Oggi…un altro giorno? Ho già messo un punto oscillante per la fuoriuscita di una conclusione non conclusiva:
il ciclo precedente…induzione
pedagogica di Deleuze di pensare
sull’opera di cambiamento radicale,
esercitata da Kant intorno alla nuova situazione
del soggetto: svolta…genealogia
di una incisione, registrante una incrinatura sul quel <nucleo
logico>, come lo definisce Frege, che ufficializza
la nostra cultura: taglio che rimuove il rapporto uomo/verità <in termini di rapporto
manifestazione/condizioni della manifestazione> nell’immutata relazione, in
piega scientifica, di una concettualizzazione rettilinea e uniforme del tempo (rimando le riflessioni al
riguardo, stimolate da Deleuze, al ciclo
precedente)…
…taglio, genealogica
maturazione di eventi…occidentalizzazione
del resto del mondo, legata all’insorgente affermazione
socio-economico-politica di un nuovo soggetto
storico…espansione, attualizzante
quel miraggio panellenista di
Pericle, tendente a riunire in una sola comunità tutti i popoli greci; Isocrate
ci dice che Atene aveva <fatto sì che il nome Ellade non distinguesse più la
razza ma l’intelletto, e il titolo di ellenico fosse un indice di educazione
anziché di discendenza comune> (Hadas, 1959, citato da T. Dobzhansky, L’evoluzione della specie umana).
rilevanza, ottemperante un interrogarci sillabante la
nostra storia / Non ritenete necessaria una sua sospensione riflessiva,
proprio oggi che non sappiamo chi siamo, pur dichiarandoci artefici del nostro
destino?
Taglio…Fenditura, la quale pone l’uomo condizione
di apertura al mondano, istaurando un circuito inter-comunicativo di
interlocutori, coltivato a campo
fertilizzante il fluire dei loro discorsi
fra uomini a ricondurre la trama,
l’ordito, le connessioni, i rimandi, le fessure attraverso i quali è il manifestarsi dei “fatti”, con i quali l’esperienza mondana si mostra alla
coscienza di ogni io, in corrispondente
coesione, alla tessitura
argomentativa…
…il tarlo: eredità divenuta congenita
nella formazione evolutiva del come noi pensiamo sia da uomini del
quotidiano vivere sia da “pensatori possessori di sapere” dal linguaggio erudito…codici
linguistici differenziati nei registri dei loro generi discorsivi, ma corali
nella loro teologia del dire o in positivo o in negativo o nel parlare tanto
per parlare
… e il vissuto e il vivere la
nostra esperienza mondana…no la
<vita>, nel detto di Nietzsche…accorpara nel dire…sapiente o giornaliero…la molteplicità dei suoi segni, trasformando l’io in Io penso…<Io, la verità,
parlo> (Lacan), tralucendo in quel dire
un rapporto di potere tra uguali (Foucault), poiché quell’Io sa, mentre la molteplicità degli io non sanno (Adorno), relegandoli allo stato di sempre: appendici delle loro
decisioni (Adorno)…e in quel rapporto abbiamo istituzionalizzato l’iter della nostra formazione culturale…io che denuncio reo confesso nei miei
pensieri in affanno.
Non si tiene conto, nella
condotta del nostro pensare alla
<fondamentale interazione dei fattori interni ed esterni>, in funzione dei
quali <ogni condotta diviene un’assimilazione del dato a schemi
anteriori>…schemi, appunto già educati,
in funzione dei quali <ogni
condotta è allo stesso tempo accomodamento
di tali schemi alla situazione attuale> (J. Piaget, Lo sviluppo mentale del bambino)…
… e l’incamminarci ingenera in quel miraggio
un intralcio inquietante a quello che è il nostro
desiderio di un rivolgimento della logica della nostra cultura…e finisce, nel fomentare, oggi, attraverso le condizioni di precarietà del lavoro, determinate
dalla svolta finanziaria dell’economia, il cancro
di un soggettivismo, alieno da ogni
forma di comunicazione in netto contrasto col presente comunicativo, in forza dell’affermazione della mobilità tecnologica…e mostrare <invece il volto di una società
regredita, dove torna a vincere la legge del più forte, del più astuto, del più
avido; dove si perde la certezza del diritto…dove prevale lo spirito di rapina
di un consumismo praticato senza tenere conto delle risorse del pianeta
(dall’acqua all’energia…ed io aggiungo al dispendio del denaro collettivo),
seguendo l’istinto feroce dell’avere per sé…(e nei più deboli di sempre) una lotta per la sopravvivenza> (Bordoni, Stato di crisi).
