SESSANTASEIESIMO
SOLILOQUIO
In quel
permanente mutuo permutarsi....riallacciandomi alla chiusura della
precedente esternazione...è l'individuazione e il riconoscere la
qualità che rende singolare la nostra cultura / il
sincronismo con il quale viene a configurarsi, per dirla con
Lacan, una <esperienza di verità>, ne caratterizza la
peculiarità, che la coltiva: condizione, del
modo di vivere la nostra mondanità attraverso il confarsi delle
interazioni delle sue varianti che la configura area di esperienza;
manifestazione della sviluppo spirale del nostro
cammino / l'articolazione della sua dinamica interna si
esterna nella promozione...in noi occidentali...di una
capacità bilaterale, la quale è un “bifronte” tra
valutazione e affermazione nei confronti di un esterno
di per sé incomprensibile, se non nel linguaggio degli dei:
l'esistente, il quale...nell'abituale nostro modo di
identificarlo...si dà come universo/natura, per un verso; per
l'altro, come nostra esperienza del vivere il nostro passaggio
su un pianeta che ci ospita.
Capacità...conquistata
e maturata, in forza di un correlarsi l'intelligenza – la
nostra – con l'ondeggiamento incoativo, nel linguaggio di Nancy,
dell'esperienza (mondo/società) / in quel correlarsi si dà
conflittuale a quel fuori, costituito da fenomeni
(Kant): un negare quell'esterno, per
riprodurlo secondo l'intelligibilità di quella
capacità bilaterale, alimentata, appunto, dall'intelligenza
/ in quel ritaglio...in cui promozionale è il
linguaggio...l'istanza valutativa si concretizza,
nell'affermarlo esperienza di verità, riprodotta mediante le
diverse tecniche linguistiche: in tale affermazione, quel “reale”
si fa “storia” e la “storia” si fa “cultura”.
Questo
mio sproloquiare, di chi e di che cosa ciarla? Di
chi parlo?!? Di me, di te, di noi con i nostri mestieri, professioni,
ascrivendo filosofi, scienziati, artisti, poeti / parlo di noi,
corpi viventi, i quali, nell'agire...differenziato
a vari livelli...pensiamo /
conduzione esplicativa di una naturalità in atto,
<emergente soltanto grazie
allo sviluppo della scatola cranica (, sviluppo decisivo nella)
evoluzione del sistema nervoso centrale (disimpegnante in noi
intelligenza e
riflessione) /
facoltà, l'una,
<ricca di immensa potenzialità> (Monod, Il caso e la
necessità); <ricchezza del
rinnovamento costante, della creazione di nuove modalità di agire,
di pensare e perfino di sentire> (Oléron, L'intelligenza,
in Trattato, vol. 7°,
cit.) / esercizio del
vagliare, l'altra; un
riflettere, il quale si impone al sorgere di situazioni e di oggetti
in stato di squilibrio, avendo come obiettivo, non una finalità
speculativa, ma la trasformazione della situazione e dell'oggetto,
costituitesi problema
(Piaget/Inhelder, Le operazioni intellettuali,
in Trattato, vol. 7°,
cit.)...
...in
siffatta naturalità ci posizioniamo operanti culturalmente,
riproducendo un “reale” che parla di “umano” - e quel “reale”
prende storia, si fa
cultura / vale a dire:
riproduce...ricreandola...
sia con le diverse tecniche del linguaggio sia con quel dicibile che
è dell'arte e della poesia...la temporaneità di quella esperienza
di vita nelle sue dimensioni, nelle sue forme, nei suoi umori che la
configurano...
...ma
nell'immaginario collettivo cultura è quel mondo, definito da
Aristotele, che è al di la del vero e del falso, il regno
dell'arte, della poesia...
...e
ciò fa sorgere in me il bisogno di riflettere, rinviando all'incerto
domani.
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