giovedì 2 febbraio 2017

SESSANTATREESIMO SOLILOQUIO

Sono trascorsi appena pochi mesi, una voce autorevole, oggi zittita per la gara al voto: il Presidente della repubblica – e, il trasudare di una sua pensosa considerazione...nel marasma delle dicerie sulla crisi economica...mette alle strette i commentatori politici, economici, sociologici e noi, uomini di strada: il processo soggiacente la crisi in atto è di ordine culturale, strutturalmente legato con l'economia finanziaria.

Quella voce...in una acclamata coralità di consensi...sorrise alla mia speranza / Il trambusto di una dialettica politica senza idee lasciava trapelare un concepire...in quella voce in estensione unanime...un ordine di pensare, slittante la tradizionale separazione tra struttura e sovrastruttura: un oltre Marx e un avvicinarsi – per me – alla scuola dei francofortesi / esaltazione...in quella coralità.../ attimo fuggente, immemore di quella convinzione...maturata per educazione e per contagio...della non pertinenza di un discorso sulla cultura nei nostri travagli giornalieri.
In un baleno...la nebbia del linguaggio abbuiò, e abbuia ancora oggi, quell'avviare inaugurale / il mio pensare si fa pesante / quella voce... azzittita, oggi, dalla controversia del come farci votare...da pregiudiziale a qualsiasi analisi, ripristinava nei fatti la convinzione di sempre: la cultura è lontana dal mondo del lavoro, dell'economia, della politica / regno a sé, si esprime nella poesia, nell'arte: limbo della fantasia – Aristotele, giudice istruttore d'appello.
Quel dire autorevole, un momentaneo raptus:
<esaltare astrattamente la cultura e farne una norma o come si suol dire un valore, (tali) asserzioni di simile tenore (,) tagliano il rapporto di tutto ciò che è culturale con la creazione di una vita degna dell'uomo da parte di una coscienza padrona di sé> (Adorno/Horkheimer, Sociologia II)...
...ciò mi sospinge verso un acquitrinoso stagno: - il mio interrogativo, impervio, dovrà imbattersi in tale intralcio.

Autarchia di un concetto - maturazione di uno sviluppo delle nostre operazioni intellettuali in acclimatazione, che nel prendere storia, si fa concepimento di un redigere in sé la relazione inestinguibile uomo/dato di fatto: relazione, - intuizione di un Kant (Critica della Ragion pura) infettato da quella climatizzazione attestatasi memoria culturale del nostro essere occidentali.

Io, in contagio...frontale a quella memoria...in rivisitata ponderazione, coinvolgente il mio orientato interrogativo...

...e la storia mi riporta a quell'atteggiamento mentale che data la presa di diritto dell'<esclusivamente umana di tutto ciò che è umano> (Camus) / il riconsiderarlo, oggi, in correlazione tra...storia dei fatti e progressi della biologia molecolare, di una psicologia sperimentale del comportamento, delle elaborazioni, provenienti dai vari campi del sapere...è un prendere coscienza storica della nostra cultura / intenderci per operare, attraverso riforme, nelle quali la necessità immediata sia, pari tempo, proiettata verso l'incerto domani.

Abbiamo bisogno del risveglio in ciascuno di noi di quella coscienza / in essa, e con essa, è il rinvenire...attraverso la fluttuante trafila della provenienza della nostra cultura...quel suo orientare...che oggi...nella copiosa informazione senza sapere...ci fa sovrani fideisti...le attività di un agire pensante a concepire le risposte ai problemi emergenti, in forza di un rinvenire in quel comportamento mentale la soluzione / un rinvenire in sé - l'elemento strategico da porre a problema - il cui effetto solvente nell'agire pensante di ogni azione degli uomini e nella loro reciproca interrelazione veniva...in quel nostro passato...a costituirsi condizione di vita / oggi, tortuosamente persistente e ridotto a slogan pubblicitario che ci condanna a spettatori passivi delle controversie degli addetti della politica e degli stessi detentori dei poteri dello Stato – un tempo di diritto – e chiamati al bisogno: e grazie alla norma costituzionale...confusi dai rispettivi tracciati di un si e di un no...per un decimo di secondo, diventiamo, da appendici, soggetti potestativi.

Io – inutile Sisifo – vi ricordo la storia della trafila della provenienza della nostra cultura: in una prima fase...quel punto nevralgico da mettere in questione...è esemplificato nella <scultura, efflorescenza dell'arte greca e nella tragedia, efflorescenza della società greca> (giudizio di Nietzsche, La nascita della tragedia, riportato da Weber, già cit.) / una seconda fase di quella prosecuzione lascia tralucere un modo di pensarerazionale”, ma “informe” nel costrutto: ciò è fotografabile a partire del 430 a.C.: quel rinvenire in sé le relazioni duali io/tu e io/fuori – per dirla con Lacan – nella parola, sostenuta dal desiderio, viene affermata esperienza di verità / la terza fase...in scenario in mutata trasformazione (300 a.C. - in memoria) – siamo in epoca ellenistica, quindi nuovi orizzonti / imperialismo macedone e il mutamento del <significato della polis> (Weber) – segna di quella prosecuzione una problematica più elaborata, per l'attivarsi di influenti scuole, quali: epicureismo/stoicismo/accademia di Platone e che, nella scuola peripatetica di Aristotele, assurge a fonte di un pensare quelle relazioni duali nel ritaglio operativo della gerarchia delle sue forme...
...e le condizioni dell'esistenza si tramutano in argomentazioni / la loro formalizzazione prende storia: si fa cultura, e la storia si fa cultura... 

...mi interrompo / un prorogare, il quale è un vigilare il mio esternare...al prossimo

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