazione dei vecchi, si fa <centro potenziale di un nuovo processo che non esaurisce la sua causa, ma la rigenera nella misura il cui si produce>
/ ripropongo volutamente il rilievo già citato di Isabelle Spengers (Concetti namadi), poiché quel pregiudiziale ha la sua risonanza nell’ordine dell’indagine scientifica

/ Una delle due voci; Ogni comportamento individuale è implicato in una <interazione di fattori esterni ed interni (in forza della quale, esso) diviene un’assimilazione del dato a schemi anteriori (ereditari e per contagio comunicativo della sua situazione relazionale e) allo stesso tempo (un) accomodamento di tali schemi alla situazione attuale> (J. Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino)…

…naturale processo evolutivo di assimilazione/accomodamento… in funzione del quale la condotta di ogni uomo tende a raggiungere un equilibrio in mobilità (Piaget)…proprio in esso si innesta una genealogica grammatica…non linguistica…del come pensiamo, assunta a legge del pensare (Adorno)…nella sua genesi, come verità che si svela / l’altro ieri, come logica formalizzante il senso del discorso (Aristotele/ Wittgenstein) / oggi, echeggiando Hölderlin in Scritti di estetica, nel mercanteggiare di Faust per una legittimazione di giovinezza – e il nuovo…come i precedenti…in enunciato vero…si oggettivizza in esaustiva configurazione dell’esperienza sociale…e il novello Faust si istitualizza in società-stato – e il ripristino del normativo come strategia dell’equilibrio della società…nella dimenticanza di chi gestisce il mondo…rinnova…in quel segno…l’eterna pressione…in chiave pubblicitaria…ideologica, con la relativa pressione selettiva – e la reificazione delle coscienze continua a intessere la parte più intima della costituzione del soggetto: la denuncia di Foucault.

/ La seconda; Una particolare forma di organizzazione <sociale umana (affinché) si mantenga, non occorre soltanto che in essa si provveda all’aggiunta di nuovi individui per mezzo della riproduzione, ma che vi siano modi e mezzi di strutturare la psiche dell’individuo, così da indurlo ad agire in certe prevedibili maniere> (A.I. Hallowelle, Culture, personality,and society, in Dobzhanky, L’evoluzione della specie umana).

/ La cultura soddisfa due esigenze dell’organizzazione del nostro vivere individui-in-relazione interattiva in quel corpo vivente che è la società in due funzioni che si integrano: <processo culturale d’apprendimento per cui si acquista la deviazione; i modi in cui i ruoli, presi dalla cultura e psicologicamente incorporati, determinano la deviazione e la conformità / il processo d’interazione con cui s’apprende la cultura, s’acquisiscono i ruoli, si costruisce il e si formano e si trasformano i modelli di azione deviante> (A. K. Cohen, Controllo sociale e comportamento deviante).

e ciarlano di cultura!

<In questo momento, in cui l’uomo ritorna verso la propria vita, nuovo Sisifo che torna al suo macigno, nella graduale e lenta discesa, contempla la serie delle azioni senza legami, che sono divenute il suo destino, da lui stesso creato, riunito sotto lo sguardo della memoria e presto suggellate dalla morte> (A. Camus, Il mito di Sisifo).

…e Sisifo segna in attualità il nostro passaggio al limite verso un futuro senza futuro…il rimescolare delle carte di sempre lascia in ciascuno di noi rivivere la fatica vana di Sisifo…e il ciarlare illuministico di oggi…dimentico che il padrone del mondo, proprio, ripeto, nel separare il potere dalla politica, fa rivivere quale tempo ciclico…il figurato del mito…in forza del quale <l’esperienza mondana (di un mondo, si torna a rilevarsi) “tutto è come è, e tutto avviene come avviene: non v’è in esso alcun valore”> (è una citazione di Cacciari, in Krisis)…e in esso il ciarlare del nuovo illuminismo si fa mito (Dialettica dell’illuminismo).  

pessimismo? amarezza…alleviata da una speranza…propositiva di una voce…rincuorante i miei pensieri vaghi…sollecitante un pensare in termini relazionali all’interno del contesto interattivo nel suo insieme, in cui si opera, intraprendendo un graduale intervento ecologico del come pensiamo: G. Bateson, Verso una ecologia della mente

… con tale  auspicio chiudo questo ciclo sul 2000, oltre i cardini del tempo 


Nessun commento:

Posta un commento