lunedì 24 novembre 2014

QUINTO SOLILOQUIO

Il risveglio in noi del bisogno di storia, - e la memoria ridesta in me Habermas e il relativo dibattito, esposto nel volume Il discorso filosofico della modernità. Dibattito, aperto da Hegel; continuato senza interruzione sino all’altro ieri, dopo la parentesi Marx della realizzazione della filosofia nella prassi, attraverso vibrazioni interpretative, variabili nel timbro, registrabile o un recupero aggiornato della filosofia o la consapevolezza di una sua <fine…malamente dissimulata> nel superamento della differenziazione hegeliana tra il suo concetto scolastico e  quello mondano.

Seguitandone la lettura, è rilevabile un temporalizzarsi di pensieri, il cui esposto argomentativo, in relazione al proprio paradigma di riferimento, staglia la differenza; aspetto da prendere in considerazione in uno svolgimento meditativo posteriore.
Ora, soltanto un risalto delle diversità argomentative, indispensabile base storica per verificare il perpetuarsi, proprio nella differenza, il retaggio di quel che definisco virus, cicatrizzante la relazione intercomunitaria nella genesi della nostra civiltà.

Pensieri, messi in moto: - da Heidegger, il cui <recupero…apre ad un movimento di pensiero genuinamente filosofico>, nel quale inscrive, e in ciò il diversificarmi da Habermas, in equiparazione <gli hegelo-marxisti e Lukács, Horkeimeir e Adorno, che ritraducono il Capitale, con l’aiuto di Max Weber, in una teoria della reificazione>; - da una diversa angolazione, attraverso la quale <la filosofia riconquista competenza per la diagnosi del tempo attraverso una critica della scienza che dal tardo Husserl conduce, attraverso Bachelard, fino a Foucault>. 

Un interrogativo sopraggiuntomi distoglie la mia mente dalla riflessione in atto. Tiro mancino della memoria. Impensierisce la motivazione dell’apertura di questo blog, non sull’opinabilità argomentativa / essa è tale: è un per me, gridato ad alta voce / sulla sua incisività operativa nel perturbamento che travaglia il nostro presente: blocca il rilievo in corso. 
Interruzione sospensiva di un evento, piega deviante il discorso filosofico della modernità, ma in disgiunzione connettiva, avente in concomitanza referente: la filosofia scolastica, cioè la metafisica come suo bersaglio critico fondamentale, nel tracciato parallelo di una filosofia, propositiva di un nuovo scientismo: una piega su cui è indispensabile il rifletterla.

Ancora una volta debbo confessarmi reo. Diserto le regole del discorso retto. Tronco la questione, prorogandola. Avverto imprescindibile esternare l’interrogativo, il quale, in ultima analisi, compendia il travagliato orientamento dei miei soliloqui. Per tal motivo, preferisco rinviare l’esternazione ad un prossimo soliloquio.
Franco Riccio



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