Pessimismo?
Realismo schietto, lungi da ogni realismo amministrativo e burocratico / consapevolezza maturata, sperimentata in me
attraverso l’insorgenza di quella logica,
nella quale ho maturato la mia esperienza culturale…
…insorgente, nel mio rifletterla mi si rivela impregnata
di un affanno catulliano, in un condividere il monito di Adorno che una critica spazza tutto ha come risultato
il buttare l’acqua sporca del <bagno col bambino dentro> (Minima moralia)…
…abbiamo bisogno di
storia…particolarmente oggi…cinto di
caligine, ottenebrante le nostre menti…tenebre
caliginose di una confusione di idee
che investe lo stesso linguaggio in una inversione di termini
tale che l’espressione, nel manifestarsi, nega, al suo interno, una chiara
comunicazione…
…clima, lascia insorgere in me
due interrogativi: lo spettro del
sempre stato diviene orizzontale o per la stretta di mano umanizzante tra
diversi ipotecati nella loro condizione socio-economica o per un burocratico rendimento degli operatori
addetti alla formazione dei giovani…tutti normalizzati nella concomitanza di due segni di una redenzione,
attualizzabile: - uno, mediante l’ingentilimento
del divario sociale nel mondo,
attraverso la donazione del dono,
lasciandolo immutato / l’altro, limitato alla nostra società, che…attraverso la
buona scuola…sostenuta da una
statistica del rendimento degli operatori, dall’utilizzo gerarchico delle
differenze linguistiche, dall’impiego della tecnologia mobile…impone norme
culturali nelle operazioni sintattiche fondamentale, le quali, più che
promuovere l’inventiva sociale,
legano il cervello umano alla uniformità del pensare.
Due interrogativi…ingiunzione ai
miei pensieri in affanno in tonalità sintonizzate in modulazione
differenziata:
- la prima, in scansione “voce bianca”…il canto del
fanciullo…cristallino…toccante le coscienze, svegliando in esse la fratellanza
fra gli uomini, aprendo… nell’autorevolezza
che traluce da quella “voce bianca”…un
orizzonte di consensi che…in buona fede…si dimostrano…di fatto…fittizi perché la normalità dell’imposizione educativa delle
operazioni razionali del nostro cervello sono legate culturalmente…nel
nostra civiltà e nelle varie geografie mondiali: sia alla differenza nella gerarchia sociale; sia all’incomunicabilità dei rispettivi credi religiosi / legame, il quale viene a “sigillare” la coscienza storica che ogni
individuo ha della propria cultura, in forza della quale nomina Dio…
…ogni proposta di apertura fraterna nella relazione
sociale, la quale si mantiene in tinta
bicolore cosi come si presenta pluricolore
nell’abbraccio fra i vari credi trova
il suo limite radicale in quella maturata
coscienza storica della propria cultura…il problema, intorno al quale l’interrogativo esige domande qualitativamente nuove.
/ nel rispetto di quella voce…il mio turbamento, il quale si
appesantisce dal sopravvenire in me il gesto…non simbolico…espresso nel linguaggio del corpo: il denudarsi dagli
abiti in moda nella sua società: Francesco:
una testimonianza che solleva alla mia attenzione il tarlo…effetto solvente di un sapere…in egemonie climatiche…il quale ha morfologiato la
struttura inter-relazionale del convivere fra uomini…uguali nelle loro
diversità…in situazioni relazionali piramidali.
- il secondo…protervia del dire…indice sintomatico del livello di confusione di
idee di una classe dirigente, al quale fanno eco un’opposizione mirante al governare per governare, un sindacato
barricato nella rivendicazione,
eludendo la richiesta di domande e di azione qualitativamente nuove, richieste dalla diversa strategia del
capitalismo finanziario, un movimento studentesco, ripetitivo nelle forme di
contestazione…
…e la centralità del problema si
dilegua…sfuggente nel nuovo…sempre vecchio…indottrinamento…
…la scuola non è fabbrica di cervelli
disincantato dal chiasso delle contestazioni e dal silenzio di coloro che sanno di scuola, chiudo il blog
per riflettere, rinviando la mia esternazione al prossimo
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