martedì 22 dicembre 2015

TRENTOTTESIMO SOLILOQUIO

Oggi…un altro giorno? Ho già messo un punto oscillante per la fuoriuscita di una conclusione non conclusiva: il ciclo precedente…induzione pedagogica di Deleuze di pensare sull’opera di cambiamento radicale, esercitata da Kant intorno alla nuova situazione del soggetto: svolta…genealogia di una incisione, registrante una incrinatura sul quel <nucleo logico>, come lo definisce Frege, che ufficializza la nostra cultura: taglio che rimuove il rapporto uomo/verità <in termini di rapporto manifestazione/condizioni della manifestazione> nell’immutata relazione, in piega scientifica, di una concettualizzazione rettilinea e uniforme del tempo (rimando le riflessioni al riguardo, stimolate da Deleuze, al ciclo precedente)…
taglio, genealogica maturazione di eventi…occidentalizzazione del resto del mondo, legata all’insorgente affermazione socio-economico-politica di un nuovo soggetto storico…espansione, attualizzante quel miraggio panellenista di Pericle, tendente a riunire in una sola comunità tutti i popoli greci; Isocrate ci dice che Atene aveva <fatto sì che il nome Ellade non distinguesse più la razza ma l’intelletto, e il titolo di ellenico fosse un indice di educazione anziché di discendenza comune> (Hadas, 1959, citato da T. Dobzhansky, L’evoluzione della specie umana).

rilevanza, ottemperante un interrogarci sillabante la nostra storia / Non ritenete necessaria una sua sospensione riflessiva, proprio oggi che non sappiamo chi siamo, pur dichiarandoci artefici del nostro destino?  

TaglioFenditura, la quale pone l’uomo condizione di apertura al mondano, istaurando un circuito inter-comunicativo di interlocutori, coltivato a campo fertilizzante il fluire dei loro discorsi fra uomini a ricondurre la trama, l’ordito, le connessioni, i rimandi, le fessure attraverso i quali è il manifestarsi dei “fatti”, con i quali l’esperienza mondana si mostra alla coscienza di ogni io, in corrispondente coesione, alla tessitura argomentativa

…il tarlo: eredità divenuta congenita nella formazione evolutiva del come noi pensiamo sia da uomini del quotidiano vivere sia da “pensatori possessori di sapere” dal linguaggio erudito…codici linguistici differenziati nei registri dei loro generi discorsivi, ma corali nella loro teologia del dire o in positivo o in negativo o nel parlare tanto per parlare

… e il vissuto e il vivere la nostra esperienza mondana…no la <vita>, nel detto di Nietzsche…accorpara nel dire…sapiente o giornaliero…la molteplicità dei suoi segni, trasformando l’io in Io penso…<Io, la verità, parlo> (Lacan), tralucendo in quel dire un rapporto di potere tra uguali (Foucault), poiché quell’Io sa, mentre la molteplicità degli io non sanno (Adorno), relegandoli allo stato di sempre: appendici delle loro decisioni (Adorno)…e in quel rapporto abbiamo istituzionalizzato l’iter della nostra formazione culturaleio che denuncio reo confesso nei miei pensieri in affanno.

Non si tiene conto, nella condotta del nostro pensare alla <fondamentale interazione dei fattori interni ed esterni>, in funzione dei quali <ogni condotta diviene un’assimilazione del dato a schemi anteriori>…schemi, appunto già educati, in funzione dei quali <ogni condotta è allo stesso tempo accomodamento di tali schemi alla situazione attuale> (J. Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino)…

… e l’incamminarci ingenera in quel miraggio un intralcio inquietante a quello che è il nostro desiderio di un rivolgimento della logica della nostra cultura…e finisce, nel fomentare, oggi, attraverso le condizioni di precarietà del lavoro, determinate dalla svolta finanziaria dell’economia, il cancro di un soggettivismo, alieno da ogni forma di comunicazione in netto contrasto col presente comunicativo, in forza dell’affermazione della mobilità tecnologica…e mostrare <invece il volto di una società regredita, dove torna a vincere la legge del più forte, del più astuto, del più avido; dove si perde la certezza del diritto…dove prevale lo spirito di rapina di un consumismo praticato senza tenere conto delle risorse del pianeta (dall’acqua all’energia…ed io aggiungo al dispendio del denaro collettivo), seguendo l’istinto feroce dell’avere per sé…(e nei più deboli di sempre) una lotta per la sopravvivenza> (Bordoni, Stato di crisi).

