sabato 17 giugno 2017

OTTANTOTTESIMO SOLILOQUIO

prolungamento del precedente

<Se cultura dice storia> (Böckh, in Vitiello), la letteratura sull'eterno ritorno nella diversità va riletta con diverso impianto così come ogni descrizione sinconica o diacronica dei vari saperi.

Dire “storia” è il rilevare il “fatto” come “verità” / altro peso, importanza indicativa in quel dire: sposta le basi sociologiche da quel suo centro di gravità che delineava una esperienza della mondanità sottratta al mutamento del tempo: il “fatto” ritorna nella stessa posizione di prima / dischiude uno spostamento delle prospettive dell'esistenza e dell'esistente dei loro centri di orientamento / quel “dire” esprime “il prendere storia”; il che notifica <ciò che è prima della storia e che lo storico mai non attinge> (ibidem): <considerevole componente di livello, socio-culturale, presente nei materiali della storia intellettuale – (la pertinenza dello storico risiede nel rilevare le cause) minute e immediate> (A. L.Kroeber, The concept of Culture in Science, in Il concetto di cultura, a cura di P. Rossi).

Un “prima”, già in <conoscenza del conosciuto> (Böckh, in Vitiello) – il mito – all'interno del quale è un ravvivarsi dell'intelligenza dell'uomo, <posta a stimoli (nuovi) cui è chiamata a reagire, non in maniera riflessa o abituale, ma in maniera intellettuale> (Oléron): nuovi luoghi di vita, non più fattori destinati a racchiudere ogni elemento dell'esperienza che l'uomo che ha della propria mondanità, attraverso un pensare “figurativo” (il mito).

Prende storia un nuovo atteggiamento mentale richiedente prosposte qualitativamente nuove che “riproducono” quel reale scoperto, rendendolo comunicabile e comprensivo in sé: in quanto tale si fa “storia”, e, viceversa, “la storia” si fa “cultura”...
...e tutto ciò che prende storia nella terra che ci ospita ha origine umane, dando <identità alla Norma, all'Atto, alla Parola...nel fiume delle interpretazioni> (Böckh, in Vitiello) / <salda roccia> in quel fiume, l'origine ricostruita linguisticamente della nostra cultura / e se...lungo il cammino ogni suo granello si sgretola e <ogni nuovo anello della catena rende diversa l'intera catena>, l'origine si acclima, suffragando – in “memoria” - il <già è> (Hõlderlin, Sul tragico): il <pre-dato: il vero a priori...il primo che regola il dopo (segnando) la linea che l'interprete deve seguire nel futuro> (Bõckh, in Vitiello): attualizzazione della conformità immagine ed esperienza della mondanità in formalizzazione logico-liinguistica.

VII-VI secolo a.C., alfabetizzazione dell'alfabeto siro-fenicio ed espansione economica, basata sul commercio, su tutte le coste del Mediterraneo delle colonie greche segnarono una nuova costellazione sociologica della vita individuale e comunitaria, pervasa dal nuovo atteggiamento mentale / schema di un pensare non più influenzato dalla “fede”, ma animato: da un piano di <costruzione a scacchiera> delle città stato, che allignerà il periodo aureo della polis di Pericle; da una argomentazione per astrazione e universalizzazione – aurora della nostra cultura:
<il legame tra uomo, Stato e cosmo (viene così riedificato) non più attraverso la fantasia...ma...in (uno stile) di riflessione cosciente e capace di stabilire norme>...
...uno stile che si costituirà, lungo la trafila della provenienza della nostra cultura, l'elaborazione e lo sviluppo di quell'atteggiamento mentale...indice della svolta...in formazione discorsiva, costituendo <la forma...espressione di un modo di concepire la vita, e la distruzione della forma era la distruzione dell'esistenza medesima>...
...forma, il modello che con Aristotele (si veda De Interpretation)...in periodo di dominazione macedone...troverà <il cosciente formatore dell'apparato intellettuale e dell'autocontrollo della conoscenza / quelle forme (ordinate in strutture gerarchiche) nei confronti del mondo materiale non si comportano come concetti vuoti che non hanno relazione concreta col mondo, ma come il suo originario dover essere, dal quale le forme visibili deducono e soprattutto, e solo così, esistono veramente> (A. Weber, Storia della cultura come sociologia della cultura).

<Ciò che conta è ln'universalità di queste esperienze...: non l'ente ma la forma, l'eidos, in cui l'ente giunge a trasparenza...all'identità pura del suo essere liberato da ogni accidentalità> (Böckh, in Vitiello)...
...l'accidente, il perturbante <coinvolgente il nostro rapporto con la Realtà> (T. Salari, Percorsi del perturbate, in “Anterem”, vol. 65): quelle forme di intelligibilità, sotto il cui dominio l'esperienza della mondanità si fa <esperienza di verità> (Lacan), si costruiscono <attraverso bisogni e tendenze della coscienza pensante che si rispecchiano nell'ordine logico> (Adorno, Metacritica)...
...e la contingenza si mostra <il luogo instabile in cui si allacciano e si intrecciano le relazioni tra campi scientifici> e organizzazione socio-economico-politica del nostro quotidiano vivere da individui in relazione (la “società”) in funzione di un equilibrio che pacifichi entrambi (il domimio dell'intelligibilità dei primi e della seconda) <come una riduzione dell'arbitrio> (Stengers/Bailly, L'ordine, in Concetti nomadi, già cit.)....
...e tale riduzione si riproduce vettore potenziale di propagazione di quel “filo di Arianna”, formalizzato <in ordine gerarchico>, reso <indispensabile nell'operazioni degli intricati processi...(sia) nell'ordine dei saperi (sia) nella forma tecnico-politica> (ibidem).

Funzionalità: - dal lato delle scienze, delle tecniche e di ogni descrizione di aspetti della realtà umana (individuale/associata) per salvare l'oggettività dei pensieri soggettivi dei veri protagonisti, cioè i pertinenti dei vari saperi, attraverso quella forma che la rende tale, cioè, “oggettiva”: <siamo concettualmente radicati in una tradizione che ci ha dato accesso a un modello semplice, e che ha definito degli strumenti convenienti a sistemi di questa natura> (Stengers, Complessità>; - da quello tecnico-politico, indicando <sia l'essere vivente come totalità, sia la città vista in termini di divisione del lavoro e di responsabilità> (Stangers/Bailly).

La loro stretta comunicazione fin dall'antichità affida la conclusione non conclusiva di questo blog ad Adorno <La critica della società è critica della conoscenza, e viceversa> (Parole chiave).

il problema insolvibile...
...una ragione in più per sollecitare l'attenzione sulla natura del fenomeno,
al prossimo

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