Pessimismo? Realismo schietto, lungi da ogni realismo amministrativo e burocratico  / consapevolezza maturata, sperimentata in me attraverso l’insorgenza di quella logica, nella quale ho maturato la mia esperienza culturale…

…insorgente, nel mio rifletterla mi si rivela impregnata di un affanno catulliano, in un condividere il monito di Adorno che una critica spazza tutto ha come risultato il buttare l’acqua sporca del <bagno col bambino dentro> (Minima moralia)…

…abbiamo bisogno di storia…particolarmente oggi…cinto di caligine, ottenebrante le nostre menti…tenebre caliginose di una confusione di idee che investe lo stesso linguaggio in una inversione di termini tale che l’espressione, nel manifestarsi, nega, al suo interno, una chiara comunicazione…

clima, lascia insorgere in me due interrogativi: lo spettro del sempre stato diviene orizzontale o per la stretta di mano umanizzante tra diversi ipotecati nella loro condizione socio-economica o per un burocratico rendimento degli operatori addetti alla formazione dei giovani…tutti normalizzati nella concomitanza di due segni di una redenzione, attualizzabile: - uno, mediante l’ingentilimento del  divario sociale nel mondo, attraverso la donazione del dono, lasciandolo immutato / l’altro, limitato alla nostra società, che…attraverso la buona scuola…sostenuta da una statistica del rendimento degli operatori, dall’utilizzo gerarchico delle differenze linguistiche, dall’impiego della tecnologia mobile…impone norme culturali nelle operazioni sintattiche fondamentale, le quali, più che promuovere l’inventiva sociale, legano il cervello umano alla uniformità del pensare.

Due interrogativi…ingiunzione ai miei pensieri in affanno in tonalità sintonizzate in modulazione differenziata:
- la prima, in scansione “voce bianca”…il canto del fanciullo…cristallino…toccante le coscienze, svegliando in esse la fratellanza fra gli uomini, aprendo… nell’autorevolezza che traluce da quella “voce bianca”…un orizzonte di consensi che…in buona fede…si dimostrano…di fatto…fittizi perché la normalità dell’imposizione educativa delle operazioni razionali del nostro cervello sono legate culturalmente…nel nostra civiltà e nelle varie geografie mondiali: sia alla differenza nella gerarchia sociale; sia all’incomunicabilità dei rispettivi credi religiosi / legame, il quale viene a “sigillare” la coscienza storica che ogni individuo ha della propria cultura, in forza della quale nomina Dio
…ogni proposta di apertura fraterna nella relazione sociale, la quale si mantiene in tinta bicolore cosi come si presenta pluricolore nell’abbraccio fra i vari credi trova il suo limite radicale in quella maturata coscienza storica della propria cultura…il problema, intorno al quale l’interrogativo esige domande qualitativamente nuove

/ nel rispetto di quella voce…il mio turbamento, il quale si appesantisce dal sopravvenire in me il gestonon simbolico…espresso nel linguaggio del corpo: il denudarsi dagli abiti in moda nella sua società: Francesco: una  testimonianza che solleva alla mia attenzione il tarlo…effetto solvente di  un sapere…in egemonie climatiche…il quale ha morfologiato la struttura inter-relazionale del convivere fra uomini…uguali nelle loro diversità…in situazioni relazionali piramidali.

- il secondo…protervia del dire…indice sintomatico del livello di confusione di idee di una classe dirigente, al quale fanno eco un’opposizione mirante al governare per governare, un sindacato barricato nella rivendicazione, eludendo la richiesta di domande e di azione qualitativamente nuove, richieste dalla diversa strategia del capitalismo finanziario, un movimento studentesco, ripetitivo nelle forme di contestazione…     

…e la centralità del problema si dilegua…sfuggente nel nuovo…sempre vecchio…indottrinamento

la scuola non è fabbrica di cervelli

disincantato dal chiasso delle contestazioni e dal silenzio di coloro che sanno di scuola, chiudo il blog per riflettere, rinviando la mia esternazione al prossimo


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